Oggi la protagonista è Pippilotta Viktualia Rullgardina Krusmyntha Efraimsdotter Langstrump che voi conoscete con il nome di Pippi Calzelunghe. Tutti l’abbiamo amata perché anticonformista, allegra, coraggiosa, forte e molto generosa ma, per l’epoca nella quale vide la luce, Pippi era considerata un pessimo esempio. I bambini dovevano parlare davanti agli adulti solo se interpellati, obbligati al silenzio e all’ubbidienza e di colpo venivano ispirati dalle avventure di una bambina che viveva da sola in compagnia di un cavallo e una scimmietta, libera di esprimere le proprie idee e metterle in pratica.
L’autrice Astrid Lindgren (1907-2002) inventò il personaggio di Pippi nel 1944 per rallegrare la figlia Karin malata di polmonite e quale migliore esempio di forza per sopportare il periodo critico? Molti la conoscono grazie alla serie tv che ancora oggi imperversa nei canali dedicati ai bambini ma, Pippi è nata dalle “Avventure di Pippi Calzelunghe” pubblicate originariamente in tre libri distinti: Pippi Långstrump (Pippi Calzelunghe, 1945), Pippi Långstrump går om bord (Pippi Calzelunghe si imbarca, 1946) e Pippi Långstrump i söderhavet (Pippi Calzelunghe nei mari del Sud, 1948). Successivamente, l’autrice riunì (eliminando però alcuni capitoli precedentemente editi) i tre libri in un unico volume, Boken om Pippi Långstrump (Il libro di Pippi Calzelunghe). Questo fu tradotto e pubblicato in italiano, con il semplice titolo Pippi Calzelunghe, nel 1958 da Vallecchi, e dal 1988 viene periodicamente ristampato dall’editore Salani.
Ma cosa c’entra Pippi Calzelunghe con la cucina? Molto, ha imparato dal cuoco di bordo della Saltamatta del capitano Efraim Calzelunghe, suo padre, e nelle sue avventure Pippi si cimenta spesso in colazioni e pasti per i suoi amici. L’infanzia dell’autrice nella campagna svedese ne ha segnato il percorso anche nei suoi libri, la tradizione, anche quella culinaria, è spesso presente. Pippi la affronta a modo suo con creatività e fantasia. Le ricette nei libri di Pippi sono state raccolte in un libro di Elisabetta Tiveron dal titolo “Pippi Calzelunghe piccola grande cuoca. Comfort food in salsa svedese”. Il leone verde edizioni, 2009.
(…) Intanto (Pippi, Tommy e Annika) erano entrati in cucina, e Pippi canterellò: «“Che belle friselle impasteremo! Che belle friggelle friggeremo! Che belle frangelle mangeremo!”» Dopo di che tirò fuori tre uova e le gettò per aria: un uovo le cadde in testa e si ruppe, e il tuorlo le colò negli occhi; ma acchiappò abilmente al volo le altre due in una casseruola dove si ruppero. «Ho sempre sentito dire che il tuorlo d’uovo fa bene ai capelli» disse Pippi, e si asciugò gli occhi. «D’ora in poi cresceranno così rapidamente che li sentirete frusciare. Del resto in Brasile tutti, ma proprio tutti, vanno in giro con un uovo tra i capelli: questo è il motivo per il quale lì i calvi non esistono. Solo una volta un tipo originale, invece di rompersi le uova sulla testa, le mangiò: naturalmente diventò calvo e quando comparve in pubblico causò un tale scompiglio che dovette intervenire la polizia». Parlando, Pippi aveva tolto molto abilmente, con le dita, i gusci d’uovo dalla casseruola; staccò poi dalla parete, dove stava appesa, una spazzola da bagno, e con questa si mise a frullare le uova, facendone schizzare un bel po’ sulle pareti. Quel che si salvò venne versato in una padella che si trovava sul fuoco: quando una frittella era ben cotta da una parte, Pippi la faceva saltare rivoltandola in aria, e poi la riacchiappava. Quando era pronta, la faceva volare attraverso la cucina, direttamente in un piatto posto sulla tavola. «“Mangiate!” strillò Pippi tutta eccitata. “Mangiate, prima che si freddino!” Tommy e Annika mangiarono, e trovarono le frittelle veramente squisite.
