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Prendete uno scrittore catalano, ironico, divertente, autore di una serie di romanzi polizieschi ambientati a Barcellona.
Aggiungeteci che, oltre a scrivere romanzi, saggi e poesie, si è occupato sovente di enogastronomia.
Prendete il suo personaggio, José “Pepe” Carvalho Touròn, nato in Galizia e trasferitosi a Barcellona, ex comunista militante durante la lotta al regime franchista, ex agente della CIA ed infine investigatore privato.
Aggiungete un aiutante, Biscuter, che è anche un ottimo cuoco.
Unite la passione che ha Pepe per la buona cucina, tradizionale catalana, ma non solo, che ritorna in ogni romanzo.
Mescolate bene questi ingredienti ed otterrete un insieme di ottimi motivi per immergervi nella lettura dei romanzi di Manuel Vàsquez Montalbàn, che vedono come protagonista il celebre Pepe Carvalho. Investigatore privato, erudito, sardonico, cinico, un vero e proprio antieroe, il quale brucia libri per hobby e per vendetta e che tra un’indagine e l’altra non manca mai di concedersi un buon pasto: che sia lui a cucinare, che degusti un piatto preparato dall’aiutante Biscuter, che si rechi in un ristorante, che mangi da solo o in compagnia, il cibo diventa una sorta di leitmotiv che delinea ogni vicenda raccontata.
Il cibo è per Pepe godimento all’ennesima potenza, non senza le conseguenze di un gesto quasi “immorale”: spesso l’eccesso di alimenti pesanti ed estremamente grassi è causa di indisposizioni del corpo. La gastronomia è da un lato (quando va al ristorante) conoscenza di piatti nuovi, con accostamenti insoliti, e dall’altro (quando cucina) ricordo dei sapori d’infanzia, attraverso le ricette popolari, che rievocano i profumi e i sapori dei piatti della nonna, donna Francisca Pérez Larios. L’atto del cucinare inoltre è, per il nostro investigatore, uno sfogo, una risposta nevrotica a un momento di irritazione e spesso si trova a farlo di notte o ad orari improbabili:
“Carvalho cucina per impulso nevrotico, quando è depresso o irritato, e quasi sempre cerca una compagnia complice per mangiare quanto ha cucinato, per evitare l’onanismo della semplice nutrizione e riuscire nell’esercizio della comunicazione” 1.
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Vàsquez Montalbàn ha un palato più raffinato del suo personaggio e ci tiene a ribadirlo, quasi a sottolineare le sue competenze in campo gastronomico, ma senza nulla togliere al gusto di Carvalho, che seppur discutibile esiste eccome. E questo lo fa nel libro che raccoglie le numerose ricette comparse nei romanzi, Le ricette di Pepe Carvalho, in cui l’autore riporta i piatti che Carvalho mangia o cucina nel corso delle sue avventure, ma in alcuni casi fa vere e proprie correzioni di ricette che risultano ai suoi occhi storpiate, a causa di una certa grettezza del protagonista. È il caso, ad esempio, della fideuà (ed eccoci finalmente giunti al perché di questo articolo), che Pepe prepara in una versione thailandese e che l’autore ritiene un vero e proprio attentato a una ricetta tradizionale catalana, decidendo così di proporre l’originale a correggere l’errore:
“Mi sembra altrettanto riprovevole la fideuà che esegue in Gli uccelli di Bangkok, autentico attentato contro un piatto squisito, che lui trasforma in un bizzarro calcestruzzo composto da grumi di farina di riso e animali di ogni genere, mentre la fideuà degna di tal nome si fa con pasta di grano duro, possibilmente fidelini, e con pochi intrugli […]”2.
Forse ha ragione Montalbàn.
O forse no.
Noi, concorrenti dell’MTC, lo sappiamo bene, dobbiamo affrontare la questione ad ogni sfida: ogni mese ci viene proposta una ricetta tipica e noi la decliniamo, secondo i nostri gusti, le nostre esigenze (anche salutari), coniugando quella tradizione con quella del luogo in cui viviamo o a cui siamo in qualche modo legati. Eppure lo facciamo con rispetto, con ponderazione, con uno studio attento e preciso degli accostamenti di sapori e profumi, magari proviamo accostamenti anche azzardati, ma mai senza averli pensati attentamente. Secondo quanto dice Vàsquez Montalbàn, sembra che il suo eroe abbia fatto tutt’altro che questi ragionamenti, pare piuttosto che abbia assemblato casualmente tutto ciò di cui disponeva, buttando giù una ricetta in maniera affrettata.
