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Quando vi diciamo che qui dentro siam matti, mica lo diciamo tanto per dire… Prendete Totta, per esempio: una a cui tocca in sorte di andare in crociera con la mamma, in pieno MTChallenge. Uno normale cosa avrebbe fatto? I bagagli, anzitutto- e poi si sarebbe concentrato sulla settimana di mareprofumodimare che gli si parava dinanzi, con tutte le sorprese che avrebbe comportato. Di sicuro, comunque, non sarebbe arrivato alla partenza trafelato, “perchè prima ho da fare le crocchette calabresi per l’erba del vicino” e meno che mai avrebbe fatto puntate frequenti alla postazione dei pc, “perchè, mannaggia all’Oceano, non riesco a programmare il post”. Ma come la fortuna aiuta gli audaci, anche la follia, ogni tanto, è benevola: e quindi, alla fine, ce l’abbiamo fatta e possiamo trionfalmente ospitare su questi schermi le Palle della suocera della Totta. Con tanto di colonna sonora in sottofondo….
LE CROCCHELLE DI RISO CALABRESI DI TOTTA
Quando ho letto il titolo della ricetta proposta da Roberta vincitrice dell’edizione di ottobre dell’MTChallenge, che da buona palermitana ci ha insegnato a fare le arancine, ho subito pensato alla versione che generalmente prepara mia suocera. Poi però ho letto il regolamento e ho scoperto che non potevo proporla, pena la squalifica. Poi però le signore dell’MTC hanno proposto tutta una serie di approfondimenti sulla ricetta del mese tra cui la rubrica “L’erba del vicino” che nasce con l’idea di esplorare tutte le varianti regionali/provinciali/comunali della ricetta in gara. Perchè paese che vai ricetta trovi……
In questa rubrica trova quindi spazio questa versione calabrese, a casa nostra conosciuta come “Le palle di mia suocera”. Che poi sono palle sia in senso geometrico, che in senso di bugie, perchè chiedendo alla suocera di cui sopra maggiori delucidazioni ho scoperto che in realtà si chiamano crocchelle e che non sono una ricetta di casa sua, ma che lei ha imparato a prepararle dalla cognata (moglie del fratello) e, infine girovagando su internet ho scoperto che non sono una prerogativa di famiglia, ma sono diffuse in tutta la calabria anche se con 10, 100, 1000 versioni diverse. La versione calabrese è una “pallida” (non nel senso di sapore, ma solo di colore) delle più famose arancine siciliane nel senso che il riso è cotto nel latte o più semplicemente nell’acqua e nel ripieno c’è la mozzarella che lo rende estremamente filante.
In questa rubrica trova quindi spazio questa versione calabrese, a casa nostra conosciuta come “Le palle di mia suocera”. Che poi sono palle sia in senso geometrico, che in senso di bugie, perchè chiedendo alla suocera di cui sopra maggiori delucidazioni ho scoperto che in realtà si chiamano crocchelle e che non sono una ricetta di casa sua, ma che lei ha imparato a prepararle dalla cognata (moglie del fratello) e, infine girovagando su internet ho scoperto che non sono una prerogativa di famiglia, ma sono diffuse in tutta la calabria anche se con 10, 100, 1000 versioni diverse. La versione calabrese è una “pallida” (non nel senso di sapore, ma solo di colore) delle più famose arancine siciliane nel senso che il riso è cotto nel latte o più semplicemente nell’acqua e nel ripieno c’è la mozzarella che lo rende estremamente filante.
Per 3 crocchelle (delle dimensioni di una piccola arancia):
150 gr di riso originario
1 uovo intero
50 gr di parmigiano grattugiato
50 gr di mozzarella
50 gr di prosciutto cotto a dadini
1 uovo sodo
pastella (100 ml di acqua e 50 gr di farina)
pangrattato
sale e pepe
olio per friggere
150 gr di riso originario
1 uovo intero
50 gr di parmigiano grattugiato
50 gr di mozzarella
50 gr di prosciutto cotto a dadini
1 uovo sodo
pastella (100 ml di acqua e 50 gr di farina)
pangrattato
sale e pepe
olio per friggere
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2 comments
Mi sono divertita un sacco a leggere il tuo post! Evviva le palle della suocera!!! 😀
Non pensavo che mi sarebbe mai capitato di esclamare "che belle palle!" e collegarle pure ad una suocera.. ah, magie dell'Emmeticì! anche queste non scherzano, in fatto di sapore e delizia, come tutte le arancine che ho visto in queste due settimane! ehi, ma le hai fatte assaggiare anche al capitano Stubing?? 🙂
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