In foto, “Cucina e alcol” di Alessandro Colonnetta
Acrilico su foglio di carta, 70 x 50, 2018
CLASSIFICA DELLA SFIDA DI GENNAIO 2018
5 POSTO Gelato all’Aviation di Elisabetta
4 POSTO Anatra in Paradiso di Giuliana
3 POSTO Tonno Torino Milano Livorno di Cristina
2 POSTO Barely Legal Dessert di Valeria
e al primo posto
Il maggior pericolo che si incontra nella gestione di un gruppo è quando ci si inciampa nel fuoriclasse.
A scriverla sembra una boutade, a viverla è un campanello d’allarme costante.
Perchè il fuoriclasse, giocoforza, è quello che ti fa saltare il banco.
Dei ruoli, degli equilibri, delle certezze.
Tu hai una squadra in cui tutti hanno il loro posto e, all’improvviso, ti arriva l’elemento che non solo interpreta fantasticamente il ruolo per il quale è stato scelto, ma che sa giocare anche tutti gli altri, in qualche caso meglio degli altri.
Di imprigionarlo nel proprio recinto, non se ne parla nemmeno: sarebbe ingiusto, sarebbe crudele, sarebbe inutile.
Il talento esce, è il suo destino.
E lo è a dispetto di tutto e di tutti: di chi non lo riconosce e di chi invece, riconoscendolo, ne è spaventato e fa di tutto per allontanarlo.
Raramente i fuoriclasse sono consapevoli della loro bravura. Quelli consapevoli sono i campioni, quelli che hanno studiato per diventarlo, che ragionano con mente fredda, allenata da sempre su tabelle di marcia, orari, regolarità.
I fuoriclasse no, loro vanno e creano. E anche quando studiano e si impegnano (perché lo fanno, oh se lo fanno), hanno sempre quel fondo di positività e di gratitudine che nasce dal poter fare senza sforzo quello che a loro più piace. Da qui, la generosità, lo spirito di condivisione, la mano tesa a chi, in cordata, fatica per arrivare in cima.
In un mondo perfetto, tutto questo sarebbe bellissimo.
Nel mondo imperfetto in cui viviamo, invece, non tutti i compagni di cordata sono grati a chi li aiuta.
Quando lo sono, la squadra fa miracoli. Perché un’altra dote del fuoriclasse è quella di infondere entusiasmo e fiducia nelle capacità di tutti, se tutti sono pronti a farsi coinvolgere. Da lui si impara, con lui si migliora, si cresce, ci si diverte. E si arriva a successi impensabili, con un merito egualmente condiviso, perché la squadra sono tutti, la partita la giocano tutti, il merito per il traguardo raggiunto è di tutti.
Ma quando non lo sono, la squadra si rompe.
Alla confidenza, subentra la diffidenza.
Alla solidarietà, l’egoismo.
Al gruppo, il branco.
Di solito, in questi casi, il fuoriclasse ha la peggio.
Molte volte rovina tutto con le sue stesse mani, reagendo con la scompostezza che nasce dalla frustrazione di intuire e di non capire, di fronte al bisbiglio che cessa un secondo dopo che è arrivato, alla risatina che non si nasconde in tempo, e al crescere di un disagio indefinito ma pungente, di un senso di inadeguatezza costante e frustrante e, alla fine, in una rabbia cieca e disperata che, a volte si trasforma in furia. In quei casi, non ce n’è per nessuno e la sconfitta è devastante: i nemici gongolano, mentre gli amici prendono le distanze, incapaci di capire e di perdonare.
A meno che…
A meno che, fra questi amici, non ci sia qualcuno che ha fatto esattamente lo stesso percorso. Di delusioni, di emarginazioni, di frustrazioni. Ma che negli anni ha imparato che salire su una locomotiva per schiantarsi contro il treno non serve , fatta salva l’ambizione di finire in una ballata di 8 minuti e 17 secondi- ma non è questo il caso.
Quello che serve è il conforto di qualcuno che si schieri dalla tua parte, non perché sei un “poverino”e un “bisognoso”, ma perché sei più bravo degli altri. Che “protegga” la tua bravura,riconoscendola e dichiarandola davanti a tutti
Il talento di Greta (e ok, ce ne ho messo, ma ci sono arrivata) non è qualcosa che sta lassù, né mai lo è stato. Greta è la quintessenza della disponibilità, del confronto, del suggerimento. Io non lo so quante persone le scrivono, per chiederle aiuto, ma so che ad ogni richiesta, lei ha una risposta. E ce l’ha con 4 figli, di cui uno appena nato, con un lavoro massacrante, con una vita incasinata (e pure con un marito fighissimo, il che, diciamocelo chiaro, sul fronte del “facciamocela diventare simpatica” non aiuta per niente).
