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di Francesca Carloni- Burro e Zucchero
Dalla fine della Guerra Civile americana fin verso la metà del 1880, ci fu in America l’era dei cosiddetti “trail drives” e “cattle drives” cioè i viaggi per i sentieri delle vaste praterie americane, dove i cowboys conducevano mandrie enormi di bestiame (cattle) dal Texas fino al Kansas e Missouri. Molti di loro arrivavano anche in Wyoming e perfino in Canada!
Nei primi tempi i cowboys dovevano accontentarsi di usare solo quello che potevano portare con sé, e ciò era fonte di grande disagio, di fame e di fatica. Dalla necessità di colmare questa mancanza di “comfort” un proprietario di ranch in Texas, Charles Goodnight, creò nel 1866 i primi chuck wagons, i carri dispensa che trasportavano la qualunque:
-vari utensili da cucina, pentole e pentolame, compreso il famoso Dutch oven, una pentolona di ghisa che fungeva da forno: veniva messa sopra le braci ardenti, chiusa col coperchio e ricoperta ancora di braci!
– un barile pieno di acqua, solitamente legato sul lato del carro che soddisfava le esigenze idriche per almeno due giorni.
– enormi scorte di cibo: fagioli (ma va!), carne, carne di maiale salata, melasse, farina, riso, frutti secchi (principalmente uvette, mele e prugne,) zucchero e ovviamente, caffè. Anche il manzo era mangiato spessissimo dai cow boys, la materia prima non mancava di certo! E poi: i prodotti in lattina come pomodori, pesche, latte e simili divennero pian piano disponibili più tardi, negli ultimi anni del 1800.
Non potevano trasportare in viaggi così lunghi né uova, né latte e derivati, per cui le ricette erano preparate di conseguenza.
Chuck wagon – Photo courtesy of Roger Edison |
Ma il chuck wagon, non era solo un “contenitore” per trasportare delle cose, era molto, molto di più: era il punto di raduno di tutto il gruppo, il posto dove potersi rilassare, fare quattro chiacchere e raccontarsi gli avvenimenti della giornata. Era il solo indirizzo conosciuto dal cowboy, una vera “casa” durante il viaggio. E se il carro era la loro casa, il CUOCO (chiamato amichevolmente “Cookie”) era il loro RE! Sì, il cuoco era di assoluta importanza e la figura dominante del gruppo: da lui dipendeva la morale dei cowboys e il funzionamento regolare del campo, la sua autorità era indiscutibile. Anche il capo mandria si avvicinava con rispetto e cautela al cuoco. Il suo era spesso un carattere non facile, forse dovendo spesso cucinare in condizioni molto disagiate (vento, pioggia, fango, sabbia, insetti e talvolta serpenti!) 3 pasti caldi al giorno per molti uomini affamati! Ecco come si presentava e come procedeva la “truppa”:
Photo courtesy of Kenzer and Company
Fortuna che per regolare la quotidianità del campo, esistevano poche e semplici regole “non scritte” ma basate sul rispetto per gli altri e sul buon senso, seguite diligentemente dai cowboys, eccone alcune:
1. era vietato legare i cavalli al chuck wagon, e per avvicinarsi ad esso col cavallo occorreva procedere controvento per evitare di alzare sabbia che potesse arrivare sul cibo.
2. era vietato toccare gli utensili del cuoco, o avvicinarsi al suo tavolo di lavoro.
3. al momento del pasto, nessun cowboy si azzardava a servirsi da solo senza il permesso del cuoco.
4. se un cowboy si alzava per riempirsi nuovamente la tazza di caffè e qualcuno urlava”Man at the pot!” (Uomo alla pentola!) doveva riempire tutte le tazze che gli porgevano gli altri e dopo la sua.
5. dovevano pulire i piatti dopo aver finito di mangiare e metterli nella “wreck pan” (lett.: padella dei rottami)
Il “cookie” lavorava sodo, tanto quanto i cowboys, e forse di più. Si alzava prima di tutti gli altri, alle prime ore del mattino, e preparava i sourdough biscuits e il caffè.
Coffee pot night – Photo courtesy of Roger Edison
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Oltre a questi, i pasti preparati dal “cookie” erano costituiti da fagioli, o frijoles, come erano chiamati. La carne non mancava mai, e un buon cuoco sapeva come prepararla in molti modi diversi. Bistecche fritte erano le più comuni, ma anche arrosti di carne (pot roasts), costolette (short ribs) e spezzatini (stew) apparivano spesso sul menu.
Se era in “vena” e voleva essere gentile con “i boys” faceva il dolce. Solitamente una classica pie (chiusa) con mele o altra frutta secca. Per far uscire il vapore dall’interno, spesso tagliava la sfoglia che chiudeva la “pie” con incisioni del logo del gruppo.
Era cibo semplice, apparentemente monotono, e lo standard era ben inferiore a un pasto ideale. Nonostante ciò, a molti cowboys in pensione vengono gli occhi lucidi quando ripensano al cibo mangiato in quei giorni di viaggio con i carri.
(Photo by Sandra Julian – Courtesy of Roger Edison)
E a noi vengono, dopo aver letto questo articolo che ci auguriamo possa servirvi come spunto per l’ambientazione del vostro chili con carne: non un piatto da gran ristorante, ma un piatto semplice, che trae proprio dalla sua essenzialità la propria forza e il proprio carattere. E se proprio dobbiam fare un piatto stellato, chele stelle sian quelle dei cieli del lontano West, nelle notti illuminate dalla luce dei falò e dai mozziconii accesi dei cigarilli. il resto, per stavolta, non abita qui.
Buon lavoro!
18 comments
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Questo mi era sfuggito. Bravissima Francy, post molto interessante!
Questo mese sei stata tu a guidarci nel training autogeno! Un post magnifico!
Certo che se dietro un grande uomo c'e sempre una grande dona, dietro ogni cowboy, a parte il cavallo, c''e un grande cookie con il suo chuk wagon!
Fantastica Francy!
Ma che bell'articolo!!!!! Ora mi trasferisco sul carro e medito…..ooopppssss …cucino….beh…..dai….. a quest'ora sogno……..
Buonanotteeeeee
Ma grazieee! son contenta che vi sia piaciuto l'"articolo", non solo quello della prima foto, eh! :-)) e che il cowboy (possibilmente sempre quello della prima foto) sia con noi! (questo mese e i successivi, magari)
Bellooooo…molto molto interessante
come sopra 🙂
Bell'articolo, trasporta immediatamente in quell'atmosfera che accompagnerà la ricetta di questo mese 🙂
lo deduci dalla prima foto, vero? 🙂
wonderful!
Che bell'articolo Francy!!!
Ci hai proprio introdotte nell'argomento e personalmente ho imparato un sacco di cose leggendoti. GRAZIE!!!!!
Bellissimo! Brava Francy!! 🙂
E lo prometto: piatti semplici 😀
Meraviglioso questo post…. prevedo un mese pieno di cowboys!!! 😉
e magari, Terry,,, magari!!!
Meraviglioso articolo, grazie Francesca! Mi hai catapultata in un mondo che non conoscevo, e che ora è già un po' più mio, hai creato la giusta atmosfera, adesso sento di potermi immedesimare in un cookie!
questo tema mi piace tantissimo, e questo post è riuscito a trasportarmi esattamente su un cuck wagon mentre il cookie sta preparando il chili!! 😀 Grazie!
Prevedo un mese davvero esaltante!
tu si che sei una vera intenditrice..:-)
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