Come minimo, si rischia la retorica.
O di non essere creduti.
O di finire nel tunnel degli stereotipi, “che intanto è logico, che debbano dire così”.
Mentre in realtà, di logico c’è stato pochissimo, al secondo Raduno dell’MTC.
Non era logico il numero, con quelle 71 persone che no, su un pulmann da 54 non ci stanno.
Non era logico il clima, che zero gradi a Napoli non si sono mai visti- e con la pioggia, meno che mai.
Non era logico il cibo, perchè qualità e quantità di logica non vanno mai insieme- e stavolta, invece, guarda un po’.
Non erano logiche tante cose, insomma.
Ma forse che la Community lo è?
Il raduno MTC a Napoli
Scrivo questo breve resoconto a due settimane di distanza, a emozioni placate e a quintali di pizza digeriti e ancora non riesco a trovare le parole per dirlo.
Per dire grazie a Fabio e Annalù, per l’ineffabile organizzazione che ci hanno regalato e per essersi mantenuti belli, pimpanti, brillanti e lucidi fino alla fine. Si sa che Annalu ha la farmacia più fornita della città, ma a questo punto verrebbe da approfondire la faccenda, magari ravanando nel fondo dei cassetti 🙂 Il miracolo della moltiplicazione dei posti in pulmann è solo uno dei tanti esempi di quello che la coppia più bella del mondo è riuscita a realizzare, regalandoci una tre giorni piena di meraviglie da scoprire, in una lista di cosa da fare in cui l’unico assente era lo stress. Ma, credetemi, nessuno ne ha sentito la mancanza.
Grazie all’altrettanto ineffabile Elisa Baker, vulcanica e travolgente battitrice dell’Asta delle Caccavelle. Come lei non c’è nessuno e neppure si riescono a trovare gli aggettivi per descriverne la vitalità, la grinta, la simpatia, la dirompente energia che sono state la seconda anima di questo raduno. Con lei, questa volta, nel ruolo di vallette, Cristiana, Cinzia e Sabrina- e solo chi le ha viste può dire “io c’ero”, con la stessa intonazione con cui Roy Hatber pronuncia l’incipit del monologo piu’ famoso della storia del cinema. E sono certa che, se mai ci fosse stato anche lui, avrebbe aggiunto una postilla all’elenco.
Grazie a Napoli e a Giove Pluvio, che ci hanno permesso di goderci la città più bella del mondo praticamente da soli. E di godercela a tutto tondo, nei suoi quartieri più veraci, dal Rione Sanità ai Quartieri Spagnoli, oggetto di un recupero intelligente e rispettoso che, oggi, permette di cogliere l’essenza più verace della napoletanità, passeggiando per strade pulite e sicure. Stereotipi e pregiudizi diventano maldicenze e calunnie, di fronte alla realtàdei fatti. E tutto il resto, è bellezza, allo stato puro.
Grazie a Franco Pepe, alla sua ospitalità, alla sua disponibilità, alla sua squisita gentilezza. Aprire il locale solo per noi, regalarci un tempo che se per tutti è prezioso, per lui ha un valore inestimabile (e se aveste dei dubbi, provate a coordinare una squadra che arriva a sfornare 800 pizze a servizio, con gli impasti che le hanno rese le migliori del mondo), proporci una degustazione che non è stata da urlo solo perchè avevamo la bocca sempre piena sono solo alcuni dei motivi che hanno reso unica questa esperienza.
Franco Pepe è il modello di quell’Italia che ci piace, fatta di sfide, di coraggio, di fiducia in se stessi e negli altri, di capacità nel motivare, di grinta nel proseguire, di successi che, vivaddio, ogni tanto premiano chi è veramente capace. Un intero paese ha ritrovato vita intorno alla pizza di Franco, punto di incontro e di sublimazione di tutte le eccellenze di Caiazzo e della piccola fascia di terra che la circonda e dell’unicità di quel lavoro dell’uomo che ogni giorno dà vita a una carrellata di assolute meraviglie.
