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MTCiak n. 64 – La cuoca del Presidente

by Redazione

di Patrizia Malomo – Andante con gusto

Il sale della vita è nelle avversità e nella capacità di superarle

locandina

Nelle cucine di un avamposto Antartico segnato da un territorio ostile ed un clima ingrato, lavora alacremente Hortense Laborie, una donna di mezza età minuta e di poche parole.
Durante la visita di una troupe televisiva alla missione, che ospita un manipolo di operai coraggiosi, una giornalista intuisce che dietro il carattere brusco e riservato di Hortense si nasconda una storia.
Il tentativo di scandagliare la vita della cuoca solitaria non ha successo e molto presto Hortense comincerà una nuova esistenza in Nuova Zelanda, realizzando la tartufaia che ha sempre sognato.
Hortense, osservando dalla sua stanza quel paesaggio che l’ha ospitata negli ultimi mesi, si lascia andare ai ricordi della sua vita precedente, ed è la sua memoria che ci racconta la verità su un passato misterioso.

HORTENSE
Christian Vincent, il regista de La Cuoca del Presidente, utilizza il flash back come strumento principale per cucire una storia delicata e profonda sui rapporti umani e le difficoltà, a volte insormontabili, che questi comportano.
Hortense Laborie, che ha il volto espressivo di Catherine Frot, è il personaggio liberamente ispirato a Daniele Delpeuch, la donna che dal 1986 al 1988 fu cuoca personale di Francois Mitterand.
Il regista, cuoco appassionato e fine conoscitore di vini, costruisce l’immagine di questa donna forte e determinata con un tocco esperto, inoltrandosi in quelle che sono le dinamiche dell’alta cucina, un sistema chiuso e profondamente misogino contro cui Hortense finisce suo malgrado, con lo scontrarsi.
Il film entra per la prima volta in maniera reale nelle sale dell’Eliseo, mostrandoci tutte quelle regole e quei cerimoniali a cui Hortense deve piegarsi (non sempre comunque, perché la sua personalità le consente di fronteggiare molte situazioni scottanti modificandole a suo favore), ma che grazie ad un’intelligenza vivace e ad una profonda conoscenza della cucina, riesce ad avvicinarsi al Presidente, e con lui instaurare un rapporto cordiale ed onesto.

PALAZZO
L’abile mano del regista, che salta dal passato al presente ricucendo i ricordi che Hortense cerca invano di scacciare, ci mostra come certe gelosie dalle cucine di palazzo, così come certe strategie atte a boicottare il duro lavoro della cuoca, finiscano con il fiaccare lo spirito di questa donna coraggiosa, portandola a “naufragare” su una terra lontana e così diversa da tutto ciò che Hortense ha conosciuto.
Per tutto il periodo della sua vita a Palazzo, Hortense dimostra come la cucina sia l’unica e la sola ragione del suo impegno, sperimentando la novità ma restando fortemente legata alle proprie radici, raccogliendo dalla bocca del Presidente quelli che sono i suoi gusti in fatto di cibo, e riportandoli fedelmente nei piatti che instancabilmente cucina.

