Natale é Natale dappertutto, ma a New York lo é in modo assolutamente speciale: dalle case illuminate di Dyker Heights alle luci del Rockfeller Centre, dalla pista di pattinaggio a Central Park ai mercatini di Brooklyn, non c’é angolo di strada che non si arrenda alla magia di questa festa.
Tante le tradizioni che si intrecciano, esattamente come accade in cucina, quando Natale diventa l’occasione per recuperare le ricette delle molte anime del Paese, quella germanica e quella britannica per il passato e quella piú tipicamente statunitense per il presente, dando vita a un patrimonio gastronomico che, rispetto al Thanksgiving day di poco precedente, meglio ci racconta del processo identitario di questo popolo, nato dalla fusione di molte culture.
Non potevano dunque mancare libri dedicati all’argomento, fra cui quello scelto dalle signore di #Cook_My_Books per salutarci e darci appuntamento al prossimo anno: una monografia che segue gli altri due libri della coppia Nieshlag&Wentrup, dedicati entrambi a New York e si focalizza sui dolci di Natale, in una rassegna completa e golosissima, da cui ci auguriamo possiate trarre idee per ravvivare il vostro repertorio di questi giorni.
Noi lo abbiamo fatto, con tale soddisfazione che stiamo ancora continuando a sfornare e a passarci suggerimenti (prova questo! prova quello!) con un entusiasmo che rappresenta il miglior viatico per affrontare l’ultima parte dell’anno.
Quella in cui #Cook_my_Books se ne va in ferie, per tornare più pimpante che mai a gennaio, con tanti libri, vecchi e nuovi, tante ricette e tante idee per i vostri scaffali o per la vostra cucina: l’importante, come sempre, é non perderci di vista!
Buone Feste a tutti!
GINGERBREAD PEOPLE
C’era una volta una coppia che viveva in solitudine in una capanna nel bosco.
Lontani dal più vicino villaggio, i due stavano sprofondando nella depressione più cupa, fintanto che alla moglie venne la bella idea di ritagliare un omino dal pane di zenzero che stava per mettere in forno, “Non sarà come un figlio vero, si disse, ma meglio che niente”.
Tuttavia, appena sfornato, l’omino si mise a correre per tutta la stanza, nello sgomento dei due che si videro anche sbeffeggiati dalla creatura che, saltellando di qua e di là, li sfidava a catturarlo dicendo: “Correte, correte, più veloci che potete! Intanto, non riuscirete a prendermi! Io sono l’omino di pan di zenzero”.
Il bel tipo passò da casa nella stalla, dove fece lo stesso show davanti alla mucca e poi nel bosco, dove irritò il gufo che cercò invano di prenderlo.
Infine, incontrò una volpe che però, a differenza degli altri, non solo non si rivelò particolarmente interessata al nuovo fenomeno, ma glielo disse pure: “Non so chi sei e neppure mi importa”, lo informò con sussiego, lasciando l’omino interdetto.
E mentre questo si affannava a cercare una riposta la volpe con una zampata lo afferrò e se lo mangiò in un boccone.
La favola, pubblicata per la prima volta nel 1875 su una rivista americana, é quella che un tempo si raccontava ai bambini ma i biscotti furono inventati nientemeno che nelle cucine di Hampton Court, dai cuochi di Elisabetta I, per rappresentare i suoi funzionari di corte.
I Gingerbread men restano il biscotto di Natale per definizione che non può mancare dalle vostre infornate.
Con l’augurio che siate voi a prenderlo e a mangiarvelo pure!
📚 GINGERBREAD MEN da NEW YORK CHRISTMAS BAKING di Lisa Nieschlag and Lars Wentrup, dagli scaffali di #Cook_My_Books alla tavola di @vittoriatraversa
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CANDY CANE BREAD
Altro simbolo del Natale americano è il Candy Cane una caramella a forma di bastoncino ricurvo, a righe bianche e rosse, dall’inconfondibile sapore di menta.
Me ne sono meravigliata per anni, visto che associo quei colori ad altri ingredienti – la fragola, su tutti- tanto da fare qualche ricerca in merito, con scarsi risultati: la leggenda vuole che un Pastore tedesco (rigorosamente maiuscolo), nel tentativo di far stare buoni i bambini durante le interminabili funzioni dell’Avvento, avesse chiesto ai maestri confettieri di preparare delle caramelle che, nella forma, ricordassero il bastone dei pastori, e nel colore la purezza e l’amore di Gesù.
Questi ebbero un tale successo da trasformarsi in una vera e propria tradizione che si diffuse anche negli Stati Uniti, quando le comunità germaniche emigrarono nel Nuovo Continente, anzi: proprio qui- e proprio grazie ad un altro sacerdote- la produzione passò da artigianale a industriale, visto che il fratello del titolare della maggiore compagnia di Candy Cane, un seminarista in vacanza da Roma, inventò una macchina per produrli, riducendo la percentuale degli scarti e assicurandone la forma perfetta.
Anche se queste sono le leggende piú diffuse, se ne ritrovano molte altre, ma nulla che ci dica qualcosa della menta piperita: la teoria piú probabile é che, un tempo, le caramelle uscivano dalle farmacie e la menta era l’aroma prescelto per mandar giù gli intrugli piú amari, ma una conferma certa non c’é.
Quello che invece é certo é che in questo splendido pan brioche non ci sono sorprese del genere: il rosso é dato da un ripieno di cranberries, spalmato su una base di cream cheese, per la colazione di Natale piú golosa che c’é!
