2,1K
di Greta de Meo – Greta’s corner
Nella storia dell’uomo ha avuto tantissimi nomi: nettare degli dei, ambrosia celestiale,” u ci maya” (lo squisito dei maya ), dono di Odino.
I primi a conoscerlo pare siano stati i raccoglitori del Mesolitico-e da li è stato tutto un crescendo: i Maya, i Greci, i Romani, le popolazioni celtiche e i Druidi scandinavi, tutti pazzi per l’idromele
Frutto della fermentazione tra ὕδωρ, hýdor, acqua e μέλι, méli , miele, spesso addizionati con delle cortecce o delle spezie dai poteri allucinogeni, questa bevanda venne spesso associata a poteri magici e divinatori: oltre al mito sulla sua origine (l’ape trasformava il sole in miele e a questo si univa poi l’acqua, in un legame che rimanda ai miti ancestrali della natura e della creazione), anche tutti gli altri ambiti in cui questo veniva utilizzato avevano sempre qualcosa di sacro e di mistico: dalle popolazioni primitive fino ai Valhalla celtici veniva usato dai santoni per predire il futuro, veniva donato ai defunti per accompagnarli nel loro viaggio verso l’aldilà, veniva regalato ai novelli sposi per propiziare la nascita di un bambino maschio, o bevuto dai cavalieri per festeggiare una vittoria.
I primi a conoscerlo pare siano stati i raccoglitori del Mesolitico-e da li è stato tutto un crescendo: i Maya, i Greci, i Romani, le popolazioni celtiche e i Druidi scandinavi, tutti pazzi per l’idromele
Frutto della fermentazione tra ὕδωρ, hýdor, acqua e μέλι, méli , miele, spesso addizionati con delle cortecce o delle spezie dai poteri allucinogeni, questa bevanda venne spesso associata a poteri magici e divinatori: oltre al mito sulla sua origine (l’ape trasformava il sole in miele e a questo si univa poi l’acqua, in un legame che rimanda ai miti ancestrali della natura e della creazione), anche tutti gli altri ambiti in cui questo veniva utilizzato avevano sempre qualcosa di sacro e di mistico: dalle popolazioni primitive fino ai Valhalla celtici veniva usato dai santoni per predire il futuro, veniva donato ai defunti per accompagnarli nel loro viaggio verso l’aldilà, veniva regalato ai novelli sposi per propiziare la nascita di un bambino maschio, o bevuto dai cavalieri per festeggiare una vittoria.
Si è anche ipotizzato che la famosa “pozione magica” di cui si parla nei racconti di Asterix e Obelix in Gallia, quella capace di donare a chi la beveva i “superpoteri” fosse proprio l’idromele. Pare sia stata la prima bevanda scoperta dall’uomo, prima ancora della birra. Conobbe la sua maggior diffusione durante il Medioevo soprattutto fra il popolo, per la facilità di preparazione e reperibilità degli ingredienti, pur conservando la sua valenza “spirituale”.
Sapevate che proprio da qui deriva il termine “luna di Miele”? Alle giovani coppie dei ceti sociali più alti veniva regalato tanto idromele da bastare per un intera luna, abbastanza idromele da assicurare alla coppia vigore, fertilità e figli maschi: certo,a ripensarci, c’è poco di romantico in questa usanza, ma gli effetti che si cercavano erano discendenze numerose e valide. E l’idromele funzionava meglio di un mazzo di rose rosse 🙂
Sapevate che proprio da qui deriva il termine “luna di Miele”? Alle giovani coppie dei ceti sociali più alti veniva regalato tanto idromele da bastare per un intera luna, abbastanza idromele da assicurare alla coppia vigore, fertilità e figli maschi: certo,a ripensarci, c’è poco di romantico in questa usanza, ma gli effetti che si cercavano erano discendenze numerose e valide. E l’idromele funzionava meglio di un mazzo di rose rosse 🙂
Insomma, è sempre stata una bevanda molto diffusa, ma in realtà ad oggi ancora sconosciuta, cosa che gli ha permesso di conservare una certa aura magica.
Naturalmente il metodo di produzione è cambiato moltissimo, nel corso dei secoli, soprattutto dopo la diffusione del vino nelle culture europee: attualmente, le tecniche di produzione sono prese in prestito dalla vinificazione in bianco; il miele infatti per la sua composizione zuccherina, una volta disciolto in acqua, ha delle caratteristiche del tutto simili ad un vero e proprio mosto, anche se, essendo composto da quasi tutti zuccheri fermentescibili, ha un processo di fermentazione difficile da controllare. Esistono molti tipi di idromele, cosi come esistono molti tipi di miele, alimento talmente eccezionale da regalare a questa bevanda tutti i suoi profumi anche dopo fermentazione ed invecchiamento. Insomma che sia fermo o mosso, che sia invecchiato in bottiglia per idromele spumanti, che in tino aperto per quello fermo, questa bevanda non smette di affascinare.