«Che ne direste di arrampicarci su quella quercia?” Subito Tommy, entusiasta della proposta, saltò giù dal cancello. Annika era un po’ più titubante, ma quando vide che il tronco era cosparso di nodi su cui puntare i piedi, pensò che sarebbe stato divertente provare. A pochi metri dal suolo la quercia si diramava, e in quel punto c’era uno spiazzo, come una piccola piattaforma; al di sopra la quercia allargava la sua corona come un grande tetto verde. “Qui si potrebbe bere il caffè” disse Pippi; “ora mi calo e ne metto a bollire qualche tazzina”. “Bravissima!” esclamarono Tommy e Annika battendo le mani. Poco dopo il caffè di Pippi era pronto; e c’erano anche delle morbide ciambelle che aveva impastato il giorno prima. Pippi tornò verso la quercia e lanciò verso l’alto le tazzine da caffè; Tommy e Annika le afferrarono al volo. Veramente, ogni tanto le afferrava la quercia. Così due tazzine si ruppero. Ma subito Pippi corse e in quel punto c’era uno spiazzo, come una piccola piattaforma; al di sopra la quercia allargava la sua corona come un grande tetto verde. “Qui si potrebbe bere il caffè” disse Pippi; “ora mi calo e ne metto a bollire qualche tazzina”. “Bravissima!” esclamarono Tommy e Annika battendo le mani. Poco dopo il caffè di Pippi era pronto; e c’erano anche delle morbide ciambelle che aveva impastato il giorno prima. Poi fu la volta dei dolci, e per un po’ ci fu un gran volare di dolci; ma almeno quelli non andavano in pezzi. Infine Pippi si arrampicò reggendo con una mano il bricco del caffè; in tasca aveva una bottiglia di panna liquida e un piattino con zollette di zucchero. Tommy e Annika trovarono che era il miglior caffè che avessero mai bevuto; di solito avevano il permesso di prenderne soltanto quando erano invitati. A un certo punto Annika si versò un po’ di caffè su un ginocchio: prima era caldo e bagnato, poi diventò freddo e bagnato, ma Annika disse che non importava. Terminato lo spuntino, Pippi buttò le tazze nel prato. “Voglio proprio vedere” disse, “fino a che punto resiste la porcellana che fanno al giorno d’oggi”. Una tazza e tutti e tre i piattini resistettero straordinariamente bene; dal bricco si staccò solo il becco».
Zuppa di funghi (Svampsoppa)
Giuliana Fabris
Per 4 persone
400 g di funghi freschi misti
2 scalogni
½ l di brodo di pollo
300 ml di crème fraîche, o di panna liquida in alternativa
50 g di burro
1 ciuffo abbondante di prezzemolo
sale, pepe
Tritate finemente gli scalogni, fateli appassire in metà del burro. Lavate, asciugate e tritate anche il prezzemolo. Pulite i funghi, tagliateli a pezzetti o a fettine sottili, tenendone da parte qualcuna per la decorazione finale, poi uniteli agli scalogni, mescolate e fateli insaporire qualche minuto, aggiungete il brodo e cuocete per una ventina di minuti a fuoco dolce. Passate tutto al frullatore, rimettete sul fuoco, aggiungete la crème fraîche (o la panna liquida) il prezzemolo tritato e continuate la cottura per altri 5 minuti. Regolate di sale e di pepe. Nel frattempo in un pentolino fate spumeggiare il burro rimasto e friggete le fettine di funghi tenute da parte in precedenza. Servite la zuppa ben calda completandola con un altro pizzico di prezzemolo tritato e i funghi fritti.
Funghi Stufati (Stuvade svampar)
Therese Caruana
Per 4 persone
500 g di funghi
1 scalogno
una noce di burro
100 ml di panna da cucina
prezzemolo
sale e pepe
In una casseruola fate sciogliere il burro e fate rosolare lo scalogno tritato finemente. Unite i funghi e fate rosolare. Salate, pepate, coprite con il coperchio e cucinate per circa 15 minuti a fiamma bassa. Unite la panna e il prezzemolo tritato. Amalgamate tutto a fuoco medio, regolate di sale e servire subito.
Torta di formaggio (Ostkaka)
Biagio D’Angelo
Per 6 persone
2 uova
2 cucchiai di zucchero
250 gr. di ricotta
1,5 cucchiai di farina
1/4 di tazza di mandorle ridotte in frantumi
Lavorate gli ingredienti finché tutto sarà ben amalgamato, trasferite in uno stampo da 20 centimetri di diametro e cuocete in forno a 175 °C per 35-40 minuti. Sfornate, fate raffreddate e servite con accompagnamento di marmellata e/o panna montata.
Gelatine casalinghe
Katia Zanghi
Per 8 persone
1 vasetto da 300 g di marmellata senza pezzi
100 ml di succo di mela
15 g di agar agar
In un pentolino d’acciaio scaldate la marmellata. Sciogliete l’agar agar nel succo di mela, unite questa miscela alla marmellata mescolando molto bene, affinché non si formino grumi. Fate bollire per tre minuti, poi versate in uno stampo quadrato (o in stampi di silicone) unto con olio di mandorla e fate raffreddare bene. Tagliate a cubetti (o sformate) e rotolate nello zucchero semolato. Conservate in frigorifero.
