Flexitarianesimo è parola bruttissima che racchiude però un concetto che mi piace- quello del compromesso a tavola, equidistante fra il “francamente, me ne infischio” e l’ortodossia che fa rima con asfissia.
Data come inoppugnabile premessa la necessità di modificare i consumi alimentari del III millennio, infatti, abbiamo assistito in questi primi vent’anni a proposte che ci hanno presentato tutto e il contrario di tutto, finendo per farci perdere di vista l’obiettivo primario di questo cambiamento- ovvero, lo star bene a tavola, da intendersi nell’accezione più ampia dell’espressione, dalla salvezza del pianeta a quella dell’appetito e del buonumore.
La cucina flexitariana, dunque, è la risposta più sensata a chi preferisce limitare il consumo di determinati alimenti, senza doverli abolire del tutto, aumentando nel contempo le porzioni di frutta e verdura, meglio se confezionate in piatti facili, nuovi, veloci e gustosi.
Oltre che il mese dei buoni propositi, Gennaio è da un po’ di tempo anche il periodo dedicato alla disintossicazione: e anche se a me ci vorrebbe la dieta dell’eremita, meglio se in cima alla colonna, cioè anche fisicamente lontano dalle tentazioni, una proposta moderata può essere una soluzione intelligente e- probabilmente- più convincente di tante altre, più estreme e categoriche.
Senza contare che, tutto sommato, iniziare l’anno nel nome della flessibilità, fisica e mentale, è sempre una buona idea: e chissà che non sia un buon auspicio, per proseguire anche per i mesi a venire…
LENTIL AND BROCCOLI GREEN CURRY
Ai Curry è dedicato un intero capitolo di modern Flexitarian e – lasciatemelo dire – è una scelta sensata.
A me manca l’abitudine a questo piatto, consumata nel food court sotto casa, a Singapore, ogni volta che non avevo voglia di cucinare per cena: bastava attraversare la strada per farsi coccolare da brodi densi e profumati, tavolozze da colorare ogni volta in modo diverso, con profumi che solleticavano i sensi già sulla soglia di casa e sapori che risvegliavano l’appetito.
Quello che più mi spiace è non trovare mai il tempo di prepararli a casa, adesso che sto dalla vostra parte del mondo: ed è una bugia anche questa, perché son piatti relativamente veloci e, sopra ogni cosa, si fanno da soli. Una volta che si possiedono quei due o tre trucchi del mestiere, intendo dire, non c’è ricetta ostica che tenga.
E bene fanno, mi ripeto, gli autori di Modern Flexitarian a soffermarsi su di loro, perché i curry hanno tutte le carte giuste per fare capolino sulla nostra tavola: sono piatti generosi, perché riempiono con poca spesa, goduriosi, pronti a scaldarci nelle sere d’inverno e a corroborare l’anima e lo stomaco.
Se poi son preparati con verdure di stagione, come quello della ricetta di oggi, ci aiutano anche a riconciliarci con una cucina sostenibile ed etica. Il tutto, condito con la felicità di un piatto da festa, anche quando festa non è.
E scusate se è poco…
📚 LENTIL AND BROCCOLI GREEN CURRY, da MODERN FLEXITARIAN, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @murzillosaporito
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ORECCHIETTE AL CAVOLFIORE ARROSTO E MENTA
La pasta è uno degli ingredienti più amati della dieta flexitariana, costituendo la base di un pasto completo, da tanto si sposa bene con tutti gli ingredienti.
Naturalmente, le ricette prescelte sono tutte vegetariane, visto che l’obiettivo dichiarato è quello di suggerire nuove proposte per introdurre più verdure nella nostra alimentazione: e visto che siamo in inverno, ben vengano i cavolfiori, grandi protagonisti della stagione, qui al centro di una salsa cremosa e avvolgente, valorizzata dal formato della pasta e profumata con le note fresche della menta e quelle pungenti del peperoncino in fiocchi.
Il segreto per la cremosità è tutto nella mantecatura finale: seguite la ricetta- e sdoganate la scarpetta!
📚ROASTED CAULIFLOWER AND MINT ORECCHIETTE da MODERN FLEXITARIAN, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di
@cominciamodaqua
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VEGETABLE BIRYANI
Il mio primo vero Biryani ha richiesto due giorni e ancora non riesco a descrivere l’esperienza: niente a che vedere con quanto avessi assaggiato prima (anche se, a memoria, i ristoranti indiani che frequentavo in Italia non lo avevano in carta), poco o nulla con quanto avrei mangiato dopo, anche se mi son fatta un pochino più furba e prima di ordinarne uno, ci penso due volte.
A Singapore, c’era il ristorante che preparava solo quello, infognato nelle viuzze di little India, quelle schivate e schifate dai turisti e bazzicate invece dai buongustai – e ti toccava in due versioni, con l’agnello, per gli intenditori, con il pollo per tutti gli altri.