Ma soprattutto, Greta è umile.
Questa era la sua sfida, e avrebbe potuto vincerla in 1000 modi facili. Bastava scegliere qualche strada ruffiana, qualche effetto speciale di quelli di cui lei è davvero maestra (nel senso che li insegna, per davvero, e non agli studenti, ma ai professionisti) e la sfida sarebbe stata sua. Invece ha preso il sentiero più impervio, quello nascosto, quello difficile- e vi confesso che quando ho visto la sua ricetta ho pensato “non ce la fa, nemmeno stavolta”
E qui, lasciatemi fare una standing ovation per Giulia, esempio di rara mixology 🙂 di sensibilità, gusto, competenza e scazzo sublime. E’ a lei che si deve un ritorno ai livelli di un tempo, non solo per la scelta di un tema difficilissimo, ma per il rigore con cui lo ha perseguito e, nello stesso tempo, l’attenzione che ha dedicato ad ogni vostra ricetta, con commenti incoraggianti nei toni ma giusti nei contenuti, suggello di questo nuovo corso che mette al centro la sincerità di un impegno, quale che sia il livello di ciascuno, ma premia la bravura.
E a proposito di bravura….
Aggiudicarsi il secondo posto, in questa gara, non era perdere di fronte a Greta, ma vincere davanti a Cristina e Giuliana. Erano loro quelle da battere, come è stato chiaro sin dal primo commento di Giulia. Severità nell’adesione al tema, attenzione alla tecnica, ricerca di una perfezione estetica e desiderio di essere stupita erano le sue richieste, chiarissime sin dalle prime battute. E questo non solo definiva già una classifica ideale, con le due nostre “past winner” che di questo tipo di cucina sono le interpreti più talentuose e più raffinate; ma rendeva anche difficilissimo conquistare l’argento: perché di nuovo la gara era sul merito, su una bravura a 360 gradi, su una maturità piena, conquistata sul campo, con la testa e con il cuore. No botte di c..o, insomma.
A volte penso che non aver ancora vinto l’MTC, a dispetto di una pertacipazione assidua ed ammirevole, abbia un suo significato. A me sfugge, un sacco di volte, quanto meno tutte le volte che non vedo premiato chi partecipa da sempre e sempre con dei risultati assolutamente impeccabili. Ma stasera ho un barlume di luce, lo stesso che illumina un percorso nuovo, frutto di una vita nuova, di una mente brillantissima, di una sensibilità rara. Valeria non è più la murzilla saporita che ci ha fatto venire l’acquolina in bocca con i piatti della sua tradizione e neppure la padrona di quella cucina un po’ con-fusa, in cui il passato ed il presente si davano appuntamento per creare piatti insoliti e divertenti. Valeria oggi è una cuoca matura, con in mano le redini del suo futuro, consapevole di poter creare e, ancor più, di poter osare, in piena libertà, la stessa che si respira in questa sua interpretazione del Barely Legal, goloso punto di equilibrio fra concept, tecnica, creatività ed eleganza. E la striscia bianca in primo piano non c’entra 🙂
Per me è un parimerito, perché al di là del diverso risultato nel piatto, identico è lo spirito con cui queste due grandi Signore, Cristina e Giuliana, si accostano all’MTChallenge -e cioè con una umiltà senza pari, una ricerca continua, un mettersi in gioco costante e lo fanno anche e soprattutto per l’affetto sincero che provano per questo gioco, per la Community e per la sottoscritta. Quando dico che resto senza parole, di fronte alle loro ricette, non è solo per la loro perfezione. E’ che mi prende un groppo in gola, travolta come sono dalla gratitudine per questo dare senza posa, questo studio finalizzato alla condivisione, questa generosità che è la loro firma, ancor più dell’eccezionalità dei loro contributi e che è ciò di cui so già che non potrei mai fare a meno
E poi l’outsider, colei che conferma che all’MTC non c’è mai nulla di scontato, anche quando sembra tutto già scritto: Elisabetta, che entra in punta di piedi, con tanto timore e sbaraglia 70 ricette, rivelandosi una concorrente attenta, sensibile, estrosa e originale. Sceglie la via della semplicità, ma lavora di cesello, con un bilanciamento pulito e una riproduzione talmente fedele, dal bicchiere al piatto, da lasciar Giulia esterrefatta e la sottoscritta felice.
