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di Roberta Cornali- La Valigia sul Letto
“Who made the doughnuts with the hole in the middle?
Just how it got there will be always a riddle.”
Sono
versi di una vecchia canzone americana: “ Chi ha fatto i doughnuts con
il buco nel mezzo? Come si finito li’ (il buco) sara’ sempre un
indovinello “ Vero e’ che l’umile doughnut, o piu’ semplicemente donut,
ha un passato contorto che coinvolge immigrati olandesi, esiliati russi,
fornai francesi, Irving Berlin, Clark Gable ed un certo numero di
Nativi Americani. Con queste origini assortite, il doughnut non potrebbe
essere piu’ americano di cosi’!
versi di una vecchia canzone americana: “ Chi ha fatto i doughnuts con
il buco nel mezzo? Come si finito li’ (il buco) sara’ sempre un
indovinello “ Vero e’ che l’umile doughnut, o piu’ semplicemente donut,
ha un passato contorto che coinvolge immigrati olandesi, esiliati russi,
fornai francesi, Irving Berlin, Clark Gable ed un certo numero di
Nativi Americani. Con queste origini assortite, il doughnut non potrebbe
essere piu’ americano di cosi’!
In
effetti i doughnuts, in una forma o nell’altra, dovevano essere gia’
conosciuti in tempi remoti sul territorio nord americano, dato che gli
archeologi, scavando nelle stratificazioni di depositi degli
insediamenti preistorici delle popolazioni native americane, hanno
spesso ritrovato resti fossili di quelli che potrebbero essere stati dei
dolci simili. Bisogna comunque attendere l’arrivo dei coloni olandesi
sull’isola di Manhattan, all’epoca New Amsterdam, per ritrovare dei
donoughts veri e propri, che pero’ andavano sotto il nome, non molto
appetitoso ad onor del vero, di oilykoeks, ovvero torte unte.
effetti i doughnuts, in una forma o nell’altra, dovevano essere gia’
conosciuti in tempi remoti sul territorio nord americano, dato che gli
archeologi, scavando nelle stratificazioni di depositi degli
insediamenti preistorici delle popolazioni native americane, hanno
spesso ritrovato resti fossili di quelli che potrebbero essere stati dei
dolci simili. Bisogna comunque attendere l’arrivo dei coloni olandesi
sull’isola di Manhattan, all’epoca New Amsterdam, per ritrovare dei
donoughts veri e propri, che pero’ andavano sotto il nome, non molto
appetitoso ad onor del vero, di oilykoeks, ovvero torte unte.
Da dove arriva, allora, il loro nome attuale? Specifichiamo che il termine doughnut, risulta composto dai vocaboli dough (pasta, impasto) e nut
(noce), quindi in italiano, traducendolo letteralmente, sarebbe
pasta-noce. Siamo verso la meta’ del XIX secolo ed Elizabeth Gregory, la
madre di un capitano di vascello del New England, usava preparare dei
dolcetti fritti aromatizzati con noce moscata, cannella e scorza di
limone. Alcuni dicevano che li facesse in quel modo per garantire al
figlio Henson ed al suo equipaggio sia una provvista di dolci per i loro
lunghi viaggi che un rimedio sicuro contro lo scorbuto ed il
raffreddore.
(noce), quindi in italiano, traducendolo letteralmente, sarebbe
pasta-noce. Siamo verso la meta’ del XIX secolo ed Elizabeth Gregory, la
madre di un capitano di vascello del New England, usava preparare dei
dolcetti fritti aromatizzati con noce moscata, cannella e scorza di
limone. Alcuni dicevano che li facesse in quel modo per garantire al
figlio Henson ed al suo equipaggio sia una provvista di dolci per i loro
lunghi viaggi che un rimedio sicuro contro lo scorbuto ed il
raffreddore.
Ad
ogni modo, la signora Gregory soleva mettere una nocciola o una noce al
centro del dolce, dove l’impasto faticava a cuocere bene, e senza molta
immaginazione lo chiamo’ dough-nut! Al figlio Henson, invece, va il
merito del buco nel centro: pare che in una notte di tempesta, dovendo
tenere la ruota del timone con entrambe le mani, infilo’ uno dei
dolcetti su una delle razze della ruota. 50 anni dopo, in un’intervista
al Boston Globe, affermo’ orgoglioso di aver fatto “il primo buco in un
doughnut mai visto da occhio mortale”….
ogni modo, la signora Gregory soleva mettere una nocciola o una noce al
centro del dolce, dove l’impasto faticava a cuocere bene, e senza molta
immaginazione lo chiamo’ dough-nut! Al figlio Henson, invece, va il
merito del buco nel centro: pare che in una notte di tempesta, dovendo
tenere la ruota del timone con entrambe le mani, infilo’ uno dei
dolcetti su una delle razze della ruota. 50 anni dopo, in un’intervista
al Boston Globe, affermo’ orgoglioso di aver fatto “il primo buco in un
doughnut mai visto da occhio mortale”….
image from here
Arriviamo
cosi’ all’inizio del XX secolo e alla I Guerra Mondiale. In Francia,
alcune volontarie hanno l’idea di servire i doughnuts ai soldati
americani comprensibilmente sofferenti di nostalgia per la patria
lontana. Queste eroiche signore, si spingono fin nelle trincee della
prima linea, pur di portare ai quei poveri ragazzi un assaggio di casa.