Biscotti alle mandorle
di Silvia Zanetti
325 g di farina
1 cucchiaino di lievito per dolci
250 g di mandorle spellate e tritate finemente
300 g di zucchero
220 g di burro
1 uovo grande
acqua q.b.
mandorle spellate intere
Setacciate insieme in una terrina, farina, lievito, zucchero e mandorle tritate. Unite il burro a cubetti. Versate l’uovo e lavorate gli ingredienti, se necessario aggiungete dell’acqua.
Con l’impasto create delle palline grandi quanto una noce, sistematele su una teglia foderata di carta forno.
Ponete al centro di ogni pallina una mandorla e riponete nel frigorifero per mezz’ora.
Riscaldate il forno a 180° C, modalità ventilato, ed infornate i biscotti per 15 minuti.
Cialde dolci (Vafflor)
Camilla Assandri
Per queste cialde serve l’apposita piastra, reperibile in tutti i negozi di casalinghi.
Per 4 persone
200 g di burro ammorbidito
150 g di zucchero
4 uova
250 g di panna liquida
300 g di farina
100 g di amido per dolci
Montate il burro con lo zucchero e le uova, aggiungete la panna, la farina e l’amido. Versate due cucchiai di impasto nel centro della piastra e chiudete. Si servono con panna montata, marmellata, miele, malto… Spazio alla fantasia!
Budino all’ananas
Lara Bianchini
Per 8 persone
50 g di ananas a pezzetti (se fresco meglio)
2 uova
250 ml di panna fresca
100 ml di succo d’ananas
1 cucchiaio di zucchero semolato (4 è meglio)
4 fogli di colla di pesce
il succo di ½ limone
Ammollate la colla di pesce per qualche minuto in acqua fredda, strizzatela e fatela sciogliere in un pentolino con poca acqua a fuoco dolce, senza portare a bollore. Lasciatela raffreddare.Lavorate a crema i tuorli con lo zucchero, unite il succo d’ananas, quello di limone e la colla di pesce, mescolate bene e mettete in frigo per qualche minuto fino a che la colla di pesce inizia a tirare. Montate gli albumi a neve ben ferma e in un’altra ciotola montate anche la panna. Amalgamate i due composti alla crema aggiungendo anche i pezzetti d’ananas, lavorate delicatamente mescolando dall’alto verso il basso per non smontare il composto. Potete far rassodare in frigo in un unico grande stampo o in 8 stampini monoporzione.
Ciambelle alla cannella (Kanelbullar)
Manuela Valentini
Per circa 30 – 35 dolcetti
650 g di farina 00
250 ml di latte tiepido
100 g di zucchero
25 g di lievito di birra
1 uovo intero
120 g di burro morbido
15 capsule di cardamomo verde
2 pizzichi di sale fino
buccia di un’arancia grattugiata fine
per il burro alla cannella
100 g di burro a temperatura ambiente
50 g di zucchero
3 cucchiaini di cannella
per spennellare
1 tuorlo d’uovo
3 cucchiai di panna liquida
zucchero
In una ciotola sbriciolate il lievito, aggiungete il latte tiepido e lo zucchero. Rimuovete i semi del cardamomo dalle capsule e con un macinino riduceteli in polvere. A parte mescolate l’uovo, il burro, il sale, la buccia d’arancia e il cardamomo. Unite i due composti e amalgamate aggiungendo la farina. Trasferite l’impasto su una spianatoia e lavorate a mano fino ad ottenere una pasta elastica e morbida, formate una palla e mettete in un’ampia ciotola coprite con pellicola e lasciate lievitare per due ore o fino al raddoppio al riparo da correnti d’aria.
Dividete l’impasto lievitato in quattro parti e su un piano di lavoro infarinato stendete quattro rettangoli da 20×30 cm, spessi 2-3 millimetri, spalmate su ciascuno di questi un quarto del burro indicato, spolverate di zucchero e cannella e arrotolate formando quattro rotoli lunghi circa 20 cm.
Tagliate ogni rotolo a fette spesse circa 1,5-2 cm e disponetele ben distanziate una placca da forno, ricoperta con carta forno. Spennellate con il tuorlo e la panna, precedentemente mescolati insieme, spolverate leggermente con lo zucchero e lasciate lievitare ancora 30 minuti prima di infornare a 180 °C. Cuocete per 20 minuti fino a doratura avvenuta, prima di sfornare controllate che siano cotte anche sotto.
3 comments
Adoravo Pippi Calzelunghe anche se ero grandicelle. Grazie delle ricette. Buona giornata.
Per il colore dei capelli (e forse non solo per quello) mi hanno sempre detto che sono.un po’ Pippi Calzelunghe, quindi oggi questo articolo me lo sento ancora più caro. Grazie per averci raccontato la storia Dei libri e il loro contesto, e per queste bellissime ricette
Leggendo quei.passi dei racconti, mi tornano alla mente le immagini della serie TV che rallegrava…le domeniche, mi pare
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