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HONEY di AMY NEWSOME

by Manuela Valentini
HONEY di AMY NEWSOME

I Sumeri lo usavano come emolliente per il viso, gli Egizi lo producevano per la mensa del Faraone e presso i Babilonesi era talmente prezioso che lo troviamo citato addirittura nel Codice di Hammurabi, fra le punizioni più severe in caso di furto.

Cibo degli dèi nella mitologia greca, delizia per i palati dei golosi nei ricettari romani, enorme risorsa nelle cucine del medioevo, ora come dolcificante, ora come conservante e in seguito, con la comparsa dello zucchero, fedele alleato dei poveri, pronto ad addolcire gli aspetti più amari della vita.

Innumerevoli le sue proprietà, quasi quanto le diverse sue tipologie: stiamo parlando del miele, uno degli ingredienti più antichi delle cucine del mondo, presente da millenni sulle nostre tavole, senza soluzione di continuità. Le ricette a cui ha dato vita nel corso dei secoli coinvolgono tutti gli ingredienti, bevande incluse (dal famoso vino dei Romani all’idromele) e non sorprende il grande numero di monografie che gli sono state dedicate. Fra queste, una delle più interessanti porta la firma di Amy Newsome, una delle tante “cuoche di campagna” così amate dal pubblico britannico. La sua esperienza come apicultrice è relativamente recente (appena 6 anni), ma sufficiente ad ispirare un libro affascinante, che parte proprio dalle fasi della produzione, scandite lungo i diversi mesi dell’anno e illustrate con bellissime fotografie (e persino tabelle, non sia mai che vi facciate tentare… Dove siamo invece cadute in tentazione noi è nella parte dedicata alle ricette che, neanche a dirlo, sono una più golosa dell’altra: parlare di imbarazzo della scelta non rende l’idea del sacrificio a cui si sono piegate le signore di #Cook_my_Books, da domani pronte a condividere le loro meraviglie con tutti i nostri lettori.
Vi aspettiamo!


HONEYCOMB BREAD (PANINI MORBIDI AL LATTE CON GLASSA AL MIELE E ZAFFERANO)

di Elena Arrigoni

In Inglese, l’Honeycomb è il favo e visto che questo pane lo richiama, nella forma, è stato battezzato così, per l’occasione. In realtà, il suo vero nome sarebbe khaliat (al) nahal, che significa esattamente la stessa cosa, ma ci rimanda a un’area geografica tutta diversa, precisamente quella dello Yemen e dell’Oman. In quest’ultimo, viene preparato per la festa di Qaranqasho, il 14esimo giorno di Ramadan, quando i bambini si vestono in abiti tradizionali e passano di casa in casa a chiedere dolci (senza “scherzetti”, però). Nello Yemen, invece, non segue un particolare calendario e appartiene ai pani tipici della regione. Lo si serve assieme al labneh, al mattino, portandolo in tavola intero e lasciando che ciascun commensale “strappi” via la propria porzione. La ricetta è fondamentalmente quella che vi proponiamo noi, con una variante: al posto dello sciroppo di zucchero, variamente aromatizzato, con cui si spennella la superficie, troviamo una glassa al miele di acacia e zafferano. Un richiamo goloso al suo nome e alla sua forma, un velo di croccantezza che prelude alla morbidezza del pane, una vera gioia per il palato

HONEYCOMB BREAD da HONEY di Amy Newsome, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @cominciamodaqua

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COSTOLETTE DI AGNELLO ALLA MENTA CON CEREALI ALLE ERBE, MELAGRANA E ACETO DI SHERRY

di Manuela Valentini

Ogni volta che vedo ricette come questa, mi dispero perché non mi piace l’agnello. Per fortuna, c’è chi lo apprezza, in famiglia, per cui compenso la mia frustrazione cucinando, ma vi assicuro che non so cosa darei per cambiare gusti e includere questo tipo di carne nella mia personale rivoluzione. Le costine, in particolare, sono per me l’emblema della golosità: tenere e succulente, capaci di trattenere gli aromi di lunghe marinature e di resistere a cotture gagliarde e vivaci con la sola armatura di una crosticina croccante, si offrono al commensale in tutta la loro bontà, chiedendo solo di essere gustate fino alla fine. E, confessiamolo, è proprio il momento finale, quello in cui l’osso diventa una impugnatura per completare per bene quanto si era iniziato con coltello e forchetta, in un tripudio di mugolii che cantano il de profundis delle buone maniere e inneggiano ai piaceri più sensuali della tavola.

