Sono stata una grande fan di Martha Stewart dai tempi del suo primo libro sui biscotti, quel Cookies che era il corredo di ogni food blogger agli inizi della carriera. Non mi vergogno a dire che sia stata una delle mie prime finestre sul mondo di una comunicazione che da noi tardava ad arrivare e tuttora, a dispetto di una evoluzione del personaggio in un brand, con tutti i risvolti negativi del caso, ogni volta che penso al “nazional popolare” televisivo nostrano mi ritrovo ad invocarla, come musa di una cucina che vuole essere per tutti, senza essere per questo caciarona e cialtrona.
Oggi, sia chiaro, di quella Martha non è rimasto nulla, se non forse il suo manichino, visto che, secondo me, la stanno sostituendo poco alla volta per trasformala in un avatar che possa durare in eterno. Mi spiace, perché la Martha che non c’è più è quella che ho letteralmente adorato, nella sua vita in salita, nella sua determinazione, nella sua capacità di rivoltare sempre le avversità a suo favore (su tutte, la scuola di economia domestica aperta in carcere, quando fu ospite dello Zio Sam per una brutta faccenda di tasse non pagate) e, non ultimo, per la cieca affidabilità delle sue ricette: so che è una affermazione ardita, ma in decenni che cucino dai suoi libri non sono mai incorsa in mezzo flop e, meno che mai, in piatti che non incontrassero il favore di tutti.
Certo, non sono raffinati. Certo, non funzionano se avete a tavola il critico gastronomico de noartri. Certo, i dolci sono troppo dolci, i salati sono troppo salati, i grassi sono troppo grassi: ma sono gli U.S.A., bellezza- di che cosa ci stupiamo?
E così, anche se la Martha che amavo non c’è più, restano comunque i suoi libri, anche se evidenti prodotti di altri, come quello che abbiamo scelto per questa settimana: la sua scuola resta, il brand è sinonimo di riuscita e se non ci credete, diamoci appuntamento qui, da domani fino a sabato, sicuramente cambierete idea.
STRAWBERRY-SWIRL BUNDT
Ogni volta che mi tocca scrivere di Bundt Cake, penso sempre ad Anthony Bourdain.
Non solo per quello, sia chiaro: il cuore sanguina sempre, al pensiero di quanto ancora ci avrebbero potuto donare l’eleganza della sua prosa, l’acume del suo sguardo, la genialità dei suoi progetti.
E però, Bundt Cake/Bourdain è un riflesso pavloviano che, oltretutto, mi riporta a quel mondo dei foodblogger in cui ho sguazzato felice, agli inizi, per poi ritirarmi via via ai bordi, sempre più estranea al nuovo corso in cui, ovviamente, le bundt cake hanno avuto un loro ruolo, al punto da diventare simbolo di una cucina solo di facciata, di stampi feticci, di una forma che era esclusivamente, ostinatamente e ostentatamente solo forma – tutte cose che Bourdain riepiloga in poche righe del suo ultimo libro e bon, basta, che sennò mi prende la nostalgia.
E comunque: le bundt cake sono meravigliose.
Così meravigliose che non solo hanno resistito agli abusi di cui sopra, ma ne sono uscite ancora più forti, pronte a fare il salto di livello, da torte da credenza a dolci da porca figura, come quella con cui inauguriamo la settimana dedicata a Fruit Desserts: un concentrato di sapori, in cui le fragole vengono utilizzate in tre modi diversi, per un dolce in cui, finalmente, la forma va a braccetto con la sostanza. E scusate se è poco
📚 STRAWBERRY-SWIRL BUNDT, di Martha Stewart, Fruit Desserts, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @giuliffa
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LEMONADE ICE BOX CAKE
I pettegolezzi storici (ve lo ricordate, il Manuale di Nonna Papera?) sussurrano che all’origine di questo dolce ci sia stato niente meno che Carème, il genio che rivoluzionò i banchetti europei subito dopo la rivoluzione francese, pose le basi per l’alta cucina, morì bruciato dai fumi dei fornelli e dal suo genio (cit) e ci lasciò una teoria infinita di pièce montée, fra cui la Charlotte che, quando si unì in matrimonio con il più proletario Trifle, partorì l’Ice box.
Se non avete capito molto di questa storia (che però è bellissima e se avessi un’altra vita ve la racconterei, assieme a tante altre), dicesi Ice Box un dessert freddo, nato per promuovere l’icebox, la ghiacciaia, il primo refrigeratore domestico, non meccanico, inventato agli inizi del XIX secolo e diventato sempre più popolare nel secolo successivo: parallelamente, si diffondono anche preparazioni fredde che prevedono un riposo in ghiacciaia come passaggio fondamentale nella loro preparazione.
Da qui, l’icebox cake, la torta a strati che Fruit Desserts propone in una versione ovviamente modernissima, visto che, al riposo in frigo, si aggiunge anche quello in freezer, indispensabile per la copertura di meringa bruciata.
📚 LEMONADE ICE BOX CAKE, di Martha Stewart, Fruit Desserts, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @profumicolori
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SCRIGNI DI SFOGLIA ALLE FRAGOLE CON CREMA ALLO YOGURT
Quando ero piccola, i forni non avevano tutta la gran produzione di oggi: nel banco dei salati troneggiava la focaccia e quella, onestamente, a Genova non ha rivali, allora come ora.
Era la parte dolce ad essere veramente deprimente: di solito era pasticceria secca (sempre quella, sembrava un raduno del parentado della Luisona) a cui si affiancava, ogni tanto, qualche sparuto cannolo con una crema pasticcera dura come la pietra, il diplomatico (che serviva solo a sporcarti di zucchero a velo, dopodiché tua madre te lo ritirava, furibonda) e quelle paste di mandorla con le ciliegine radioattive.
