Il libro che le signore di #Cook_My_Books hanno scelto questa settimana, ha un sottotitolo bellissimo: “ la lettera d’amore di una immigrata agli Stati Uniti, attraverso le Pie”.
Come si può intuire dal nome, l’autrice- Stacey Mei Yan Fong- non é americana e, a scanso di equivoci, nemmeno si sente tale.
La sua é la tipica vita di un gruppo sempre piú consistente di persone che abbandona il proprio Paese d’origine per affrontare nuovi inizi in nuove parti del mondo, senza mai riuscire a mettere radici.
I sociologi potrebbero citare lunghe liste di libri al riguardo, visto che si tratta di un fenomeno sempre piú diffuso : tuttavia, quello che importa in questa sede é che, di fronte allo sconforto di non appartenere a nessun luogo, Stacey ha reagito facendo torte.
Le torte le sono servite come succedaneo di una casa che da piccola significava stabilitá (il padre lavorava nella hotellerie, i trasferimenti erano all’ordine del giorno), da studentessa fuori sede voleva dire famiglia e amici e, successivamente, aveva assunto tutte le altre forme di nostalgia che solo chi vive lontano da casa sperimenta.
Probabilmente, sono state anche una terapia visto che, nel mentre, sono state messe delle radici, molto piú robuste di quanto lei stessa immaginasse.
“Il punto di svolta”, ci dice “ fu quando mi resi conto di poter chiedere la cittadinanza USA- e, soprattutto, comprese di volerlo fare, sentendosi finalmente “a casa”.
Questo libro é dunque una ricapitolazione dei suoi viaggi attraverso le Pie, il simbolo degli Stati Uniti che trovano nelle feste di Novembre la loro celebrazione piú piena: i 50 Stati includono Singapore, Hong Kong e l’Indonesia e, subito dopo, tutti gli altri Stati degli USA in cui Stacey ha trovato nuovi amici: non a caso, ogni capitolo si conclude con una dedica a ciascuno di loro, piccoli tasselli del grande mosaico che oggi rappresenta la sua vera famiglia, la sua vera casa.
PIE A STELLE E A STRISCE
di Susy May
Non potevamo che aprire con la pie che meglio rappresenta il senso di appartenenza agli Stati Uniti, ossia quella che si identifica con la loro bandiera che, a loro volta, é l’espressione della formazione dell’intero Paese.
A mano a mano che gli USA crescevano, inglobando nuovi territori, una nuova stella veniva aggiunta alla bandiera, il 4 luglio, nel ricordo di quella indipendenza che ne segnó la nascita.
Gli Americani sono maestri in queste commemorazioni e non a caso anche Stacey decide di partire da qui, per il suo tributo al suo nuovo Paese.
Lo fa con una pie che, come lei stessa ammette, mira a stupire tutti gli ospiti dei Barbecue con cui si celebra la festa nazionale e che sovverte anche la sua personale regola aurea che vuole che ogni fetta contenga gli stessi ingredienti: questa volta, invece, a qualcuno toccheranno le fragole, ad altri i mirtilli, ma per la Patria questo ed altro, verrebbe da dire mentre si scorre il testo della ricetta e si assapora il gusto della frolla burrosa e il contrasto con i frutti di bosco, lasciati in purezza, senza altre creme a corromperne il gusto, per un effetto wow promesso e garantito, anche per chi ha altre bandiere!
📚 STARS AND STRIPES PIE da 50 PIES 50 STATES di Stavey Mei Yang Fong, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @coscina_di_pollo
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APPLE PIE CON CRUMBLE alla CANNELLA
Alzi la mano chi non ha mai canticchiato una volta nella vita la hit di Don McLean, quella in cui i “la la la” si alternano alle uniche parole comprensibili, quel “bye bye Miss American Pie” in cui si riassumono l’identitá di un Paese e la storia di un’epoca.
Ma se dovessimo indicare, a bruciapelo, quale di queste American Pie é la piú American di tutte, credo che la scelta cadrebbe su quella alle mele, la piú antica, la piú tipica, la piú iconica, quella con cui identifichiamo le torte di nonna Papera, quella che abbiamo catalogato fra gli assaggi obbligati nel nostro primo viaggio a New York, quella che talvolta abbiamo anche riprodotto in casa, smoccolando per ricoprirla con la sfoglia, perché si sa che senza quella non é Apple Pie.
Nella golosa geografia di Stacey, l’Apple Pie é abbinata ovviamente allo Stato di New York che, non per niente, é The Big Apple per tutti.