Questa ricetta appartiene di diritto alla voce “galateo, addio”, a cominciare dalla marinatura con il sumac e per finire con una glassa voluttuosa, al miele ai fiori d’arancio e alla melassa di melagrana. Il contorno è un mix di cous cous gigante e di bulgur, conditi con erbe aromatiche, cipolla rossa e semi di melograno e l’accompagnamento una salsa allo yogurt, con aglio e limone.

E tutto intorno, pura poesia.

MINTED LAMB CHOPS WITH HERBED GRAINS, POMEGRANATE AND SHERRY VINEGAR da HONEY di Amy Newsome, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @profumicolori

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BABKA ALLE MANDORLE, ARANCE ROSSE E CIOCCOLATO FONDENTE

di Valeria Caracciolo

Raramente mi è capitato di dover leggere in un libro di cucina una richiesta di scuse per aver incluso una ricetta: è capitato questa volta, nella introduzione ai due babka al miele, dove l’autrice – giuro- si scusa per essere caduta nella tentazione a cui pare cedano tutti i food writer, visto che da anni questi pani soffici, nel cui intreccio cosi seducente alla vista si celano scioglievoli delizie per il palato, sono onnipresenti in tutte le pubblicazioni del settore. Ad una scusa seguono comunque delle giustificazioni e quelle di Amy sono le più ragionevoli di tutte: il Babka non è solo bello e buono, non è solo un anello di una tradizione importante, non è solo una tavolozza che apre infinite possibilità di sperimentazione, ma è, soprattutto, qualcosa che ci rende orgogliosi di noi stessi, nel momento in cui realizziamo che “questo l’ho fatto io”. E se poi la ricetta è fenomenale come quella che vi proponiamo oggi, in cui al cioccolato si uniscono le arance amare, tanto nel ripieno quanto nello sciroppo e si usa un miele di fiori d’arancio per enfatizzarne ulteriormente il profumo, ecco che a tutte le giustificazioni di cui sopra se ne aggiunge un’altra, la più importante di tutte: che bisognerà pure assaggiarlo, questo capolavoro di bellezza, di equilibrio, di armonia e di bontà. E magari, fare anche un bis…

BLOOD ORANGE, ALMOND AND DARK CHOCOLATE BABKA da HONEY di Amy Newsome, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @murzillosaporito

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CROSTONI CON FAGIOLI IN AGRODOLCE

di Susy May

Non so voi, ma molte delle ricette che in casa nostra sono diventati dei classici (nel senso che le ripetiamo spesso, nella cucina di tutti i giorni e talvolta anche in occasioni meno informali) sono nate dall’unione della stanchezza con lo svuota frigo/svuota dispensa. Quella spezia che non avevi mai più avuto l’occasione di usare, dopo che avevi girato mari e monti perché era essenziale per la preparazione di un determinato piatto, e che adesso aggiungi quasi per disperazione, per ravvivare una scatoletta o un surgelato, si trasforma all’improvviso nel tocco magico che rende la tua cena triste un momento memorabile; quel cibo in scatola che hai comprato mesi fa per poi dimenticarlo sugli scaffali acquista un nuovo sapore se aggiunto all’intingolo un po’ insipido del “solito piatto”; quei fondi di barattolo che ormai rivendicano la cittadinanza nel tuo frigo e che scoprono di dar vita a qualcosa di altrimenti inimmaginabile, se mescolati con un po’ di sagacia… ecco, tutte queste cose fanno parte del mio passato da cuoca, tanto quanto le ricette più blasonate. Lo stesso è capitato a Amy, con questo semplice crostone di fagioli in scatola, preparato una sera in cui sia lei che il marito erano allo stremo delle loro forze. Eppure, un pizzico di questo, un tocco di quello ed ecco realizzata la magia di un salva cena veloce e semplicissimo che, però, è riuscito a conquistarsi l’onore della stampa, grazie alla sua ineffabile bontà.