Qualche volta, però, comparivano le sfoglie di frutta, ripiene di crema pasticcera- e allora sì che era una gran festa. La frutta era quella che costava meno (i lamponi e i mirtilli venivano dosati col contagocce, uno ogni dieci pezzi e mai assieme), la crema pasticcera era la stessa dei cannoli ma tutto passava in secondo piano, di fronte alla bellezza di queste paste.
Bisognava sempre dividerli con qualcuno, chi faceva le parti veniva scrutato da almeno 2 paia di occhi con il calibro incorporato, dopodiché si procedeva a mangiarle, ognuno con il proprio rituale.
C’era chi metteva da parte la frutta migliore, chi leccava solo la crema pasticcera con la lingua a mò di cucchiaio, che addentava golosamente tutto quanto, recuperando poi con certosina pazienza fino all’ultima briciola sparsa sulla maglietta.
Da allora, son passati tanti anni e tante paste sfoglie alla frutta, ma l’emozione è rimasta quella.
Che è poi la stessa con cui introduco questa ricetta, il cui “twist” è una crema più leggera, allo yogurt, perfetto connubio con la dolcezza delle fragole.
📚 STRAWBERRY TARTLES WITH YOGURT CREAM, di Martha Stewart, Fruit Desserts, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @cominciamodaqua
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MANGO KEY LIME PIE
di Nicol Pini
Anche se è stata dichiarata il dessert ufficiale di Key Island, la Key Lime pie deve il suo nome all’ingrediente che la caratterizza, la varietà di lime più piccola e più profumata che viene coltivata soprattutto in Florida: tuttavia, pare che la Florida c’entri poco o nulla con la sua origine, visto che anche questo dolce è riconducibile alla mater certa di gran parte della cucina statunitense, vale a dire la pubblicità.
La sua prima menzione risale al 1931, come suggerimento di utilizzo della Magic Lemon Cream Pie, un produttore di latte condensato, il secondo ingrediente fondamentale: va da sé che in Florida e soprattutto a Key Island questa notizia sia respinta con forza dalle decine di vere o presunte nonne e bisnonne, tutte depositarie della prima, vera e originalissima Key Lime Pie.
Come fa, Ponzio Pilato, Martha Stewart propone una versione diversa, con l’aggiunta del mango che sorride al sole e all’estate, ai suoi e ai nostri lettori e, magari, anche ai litiganti, suggerendo un modo nuovo per fare pace.
📚 MANGO KEY LIME PIE, di Martha Stewart, Fruit Desserts, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @colcavolo_pt
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PAVLOVA AI FRUTTI ROSSI
di Katia Zanghì
Altro dolce dalla paternità contesa (ma da quando in qua, il pater è certus?) su cui grava, però, il grande fraintendimento della consistenza della meringa: per dirsi tale, la Pavlova ha una meringa cremosissima all’interno, che si fonde con la panna del ripieno.
La crosta, dura, deve essere bianca, salvo in questi ultimissimi anni, che vedono affacciarsi anche la versione “burnt”, più scura, palese deviazione dall’originale. Anche i soli frutti rossi, in teoria, lo sarebbero: la vera pavlova è un trionfo di frutta mista e variamente colorata. Ma il rosso ci piace, è scenografico e allegro- per non parlare della bontà che accomuna i frutti di questo colore: e alla fine, non c’è tradizione che tenga.
📚 PAVLOVA AI FRUTTI ROSSI, di Martha Stewart, Fruit Desserts, dagli scaffali di Cook My Books alla tavola di @katiazanghi
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Crumble di pinoli alle fragole e albicocche
Le ricette sono suddivise per stagione di reperimento degli ingredienti e una sezione è dedicata a dettagliate preparazioni base. Questa ricetta ha una preparazione versatile, semplice e velocissima, naturalmente dalla sezione primaverile
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Scones ai lamponi
Gli scones sono una via di mezzo fra un biscotto e un piccolo panino. Vengono serviti con una crema alla panna e una confettura, molto spesso di lamponi, sia per il contrasto di colore, sia per il gusto. In questo caso i lamponi sono stati messi direttamente nell’impasto.
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Buckle alle prugne
Una “buckle” è essenzialmente una torta soffice di base con sopra, della frutta fresca, in questo caso le prugne. Mentre cuoce, il peso, fa affondare leggermente la frutta nella torta, conferendo al dolce un aspetto casalingo. Non sarà, quindi, un dessert per le grandi occasioni, ma è sicuramente un comfort-food
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Torta al limone con frosting ai lamponi
Una torta piacevolmente scioglievole, con una crema golosa troppo buona per non condividerla!
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Semifreddo fragole e pistacchio
Il vantaggio di questo tipo di dolce è che si può preparare in anticipo, tenere in freezer e servire in qualsiasi momento. Una bella fettina, un po’ di fragole a completare e il pranzo o la cena avranno una conclusione che gradiranno tutti.
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Torta rovesciata alla pesca e cardamomo
Le torte rovesciate lasciano sempre con quel briciolo di incertezza del risultato finale.
La Peach-Cardamom upside-down cake non ha deluso, era perfetta oltre che buonissima
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Tart al rabarbaro e vaniglia
Anche se, tecnicamente, si tratterebbe di una verdura, il rabarbaro viene spesso utilizzato come frutta e con la frutta in molte ricette dolci. Il suo sapore un po’ amarognolo lo rende un ingrediente perfetto per dolci non troppo dolci ed il suo splendido colore dona sempre un effetto scenico.
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Melon pops
di Susy May
I Melon Pops non sono altro che ghiaccioli bi gusto, grazie a Martha Stewart per questa ricetta easy, veloce e buonissima,
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