“La ragazza lasciò sul tavolo un pacco di spaghettini di farina di riso, carne di maiale e di pollo tagliata a pezzetti, calamari, gamberetti, una scatola di pomodori, due peperoni, cipolle, aglio e, alla colpevole richiesta di Carvalho perché andasse a prendere un po’ d’olio di oliva, lei rispose con un sorriso e uscì di nuovo, per tornare quasi subito con una bottiglietta dove c’era qualcosa che ricordava il colore metallico dell’olio di oliva. La ragazza spiegò che in Thailandia lo si comprava nelle farmacie e che le donne lo adoperavano per la cura dei capelli.”3
Eppure al di là degli ingredienti, uniti apparentemente senza raziocinio o istinto gustativo, è evidente quanto Pepe non sia affatto un cuoco così improvvisato e lo vediamo da come si muove in cucina:
“Con un coltello in mano e adoperando il tavolo come tagliere, Carvalho si trasformò in un vero e proprio spettacolo preparando i prolegomeni per il soffritto, pulendo i calamari, sgusciando i gamberetti e cominciando a preparare un court-bouillon con i gusci dei crostacei e le ossa del pollo.”4
“Innanzitutto bisogna soffriggere bene la carne e fare nell’olio un soffritto denso, disidratato, [..]. Una volta eseguito il soffritto vegetale composto di cipolla, pomodori e peperone, vi si aggiungono il maiale, il pollo e i calamari tenendo da parte i gamberetti che verranno uniti all’ultimo momento. In questa frittura si fanno rinvenire i fidelini normali, ma per riguardo alla fragilità di questi spaghettini di riso che lei mi ha procurato, non li butterò che più tardi e intanto verserò il brodo sul soffritto, aspetterò il primo bollore e lo farò andare per un po’ allo scopo di amalgamare i sapori. Poi gli spaghettini e i gamberetti sgusciati e due o tre minuti prima di togliere il tutto dal fuoco, un bel trito d’aglio stemperato nell’olio Poi si fa riposare l’intruglio sperando che tutto vada per il meglio.”5
Da queste dettagliate spiegazioni, si evincono una grande manualità, una conoscenza degli ingredienti, certamente conditi con un po’ di improvvisazione e di spirito di adattamento, guidati dall’istinto e dalla fortuna, che probabilmente in determinate circostanze non possono venir meno. Allora, forse, Vàsquez Montalbàn e Carvalho hanno semplicemente gusti differenti, e se l’uno -in questo caso- è più propenso al rispetto delle tradizioni, l’altro, pur rimanendo legato ai sapori d’infanzia, si concede -in questo caso- un’ardita sperimentazione.
Oltraggioso rispetto alla cucina tradizionale o pioniere della cucina d’avanguardia?
“Il miracolo a effetto ceramico avvenne e nella padella prese forma una raffinata fideuà in cui i tenui spaghettini di farina di riso promettevano una consistenza quasi vegetale. […] Carvalho disse che appena fosse tornato in Spagna avrebbe brevettato la ricetta che, senza dubbio, sarebbe stata accettata di buon grado dagli italiani e dai valenzani, perché metteva insieme la cultura della paella, del riso e dei fidelini, in una sintesi prodigiosa mai venuta in mente a nessun profeta della nuova cucina.”6
Stando alla descrizione del risultato, con relativa soddisfazione del cuoco, si potrebbe propendere per la seconda, non credete?
Elisa- Saporidielisa.it
1 Manuel Vàsquez Montalbàn, Le ricette di Pepe Carvalho, edizione Feltrinelli, p. 10
2 Ivi, p. 11
3 Ivi, p. 125
4 Ibidem
5 Ivi, p. 126
6 Ibidem
4 comments
ecco, e l'avevo letto…. Però mi mancanole ricette, ho solo le ricette immorali e questo mi manca, ma sarà una mancanza breve. Secondo me Montalban Padre è troppo severo con Pepe Figlio, e direi assolutamente Pioniere della cucina d'avanguardia. Gli oltraggi alla tradizione poi non fanno audience, tali e tanti sono… e senza oltraggio alla tradizione da dove nascerebbe il nuovo?
bellissimo, grazie
Articolo raffinato, spunto divertente e lettura piacevolissima…a chi dare ragione? A Pepe o al suo autore? beh…nello spirito dell'mtc Carvalho ha improvvisato con quello che ha trovato e quindi perché no? Ma…la salsa d'accompagnamento? 😀
Ma allora ecco dove l'avevo già sentita!!!
Meno male che ci siete voi a farmi da promemoria 🙂
E pensare che quel libro mi era piaciuto tantissimo..
Bello!
Buona Pasquetta…
Un bacio
Laura
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