BROKEN BEANS da HONEY di Amy Newsome, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @coscina_di_pollo

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SCAURATIELLI e HALWA CHEBAKIA

SCAURIATELLI
di Katia Zangì

HALWA CHEBAKIA
di Vittoria Traversa

Il miele è un ingrediente cardine dell’antica cucina del Mediterraneo e il suo utilizzo permane, senza soluzione di continuità, fino ai giorni nostri, come già si era detto nella presentazione del libro della settimana. Tuttavia, laddove emerge come denominatore comune di una tradizione millenaria è nelle preparazioni dei dolci fritti che, in forme e preparazioni diverse, sono il fiore all’occhiello della pasticceria dei Paesi intorno al Mare Nostrum, dal Nord Africa, alla Grecia, all’Italia. Per questo motivo, abbiamo scelto di presentarne due, gli Scauratielli, originari del Salento e l’Halwa Chebakia, tipici del Marocco, nelle versioni proposte da Amy Newsome che li irrora con un profumatissimo miele di arancio. Se per i primi bisognerà aspettare la fine della Quaresima, i secondi sono invece tipici del Ramadan, ovviamente per segnare la fine del digiuno. Unico difetto, di entrambi: uno tira l’altro… e alla fine, toccherà pure leccarsi le dita!

SCAURATIELLI e HALWA CHEBAKIA da HONEY di Amy Newsome, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @katiazanghi e @vittoriatraversa

RICETTA QUI Scauratielli
RICETTA QUI Halwa Chebakia


INSALATA DI RADICCHIO GRIGLIATO, CAROTE SOTT’ACETO E TONNO SCOTTATO AL SESAMO

di Giuliana Fabris

Questa insalata colorata mescola tanti sapori e consistenze, a tratti vivaci, che appaga  vista e palato.

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LOAF CAKE ALL’ARANCIA, YOGURT E CARDAMOMO

di Giuliana Fabris

La ricetta di questo Loaf cake è molto semplice,, ma che  all’assaggio rivela tutta la sua particolarità, grazie alla bagna di succo d’arancia e al cardamomo

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HONEY HONG SHAO ROU – Brasato di maiale al miele

di Elena Arrigoni

L’ Honey hong shao rou è un brasato di maiale al miele ed è una ricetta tradizionale cinese con varianti regionali da Hunan a Shanghai. Questo è uno di quei piatti definibili comfort food, che riempiono la casa di un abbraccio olfattivo ben prima di essere in tavola. In questo caso è stato usato il miele al posto dello zucchero di canna. 

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HONEY TARTE TATIN

di Tina Tarabelli

La tarte tatin ha un equilibrio perfetto tra la caramellatura intensa della frutta e la fragranza del burro, con il miele di fiori di melo che dona una profondità di sapore unica.

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PANINI AL MIELE, ZAFFERANO E ALBICOCCHE

di Manuela Valentini

“Gioiosamente gialli, a metà tra un panino allo zafferano della Cornovaglia e un panino svedese di Santa Lucia, ma con albicocca e scorza di agrumi. Potete applicare una glassa al miele riscaldata direttamente dal forno, ma questo li rende anarchicamente appiccicosi, ma se li spennellate con l’uovo avranno una lucentezza particolare. Ottimo consumarlo caldo, affettato e tostato con burro salato denso o panna rappresa e una grande tazza di tè.” cit. autrice

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