Perché, vedete (e qui parlo davvero per tutti), il nuovo corso dell’MTC è proprio questo: dare a tutti, indistintamente, la possibilità di imparare e di migliorarsi, ma non reprimere la bravura dei singoli , in nome di un livellamento verso il basso che non fa onore a nessuno: né ai bravi, né ai potenziali bravi e neppure a chi è consapevole dei propri limiti ma non per questo vuole privarsi del piacere di stupirsi, di ammirare, di riempirsi gli occhi e il cuore di meraviglie, perché se mai ha un senso questo gioco è qui che va cercato. Nel piacere che si prova a stare insieme a persone che altrimenti non avremmo mai incontrato e nella gioia reciproca di scoprire di quanta bellezza si è portatori, dentro e fuori, se solo si è disposti a riconoscerla e ad apprezzarla. E ad imparare da qui a sorridere al mondo.
E ora, tutti da Giulia per le motivazioni della sua classifica e le riflessioni sulla sfida (nonchè le menzioni speciali) e da Greta, naturalmente, per la sbronza di rito: a questo proposito, da stasera abbiamo anche un cocktail, creato da lei e da Giulia in occasione della sfida, dal mitico nome di MTC 69. Una bomba, neanche a dirlo, che stordisce solo a leggerne la composizione. E’ con quello che brindiamo stasera, in attesa, naturalmente, di poterlo assaggiare dal vero!
Grazie a tutti, di cuore!
13 comments
Greta è un mito, la sua ricetta trasuda perfezione ed ero convinta che avesse già vinto almeno 3-4 mtchallenge. Questa sfida è stata difficile ma molto bella, Giulia è stata una grande giudice. E adoro che nel quadro di Ale la donna beva e l’uomo cucini 🙂
Pazzesca come sempre! Grande!!!!
Greta sono contenta, sei Bravissima e te lo meritavi Proprio!!! Giulia sei stata un grande giudice e non è mica facile😉. Che lo ‘SPIRITO’ sia sempre con noi, fratelle di bicchiere😊
YABADAVADOOOOOOOOOO!!!!!
Poche ricette ho visto, ma la visione di questa “rosa CARNina” mi aveva scombussolato!!!
Mitica la GRetta!
E anche la signora dei negroniiiiiiii!!!!!
Questo POST è davvero commovente e va oltre le ricette e la SFIDA. Parla proprio di vita vera. Complimenti a tutte, siete state grandiose, e grazie mille per aver premiato con queste belle parole la mia PARTECIPAZIONE, mai me lo sarei ASPETTATO. evviva MTC!
uno dei post più belli che ho letto qui!
Brava Elisabetta! E bravi tutti!
Non riesco a dire niente, sono commossa e felice per Greta, una vittoria davvero meritata per lei ma anche per la community che si è ritrovata in una competizione davvero di grande livello.. grazie, di cuore.
Caspiterina che piatti!! Bravi tutti e complimenti anche al post… tutto veramente notevole!
Le mie più vive congratulazioni a Greta e a tutte le altre, e un grazie che inizia e non finisce a te, Ale, per questo post che mi ha commossa.
Evvaaaaaaiiiiiii!! CongratulazionI a Greta e grazie di esistere giulia!!! W l’mtc vi lovvo tutti!! (Giuro che non ho bevuto!) 😊
Prima di andare da Giulia devo ringraziarti per questo bellissimo nuovo corso perché se è importante chi vince è altrettanto vero che c’è un secondo e un terzo, quarto e quinto che dal tuo scritto escono tutti vincitori, senza togliere merito a Greta
Condivido la classifica sono tutte preparazione che ho apprezzato, forse il mio ordine era un po’ diverso ma non faccio testo perché per me il coktail era un discorso ostico
Grazie
Bellissimo, al di là dei (meritatissimi) premi. Un post da fottone con lucciconi (sono fuori fascia protetta e lo posso scrivere)
Yuhuuuuhhhuuuuuuuuh
Bravissime!
E che pippone, van pelt.. con la mia panna cotta alla fine mi son sentita una piccola pulce..
😀
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