Il mio primo giorno di scuola è stato il centoventesimo dei miei compagni di classe
La sfortuna di nascere a gennaio in un’epoca in cui non esistevano Primine o scorciatoie, unita ad una sfiancante precocità avevano convinto la mia futura maestra ad ammettermi quasi alla fine dell’anno scolastico, affidando agli esiti di un esame le mie sorti future. Alla preparazione si era proceduto nel solito modo un po’ distratto di mia mamma- “ah, giusto, domani vai a scuola, ti ci vorrà un grembiule- e l’ingresso in classe era avvenuto grazie ad una vicina di casa, quella che mia madre guardava con curioso stupore perché accompagnava sua figlia a scuola tutti i giorni. Il grembiule aveva il colore giusto (bianco), il fiocco sbagliato (blu, invece che rosa) e il colletto era tutto storto, alla fine di una giornata che ricordo per intero e solo in modo positivo: per me, quel giorno, fu una porta spalancata sulla strada più luminosa della vita, il jolly della partita vincente, la parentesi aperta su uno dei periodi più fecondi della mia vita, quello dello studio condiviso, della gioia dell’imparare e di farlo con una maestra fenomenale e dei compagni che vedevo solo come leali compagni di squadra.
Oggi le cose sono cambiate- e lo sono da un po’. L’inizio della scuola è un rito più collettivo in cui si riversano tante sensazioni, non sempre positive. La cifra che ci connota è quella della precarietà dei tempi di crisi, della relatività dei valori, dei salti mortali quotidiani che hanno finito per abbattersi anche sulla scuola, trasformandola più in un luogo di “doveri” che in uno spazio di entusiastica e gioiosa opportunità di crescita.
Basta poco, però, per restituire il primo giorno di scuola alla sua dimensione più bella e, credetemi, lo dico senza retorica alcuna. Lasciate perdere tutto, dai titoli dei giornali sugli insegnanti che mancano alle chat di whatsapp delle mamme e ritagliatevi un giorno da dedicare al vostro bambino, figlio o nipote che sia, tutto nel segno della gioia di un momento che, per quanto diverso possa essere, da bambino a bambino, da genitore a genitore, ha un solo denominatore comune: non tornerà più indietro.
Godetevelo con tutti i sensi, affidandovi per il resto a questo numero di MAGaboutFOOD, il primo di una serie di “Speciali” che potete scaricare e consultare comodamente da oggi in secula seculorum, grazie a quel gran genio della Mai, a Silvia Zanetti (sua è la copertina), ad Annarita-occhio-di-lince-Rossi, a Francesca Geloso, Ilaria Talimani e tutti i collaboratori che hanno contribuito a realizzare questo primo tassello. Per il momento è materiale di repertorio, seppure rivisitato, ma naturalmente abbiamo progetti più ambiziosi, su cui preferiamo consegnarci al silenzio, limitandoci a garantirvi un bel po’ di sorprese.
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2 comments
Un lavoro fantastico da parte di una squadra assolutamente UNICA.
Siete meravigliose!!!!!
Bentornate e… wooooowwwwww!!!
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