Con i suoi 25 milioni di container di mele, infatti, lo Stato di New York é il piú grande produttore di questo frutto che non a caso ne é diventato il simbolo.
Inevitabile, quindi, che la scelta della Pie che lo rappresentasse fosse proprio questa, con una piccola variazione che, di nuovo, é connessa alla storia del territorio: fu a Brooklyn, infatti, che nel 1898 fece il suo debutto la famosa Entennam’s Crumb Cake, dal nome del pasticcere tedesco che la inventó: una coffee cake (da noi, un “cake” e basta) con la superficie ricoperta di una sbriciolata di frolla alla cannella.
Da qui, l’idea di unire le due ricette, in un dolce che ingolosirá anche i palati piú difficili.
📚 APPLE PIE WITH COFFEE cake CRUMBLE da 50 PIES 50 STATES di Stavey Mei Yang Fong, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @franew81
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PIE DI ZUCCA
Il titolo originale é di difficile traduzione, visto che fa riferimento al recipiente di cottura, una teglia per pie dai bordi alti.
Peraltro, é un elemento indispensabile per la riuscita di questa torta, la cui forza é proprio in uno strato di ripieno alto 4 dita, in cui affondare voluttuosamente il cucchiaio (o la forchetta? … meno male che Csaba non ci legge!)
Quindi, munitevi di questo aggeggio, se ancora mancasse alla vostra collezione di teglie e date ovviamente la colpa a #Cook_my_Books, che certe responsabilitá ce le accolliamo volentieri.
Relativamente all’assegnazione Stato- Pie, questa torta tocca all’Illinois, dove viene consumato l’85% delle confezioni di purea di zucca in scatola di tutto il Paese.
Se sapessi come fare, mi piacerebbe verificare questo dato che, onestamente, ha dell’incredibile, ma considerato che, a seguito di queste statistiche, nel 2015 venne anche inoltrata una proposta di legge per assegnare alla Pumpkin Pie l’ambito titolo di piatto nazionale dell’Illinois, é sicuramente vero.
Resta il fatto che, di tutti i preparati pronti, la purea di zucca in lattina é quello piú irresistibile, sia per il tempo che fa risparmiare sia per il risultato finale (alcuni uniscono addirittura “buono” con “sano”, per dire) e, anche se da queste parti la regola é di preferire sempre il prodotto naturale, ogni tanto esistono pure le eccezioni.
E questa lo é, piú di ogni altra!
📚 DEEP DISH PUMPKIN PIE da 50 PIES 50 STATES di Stavey Mei Yang Fong, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @profumicolori
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TORTA DI CARCIOFI con CRUMBLE SALATO ALLE MANDORLE E RIDUZIONE AL VINO ROSSO
C’entra poco o niente con questa pie, ma ogni volta che sento pronunciare la parola carciofi, in inglese, tengo a precisare che anche noi Genovesi li chiamiamo “ardiciocche”.
Dopodiché, mi lancio in una disquisizione strampalata su tutti i prestiti linguistici di un dialetto che é, primariamente una lingua a cui , per vostra fortuna, la brevitá dell’Instagram mi constringe a rinunciare.
La ricetta di oggi, comunque, vi consola di tutte le privazioni, visto che parliamo di una pie che fa venire l’acquolina in bocca sin dal titolo: dimenticatevi tutte le altre consorelle, perché qui siamo davvero a un livello piú alto, grazie a quella riduzione al vino rosso che le fa abbandonare il tavolo della cucina per oltrepassare la soglia della sala da pranzo.
Fuor di metafora, la servirei in una cena elegante, ecco.
Altro aspetto interessante, l’abbinamento con lo Stato della California che, udite udite, produce il 90% dei carciofi di tutto il Paese.
Lo so che pensavamo tutti agli avocado e invece, ecco che l’umile carciofo ha la sua rivincita.
Altro che pappette verdognole su toast nerastri: questa é una rivincita nel segno dell’opulenza e della golositá.
E la vittoria é davvero a mani basse.
📚 ARTICHOKE PIE WITH SAVORY ALMOND CRUMBLE AND RED WINE REDUCTION da 50 PIES 50 STATES di Stavey Mei Yang Fong, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @tartetatina
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PIE DI SALMONE E HALIBUT IN CROSTA DI PATATE
Entrata ufficialmente a far parte degli Stati Uniti nel 1959, l’Alaska venne acquistata dalla Russia quasi un secolo prima (nel 1867), a 2 centesimi all’acro.
Se si considera che un acro é 4046,86 mq (santo Google) si puó immaginare l’affare, anche considerando la valuta, a quei tempi.