Guai ad arrivare prima che fosse pronto, ancora peggio ad arrivare quand’era già finito, che si doveva aspettare fino al giorno dopo perché, signori, il segreto del Byriani è tutto lì: nel tempo che non abbiamo.
A consolarci, però, arriva questa ricetta che ha, dalla sua, la versione vegetale (cotture infinitamente più brevi) e un procedimento corretto, con le preparazioni separate e la doppia cottura, oltre alla ricchezza festosa di un piatto completo e nutriente.
Gli anacardi che tanto van di moda oggi sono un pilastro della cucina indiana tutta: per cui, godeteveli come un aggancio alla tradizione, prima ancora che una concessione alla modernità.
📚VEGETABLE BIRYANI, da MODERN FLEXITARIAN, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @vittoriatraversa
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PIGEON PEA SAMOSA BAKE
Restiamo ancora nel mondo della cucina indiana, con una ricetta del tutto rivisitata: se fossimo gastrofighetti, parleremmo di una samosa scomposta, ma visto che siamo dalla parte di chi si arrabatta, strizziamo l’occhio alla genialità di chi fornisce scorciatoie che ci fanno risparmiare tempo senza fare sconti al gusto.
Altro punto a favore: a dispetto del nome, la ricetta non prevede i pigeon peas (diffusissimi in India, meno da noi), ma i piselli surgelati che sono per altro immancabili nel ripieno delle samosas, così come la miscela di spezie, trattate in maniera corretta, con la cottura separata.
Unica vera divagazione è la pasta fillo che, però, è la chiave della scorciatoia, a meno che non decidiate di farla in casa – e allora, tanto vale cimentarsi con l’involucro originale.
Ma noi che, more solito, andiamo di fretta, approfittiamo di questa strizzatina d’occhio, in nome di una flessibilità che ci piace, tanto nella teoria, quanto nella pratica.
📚PIGEON PEAS SAMOSA BAKE, da MODERN FLEXITARIAN, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @tartetatina
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TOM YUM RAMEN
di Nicol Pini
Il Ramen è una faccenda seria, a dispetto dello scempio che ne viene fatto da quando ne è esplosa la moda: la chiave di volta è il brodo che va preparato con tutti i sacri crismi, tempi lunghissimi inclusi.
Una volta fatto questo, però, avrete carta bianca (o meglio: brodo nero) per potervi sbizzarrire come più vi aggrada, anche azzardando un matrimonio in teoria impossibile, in pratica golosissimo, come quello proposto dalla ricetta di oggi.
La zuppa più profumata della cucina Thai incontra il brodo più complesso della cucina giapponese, in una fusione vincente e convincente.
E che, per di più, fa pure bene….
📚TOM YUM RAMEN, da MODERN FLEXITARIAN, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @colcavolo_pt
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CURRY DI CAVOLFIORE E CECI
Gennaio è il mese in cui cerchiamo di smaltire tutto quello che abbiamo accumulato durante le feste, ci si orienta verso una cucina leggera, limitiamo il consumo di alcuni alimenti ma senza abolirli del tutto. Ci si affida a una dieta più piena di frutta e verdura e a piatti facili e sani, cercando di renderli comunque gustosi.
E allora ecco che ci aiuta questo libro con un curry delizioso
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Barbabietole e lenticchie brasate al vino rosso con farro
Quando lessi questa ricetta delle barbabietole e lenticchie brasate, mi dissi: non posso farla che io! Sono pur sempre la signora delle barabietole di Cook my Books!
Tra l’altro sono state una sorpresa. Barbabietole e lenticchie sono un connubio perfetto se brasate in un vino rosso corposo, purché vi assicuriate di usare un vino di buona qualità, poiché migliorerà il sapore dello stufato e potrete sempre risparmiarne un bicchiere per accompagnare il pasto
A parte gli scherzi, questo stufato fa dimenticare che stiamo mangiando un piatto flexitariano e soddisfa appieno anche i palati più scettici…
Io questo brasato di barbabietole e lenticchie l’ho adorato. Il farro, caratterizza ancora di più il piatto e troppo spesso ci dimentichiamo quanto siano buoni i cereali gustati nella loro forma più semplice.
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Burger di fagioli dall’occhio con pico de gallo
Quando si parla di burger di fagioli o comunque burger vegani, la maggior parte di noi storce il naso, è scettica, pensa quanto sappia di poco, oppure come potrebbe avere la consistenza ‘cartonata’ del cibo salutare rispetto al grasso che cola del classico hamburger di carne. E invece, se avete dell’ottimo pane, usate un’ottima ricetta come questa e aggiungete un condimento come il pico de gallo, fresco e saporito, otterrete un panino di tutto rispetto che non vi farà rimpiangere proprio nulla…garantito.
I fagioli dall’occhio sono una varietà di fagiolo che magari si trova difficilmente. A livello organolettico sono molto simili ai fagioli borlotti, quindi, nel caso non li troviate, sostituiteli con quelli.
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