Naturalmente il metodo di produzione è cambiato moltissimo, nel corso dei secoli, soprattutto dopo la diffusione del vino nelle culture europee: attualmente, le tecniche di produzione sono prese in prestito dalla vinificazione in bianco; il miele infatti per la sua composizione zuccherina, una volta disciolto in acqua, ha delle caratteristiche del tutto simili ad un vero e proprio mosto, anche se, essendo composto da quasi tutti zuccheri fermentescibili, ha un processo di fermentazione difficile da controllare. Esistono molti tipi di idromele, cosi come esistono molti tipi di miele, alimento talmente eccezionale da regalare a questa bevanda tutti i suoi profumi anche dopo fermentazione ed invecchiamento. Insomma che sia fermo o mosso, che sia invecchiato in bottiglia per idromele spumanti, che in tino aperto per quello fermo, questa bevanda non smette di affascinare.
Ma di che cosa sa l’idromele?
Dipende…
Da che depende?
Da una serie di fattori: il primo è miele di partenza; il miele di castagno, per esempio, darà un prodotto con delle spiccate note amare, il miele di millefiori, invece, un prodotto più dolce.
Dipende…
Da che depende?
Da una serie di fattori: il primo è miele di partenza; il miele di castagno, per esempio, darà un prodotto con delle spiccate note amare, il miele di millefiori, invece, un prodotto più dolce.
Per bilanciare la dolcezza del prodotto vengono spesso aggiunti anche degli acidificanti, un esempio su tutti l’acido lattico, oppure lo si lascia in purezza: in questo caso prende il nome di “mead”, un idromele di tutto miele.
Di
solito viene classificato come un dopo pasto, ha delle sensazioni di
lieviti ( che vengono usati per tenere a bada la gradazione alcolica ),
di pane e puo essere aromatizzato con varie spezie o bacche come la
canella, i chiodi di garofano, il mirtillo.
Di
solito viene classificato come un dopo pasto, ha delle sensazioni di
lieviti ( che vengono usati per tenere a bada la gradazione alcolica ),
di pane e puo essere aromatizzato con varie spezie o bacche come la
canella, i chiodi di garofano, il mirtillo.
Gli abbinamenti in cucina sono moltissimi, proprio perchè gli ingredienti di base possono essere molto diversi tra loro.
Io di solito, uso di solito tre regole di base per il food pairing.
Io di solito, uso di solito tre regole di base per il food pairing.
La prima è seguire la territorialità, abbinare cioè il cibo all’idromele/vino/cocktail con prodotti che abbiano la stessa regione di produzione: questo vi aiuterà anche a trovare delle connessioni storiche tra quello che bevete e quello che mangiate.
La seconda è l’affinità di sentori: provate a pensare all’idromele come ad un vino bianco dolce: ecco che l’abbinamento con un dolce viene da sè, meglio se caramellato, magari croccante, con aggiunta di frutta secca.
La terza regola è quella che vede l’accostamento di una bevanda che tende al dolce con pietanze sapide, minerali, acide, quindi per contrapposizione– per cui libero sfogo a crostacei, conchiglie, tartare, ceviche., formaggi stagionati o erborinati.
La quarta regola, che non ho elencato tra le fondamentali, ma che forse è la più importante di tutte è affidarvi al vostro palato, al vostro istinto, provando possibili accostamenti che il vostro istinto vi suggerisce
Conludo dicendovi che anticamente l’idromele veniva anche usato come rimedio per la tosse: lo si scaldava leggermente e lo si lasciava in infusione con un paio di chiodi di garofano.
Se funziona, non lo so. ma di sicuro è buonissimo!
Se funziona, non lo so. ma di sicuro è buonissimo!
5 comments
Dunque, a quanto capisco, l'idromele va acquistato, non si può produrre in casa. Dove si acquista?
Dunque, a quanto capisco, l'idromele va acquistato, non si può produrre in casa. Dove si acquista?
eccomi Giulietta, in realtà lo producono anche in casa ma ti servirebbe dell'attrezzatura specifica e come spiegavo nell'articolo dei lieviti adatti. Dovresti trovarlo in enoteca, Chimera è molto buono
Grazie Greta, un articolo stupendo da cui ho imparato tantissimo.
Non sapevo che Luna di Miele derivasse dall'idromele, e in effetti mi sono sempre chiesta come mai si chiamasse così. 🙂
Adesso ho una voglia matta di rifornirmi di idromele di tutti i tipi… effetto MTChallenge!!! ^_^
In ultimo vorrei ringraziarti per le dritte sugli abbinamenti culinari, preziosissime.
Un abbraccio.
Mapi grazie ❤
Comments are closed.