Una volta tornati a casa alla fine della guerra, i giovani, ormai
assuefatti, fecero inevitabilmente aumentare la domanda di ciambelle!!
cosi’ all’inizio del XX secolo e alla I Guerra Mondiale. In Francia,
alcune volontarie hanno l’idea di servire i doughnuts ai soldati
americani comprensibilmente sofferenti di nostalgia per la patria
lontana. Queste eroiche signore, si spingono fin nelle trincee della
prima linea, pur di portare ai quei poveri ragazzi un assaggio di casa.
Una volta tornati a casa alla fine della guerra, i giovani, ormai
assuefatti, fecero inevitabilmente aumentare la domanda di ciambelle!!
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E’
un rifugiato della Russia zarista, invece, colui al quale si deve
l’invenzione della prima macchina per fare i doughnut. Adolph Levitt,
negli anni venti a New York, ebbe l’idea di vendere i doughnuts fritti
al pubblico che sciamava all’uscita dei teatri. La ressa davanti al suo
negozio, lo spinse ad inventare una macchina che rendesse piu’ veloci le
operazioni. Fu cosi’ che i doughnuts divennero il cibo simbolo del
“Secolo del Progresso”. Il fatto che costassero solo un nichelino, li
rendeva abbordabili per chiunque anche negli anni della depressione.
Erano diffusissimi e molto amati.
un rifugiato della Russia zarista, invece, colui al quale si deve
l’invenzione della prima macchina per fare i doughnut. Adolph Levitt,
negli anni venti a New York, ebbe l’idea di vendere i doughnuts fritti
al pubblico che sciamava all’uscita dei teatri. La ressa davanti al suo
negozio, lo spinse ad inventare una macchina che rendesse piu’ veloci le
operazioni. Fu cosi’ che i doughnuts divennero il cibo simbolo del
“Secolo del Progresso”. Il fatto che costassero solo un nichelino, li
rendeva abbordabili per chiunque anche negli anni della depressione.
Erano diffusissimi e molto amati.
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Nel
film del 1934 “Accadde una notte”, uno sgamato giornalista interpretato
da Clarke Gable insegna ad una Claudette Colbert ereditiera in fuga
come inzuppare le ciambelle nel caffe’. Dovete sapere che inzuppare in
inglese si dice to dunk; l’atto di inzuppare si traduce con dunking; inzuppare doughnuts altro non e’ che dunking doughnuts!!
film del 1934 “Accadde una notte”, uno sgamato giornalista interpretato
da Clarke Gable insegna ad una Claudette Colbert ereditiera in fuga
come inzuppare le ciambelle nel caffe’. Dovete sapere che inzuppare in
inglese si dice to dunk; l’atto di inzuppare si traduce con dunking; inzuppare doughnuts altro non e’ che dunking doughnuts!!
Un
fornaio francese, tale Joe Le Beau, vendendo la sua ricetta segreta nel
1930, da il via alla prima catena di negozi di ciambelle, che avevano,
ed ancora hanno, la particolarita’ di svolgere tutti i procedimenti di
formazione, cottura e glassatura dei doughnuts, sotto gli occhi della
clientela. La catena prendera’ il nome di Krispy Kreme ed e’ attiva
ancora oggi.
fornaio francese, tale Joe Le Beau, vendendo la sua ricetta segreta nel
1930, da il via alla prima catena di negozi di ciambelle, che avevano,
ed ancora hanno, la particolarita’ di svolgere tutti i procedimenti di
formazione, cottura e glassatura dei doughnuts, sotto gli occhi della
clientela. La catena prendera’ il nome di Krispy Kreme ed e’ attiva
ancora oggi.
Non
mi sono dimenticata di Irving Berlin: nel 1942 il noto compositore
scrive il musical This is the Army e romanticizza il doughnut facendolo
diventare l’inseparabile compagno delle lunghe attese, piene d’ansia, di
un soldato innamorato di una delle ballerine dello spettacolo “Stage
door canteen”.
mi sono dimenticata di Irving Berlin: nel 1942 il noto compositore
scrive il musical This is the Army e romanticizza il doughnut facendolo
diventare l’inseparabile compagno delle lunghe attese, piene d’ansia, di
un soldato innamorato di una delle ballerine dello spettacolo “Stage
door canteen”.
Ed ancora torna la frase “dunking doughnuts” in una delle canzoni piu’ romantiche del musical di Berlin…
Nel
1950 a Quincy, Massacchusetts, viene fondata quella che a tutt’oggi e’
la piu’ grande catena di negozi di ciambelle di tutti gli Stati Uniti. E
come volete che si chiami se non Dunkin’ Donuts?
1950 a Quincy, Massacchusetts, viene fondata quella che a tutt’oggi e’
la piu’ grande catena di negozi di ciambelle di tutti gli Stati Uniti. E
come volete che si chiami se non Dunkin’ Donuts?