📚 CANDY CANE BREAD da NEW YORK CHRISTMAS BAKING di Lisa Nieschlag and Lars Wentrup, dagli scaffali di #Cook_My_Books alla tavola di @cominciamodaqua
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FRUIT CAKE AL CIOCCOLATO
Scrivo questo post alzando gli occhi sui barattoli dell’Ikea dove riposa la frutta secca che ho messo a macerare nell’alcool qualche giorno fa: in ritardo, rispetto ai tempi canonici, quando le fruit cake erano robe serie, da iniziarsi un mese prima del Natale, per assicurare il giusto profumo e la giusta morbidezza alla “mamma del panettone”, quella Fruit Cake che campeggia ormai da settimane sugli scaffali di tutti i supermercati che “parlano inglese”.
Il Regno Unito (e piú precisamente la Scozia) é la patria d’origine di una torta antica, negli ingredienti e nella fattura, che ci parla di un mondo in cui gli zuccheri erano melasse, le spezie dominavano incontrastate, la conservazione avveniva nelle forme della disidratazione e della macerazione nell’alcool.
E le torte erano robusti concentrati di calorie, appesantite dalla concentrazione degli ingredienti e dalla mancanza di lievito ma capaci di durare per mesi, forse anche anni, avvolte in tovaglioli e riposte nei cassetti, per portare ristoro e conforto anche a feste finite.
Anche se oggi le fruit cake si sono alleggerite, anche nella consistenza, mantengono ancora il fascino del passato: da anni condividono il posto d’onore sulla tavola di Natale con il Panettone e anche se gli Anglosassoni non fanno mistero di preferire l’ultimo arrivato, la tradizione é dura a morire e, anzi, si rinnova, con varianti che vanno incontro ai gusti piú moderni, come quella al cioccolato che vi proponiamo oggi.
E che non fa rimpiangere in nulla il passato.
📚 CHOCOLATE FRUIT CAKE da NEW YORK CHRISTMAS BAKING di Lisa Nieschlag and Lars Wentrup, dagli scaffali di #Cook_My_Books alla tavola di @profumicolori
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GINGERSNAPS
Ovvero, i biscotti allo zenzero che, da tipicamente natalizi quali erano, oggi si consumano un po’ tutto l’anno, nei Paesi anglosassoni, a causa e della loro bontà e di una produzione industriale massiccia ed estesa a tutte le tasche: non a caso, si trovano davvero dappertutto, nelle selezioni sceltissime dell’afternoon tea negli hotel stellati alle confezioni famiglia nei supermercati piú economici.
Al solito, la versione migliore resta quella fatta in casa, quando ci si può sbizzarrire con le spezie e giocare, sul filo del bilancino del farmacista, a trasformare i Gingersnaps in Pepperkakorn (se si aggiunge pepe) o in altre varianti, a seconda delle diverse coperture.
La piú gettonata é quella al cioccolato fondente, ma confesso che anche questa con il cioccolato bianco intriga parecchio e non solo perché piú natalizia, nell’aspetto: il ginger, stavolta, é anche nelle forme morbide e irresistibili dello zenzero caramellato, con una spinta ulteriore sul versante speziato, perfettamente bilanciata dalla glassa.
Provare per credere!
📚 GINGERSNAPS da NEW YORK CHRISTMAS BAKING di Lisa Nieschlag and Lars Wentrup, dagli scaffali di #Cook_My_Books alla tavola di @tartetatina
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HOLIDAY BUNDT CAKE
di Susy May
La bundt Cake é una torta che prende il nome dallo stampo in cui viene cotta- uno stampo a ciambella con scanalature profonde e leggermente ritorte- e confesso che c’é stato un tempo in cui l’ho odiata: rappresentava infatti il concentrato della cucina che non mi piaceva, quella in cui la vista aveva il predominio sul gusto, l’apparenza sulla sostanza, il virtuale sul reale.
Oggi, dopo due stampi della famosa marca “che non attacca” e la modalità che ci faccio qui?” costantemente attiva, mi ci sono riconciliata, anzi: in certe occasioni, come durante le feste, la trovo praticamente perfetta, a maggior ragione se la ricetta da seguire é come quella che vi proponiamo oggi, trionfale negli ingredienti e nell’aspetto.
Con questa ricetta, Cook_My_Books va in vacanza: abbiamo tanti progetti per il prossimo anno, tanti libri da farvi conoscere ma, nei prossimi giorni, saranno le cucine reali a reclamarci a tempo pieno.Non ci resta che arrenderci al fascino delle feste, insomma, dandovi appuntamento alla metà di gennaio, pronti per una ripartenza altrettanto spumeggiante.
Prima, però, i nostri auguri e il nostro grazie, per continuare a seguirci con interesse ed affetto e a rendere questo spazio un posto pieno di calore.
Buon Natale e buon Anno Nuovo a tutti!
📚 HOLIDAY BUNDT CAKE da NEW YORK CHRISTMAS BAKING di Lisa Nieschlag and Lars Wentrup, dagli scaffali di #Cook_My_Books alla tavola di @coscina_di_pollo
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EGGNOG CHEESECAKE
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BISCOTTI AL LIMONE
I biscotti al limone rappresentano un cambiamento rinfrescante rispetto ai soliti ricchi dolci natalizi. Il succo e la scorza di limone conferiscono loro un delicato aroma di agrumi e questi biscotti sono molto facili e veloci da preparare.
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