DRINK COL PRESIDENTE
Non si conforma agli standard imposti, non indossa la toque ma un semplice grembiule vezzoso, scherza con il suo aiutante, un giovane pasticciere che sarà l’unico a riconoscere il suo grande valore, e cucina a voce alta, elencando gli ingredienti ed i passaggi di ogni ricetta che realizza.
Attraverso il rapporto diretto con il Presidente, viene a conoscenza di un libro, molto amato da Mitterand, Elogio della cucina francese di Edouard Nignon (grandissimo chef al servizio dello Zar Nicola II), spesso presente durante le loro conversazioni appassionate, dal quale il Presidente enuncerà pagine a memoria ed Hortense realizzerà splendidi piatti.
Nessuno, a parte il Presidente, ringrazierà Hortense per il difficile compito accettato.
La protagonista metterà democraticamente a disposizione il proprio talento eccezionale per il potere e per la classe operaia, mantenendo intatta la sua visione poetica del cibo, che è un canto d’amore per la tradizione culinaria francese.
Durante la sua ultima cena preparata nella cucina in Antartide, riceverà quelle attestazioni di affetto e rispetto che tanto le sono mancate a Parigi.
Via via addentrandoci tra i flash back di un passato straordinario ed un presente di isolamento, emerge la visione della vita di Hortense, che è come un menù: ogni piatto è importante singolarmente ma se non è collegato agli altri in maniera armoniosa, perde di significato.
Così come ogni individuo è importante solo se messo di fronte al suo rapporto con gli altri ed alla sua capacità di creare un legame.
Una curiosità: le meravigliose portate che possiamo ammirare in scena sono state realizzate da tre grandi chef francesi: Gerard Besson (chef del Coq Heron), Guy Leguay (famoso chef del Ritz di Parigi) e Elisabeth Scotto (giornalista esperta di cucina che scrive per Elle).
Fra i piatti che scorrono sotto i nostri occhi ingolositi, ci sono: Vellutata di asparagi e cerfoglio, oppure un filetto di bue in crosta di pane; delle cotolette di agnello alle erbe e patate Julia, uno spettacolare cavolo farcito al salmone; non mancano uova e tartufi, tanti e generosi.

PANE

La scena dello spuntino notturno, una delle più deliziose del film, vede Hortense servire un crostino di pane, burro e tartufi neri al Presidente, modestamente seduto nella sua cucina, mentre sorseggia estasiato dello Chateau Ravas del ’69.
Protagoniste anche le ostriche, in una richiesta dell’ultimo minuto, che vedrà Hortense fare l’impossibile per servirle nei tempi: Ostriche con maionese al limone, salsa mousseline e vinaigrette con scalogno grigio e due paté di foie gras.
Per i dolci, Hortense svela al suo aiutante pasticciere, il segreto per la crema della Torta della nonna: “Quando ha aggiunto la farina, versi un po’ di latte caldo per allentare la crema e versi l’impasto nel resto del latte. Capito? Poi cuoce a fuoco lento. Porta ad ebollizione frustando senza sosta per 5 minuti. E’ chiaro? Soprattutto, quando aggiunge gli albumi battuti a neve, controlli che la crema sia molto calda perché la neve li scotti appena un po’”.

7 comments

Maria Teresa 2 Aprile 2017 - 10:32

Dopo la tua brillante e accurata recensione non mi resta che vedere il film, grazie Patty 😘

Antonella 30 Marzo 2017 - 13:22

Ho letto il libro, visto e rivisto questo film che hai descritto con lo stesso garbo, memorabile la scena dello spuntino notturno con pane , burro e tartufo. Grazie per avermi fatto rivivere la bellezza e il buon gusto di questo film.

Alice 29 Marzo 2017 - 16:22

Lo vidi Per caso qualche Anno fa e mi piacque moltissimo, delicato Ed EMOZIONANTe. È stato bello rivederlo attraverso le tue PAROLE:-)

MILE81 29 Marzo 2017 - 15:54

Bellissimo questo film! Offre tanti spunti e secondo me fa riflettere sul nostro rapporto col cibo e la CUCINA!

diana monaco 29 Marzo 2017 - 12:26

Grazie, è un film che rivedo sempre con assoluto piacere e tu ne hai fatto scoprire ancora alcuni angoli nascosti, ancora grazie!!!

Sonia C. 29 Marzo 2017 - 9:48

Ora devo assolutamente vedere il film….anche se Patty è così brava a raccontare che, un po’, è come averlo già visto 😉

FedeB 29 Marzo 2017 - 9:10

Ho visto il film l’anno scorso perché mio marito me lo aveva registrato 🙂
mi è piaciuto moltissimo, è impossibile non sentirsi un po’ Hortense e lottare assieme a lei mentre si guarda!

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