Eppure, gli Americani rimasero sempre molto scettici, di fronte a questo acquisto, almeno fino a quando, in quelle terre gelide e inospitali, non si scoprí l’oro.
Da qui, le sorti dello Stato si capovolsero, in meglio, e oggi l’Alaska é una delle regioni piú amate di tutto il Paese, méta di molti turisti e centro produttivo di tutto rispetto, visto che é il primo produttore di salmone, granchio, halibut e aringhe di tutti gli States, per tacer delle riserve di petrolio e di gas naturale.
Se dunque non sorprende la presenza del salmone e dell’halibut nella pie che l’autrice ha voluto abbinare all’Alaska, non va peró dimenticata l’importanza delle patate che, caso piú unico che raro, nel XIX secolo venivano qui vendute a peso d’oro ai minatori, visto il loro alto contenuto di vitamina C.
Ben venga quindi una pie che ricapitola passato e presente, in un piatto robusto e gustoso, coronato da un aspetto invitante.
Per gli appetiti robusti, é perfetta come seconda portata, ma puó trasformarsi in un soddisfacente piatto unico per il resto del mondo, accompagnata da un contorno leggero.
Se non trovate l’halibut, potete utilizzare il merluzzo.
📚 WHITE ALASKAN SALMON AND HALIBUT PIE with MASHED POTATO CRUST da 50 PIES 50 STATES di Stavey Mei Yang Fong, dagli scaffali di #Cook_my_Books alla tavola di @vittoriatraversa
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PIE DI GRANCHIO BLÙ
Pubblicato da Manu
PIE DI GRANCHIO BLÙ DA “50 PIES 50 STATES” DI STACEY MEI YAN FONG
I piatti della nostra tradizione fanno parte della cultura di ognuno di noi, ma sfogliando e cucinando dai libri di Cook_my_Books ci permette di viaggiare attraverso i profumi del mondo. Questa settimana con “50 Pies 50 States” di Stacey Mei Yan Fong scopriremo i profumi dell’America attraverso le Pie, il simbolo degli Stati Uniti. L’autrice ci racconta gli stati americani attraverso le sue pie a loro dedicate. “Blue-crab dip pie with hot-old bay crust” è la prima Pie che ho scelto è dedicata al Maryland, di cui l’autrice afferma che: “viene spesso definito l’America in miniatura poiché presenta un’ampia varietà di terreni, dalle montagne e terreni agricoli alle spiagge e alle dune di sabbia. Il granchio blu della baia di Chesapeake è il cibo più famoso dello stato. Le miglia e miglia di costa del Maryland sono l’habitat perfetto per il granchio blu, che è stato designato crostaceo statale nel 1989. Il suo sapore è spesso paragonato alla dolcezza della carne dell’aragosta. La pie è arricchita con Old Bay, la miscela di diciotto erbe e spezie che fu inventata da Gustav Brunn, un rifugiato tedesco arrivato nel Maryland nel 1939 e chiamò la miscela in onore della linea di navi nella baia di Chesapeake”
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Pie di pomodori e formaggio con crosta alle erbe
Stacey Mei Yan Fong autrice di 50 Pies 50 States ci descrive, attraverso 50 lettere d’amore, 50 paesi degli Stati Uniti d’America, raccontandoceli attraverso 50 ricette diverse di PIE. Le pie potrebbero sembrare semplici torte salate, ma non lo sono, perché per farle bene occorre metterci molta cura fin dall’inizio, la preparazione della crosta, che va fatta rigorosamente a mano.
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MISSISSIPPI MUD PIE
di Susy May
Una delle cose che mi piacerebbe fare sarebbe proprio vedere le rive fangose del Mississippi. Ogni volta che preparo una Mud Pie, simbolo di questo stato, il pensiero di organizzare un viaggio da quelle parti diventa sempre più impellente.
In fondo questa Mud Pie è ciò che meglio rappresenta il caldo abbraccio del sud e la sua consistenza cioccolatosa e umida si esalta con la panna e con il guscio croccante di biscotto diventando un dolce irresistibile.
E la storia di questo dolce ce la racconta proprio Stacey Mei Yan Fong @50pies50states autrice di “50 Pies 50 States” che vi proponiamo questa settimana a @cook_my_books in un viaggio pazzesco attraverso i 50 stati che formano gli Stati Uniti e la loro storia attraverso la tradizione che parte proprio dal cibo.
Adesso mangiamoci una fetta di Mississippi e salutiamo le calorie!
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