Grazie al caseificio Il Casolare di Alvignano, alle loro mozzarelle e ai loro formaggi: gesti antichi e consumati che rinnovano bontà primordiali, primitive, assolute, come solo chi ha provato l’esperienza di un bocconcino di mozzarella caldo che si scioglie in bocca può dire di aver provato. Il resto è tutto nella ressa da saldi allo spaccio, nelle scatole di polistirolo portate al braccio con la stessa fierezza con cui si indosserebbe una Kelly – e nella pazienza dell’autista, nello stivare tutto quanto.
Grazie al pastificio Gentile di Gragnano che ci ha fatto l’ultimo regalo del raduno, permettendoci di provare una pasta di rara qualità, frutto di una passione che si fa impegno quotidiano, nella ricerca di una eccellenza e di un controllo serrato della filiera. “Fabbricanti di maccheroni” è come si definisce la famiglia Zampino, proprietaria del pastificio: una definizione che pone di nuovo al centro quel lavoro dell’uomo che da solo riesce a plasmare la natura e che solo chi lo pratica con dedizione da decenni sa valutare nel modo più giusto che è poi quello del rispetto del prodotto, dalla semina all’approdo nel piatto. Al resto, ci sta pensando la Community- con ricette strepitose, mugolii di piacere compresi.
E grazie alla Community, per la quale davvero non so più quali aggettivi usare. Ero eufemisticamente sotto tono, nei giorni del raduno, dopo due anni di vita errabonda che hanno deciso di presentarmi il conto proprio in questa occasione: ma il rammarico più grande è stato quello di non riuscire a godermi ciascuno di voi come avrei veramente voluto. L’MTC è un gioco che nasce da amicizie reali, da storie reali, che niente hanno a che vedere con le belinate degli storytelling del web. Ogni sfida, ogni ricetta, ha sempre un pezzetto di più, un piccolo tassello che, di volta in volta, va a comporre un mosaico più grande, quello che aggiorno da 62 sfide e che mi ha permesso di scoprire, mese dopo mese, la bellezza e la ricchezza di ciascuno di voi.
Non vado oltre, non per timore di retorica, ma per quel riserbo che ammanta la parte più personale della mia vita, della quale ormai la Community fa parte, nel suo insieme e nei singoli. I progetti che stiamo costruendo, passo dopo passo, sono quanto di più reale, gratificante e commovente avrei mai immaginato di poter realizzare sul web e la scelta di non sbandierarli ai quattro venti, retaggio di una oldfashionite che per sua natura non può che peggiorare, con gli anni, non li rende per questo meno veri e meno preziosi – e non solo per chi ne è il destinatario immediato. Quale che sia il tramite dei nostri progetti, ogni volta è una gara di generosità, la stessa che costituisce il collante e la benzina del nostro gioco, entrato ufficialmente nel settimo anno di vita, con una longevità che, se riferita al web, è davvero da Guinness, e pure in doppia pinta. I raduni sono il nostro caotico, ridanciano e straordinario pit stop, per fare rifornimento e ricominciare, lungo una strada che ormai conosciamo e che, passo dopo passo, ci porta ogni giorno più lontano.
10 comments
“Io c’ero”
Nonostante avrei voluto esserci di più
Nonostante attraversassi un periodo durissimo
Io c’ero
Felice di riabbracciarti
Felice di riabbracciare ognuno di voi
vedi Napoli e poi….
… e poi ci voglio tornare!!!
Grazie per questo raduno e la sua orga izazzione impecabile, grazie per questo post perche mi dimostra ancora una volta quante persone e cose belle ci sono in Italia!!!!
Grazie a te e grazie alla community più bella che esiste! 🙂
Grazie. Sempre.
Grazie <3
Ho capito il ‘vi amo’ di Rosaria!!
😘
ALe, ho i brividi.. nel condividere ogni parola e ogni ringraziamento, aggiungo solo una cosa a questo post:un enorme grazie a te – e che più sentito e di cuore non si potrebbe. a te che nonostante tutto quello che quotidianamente ti sorbisci in termini di lavoro, beghe, grattacapi e casini vari 🙂 resti sempre il nostra faro nella notte.
Ho una tale nostalgia…
Ritrovare l’atmosfera di Napoli (ancora molto viva) attraverso il tuo racconto mi emoziona e mi lascia senza parole ma una si fa spazio e prepotentemente esce
Grazie Ale
Un abbraccio caloroso a te, agli splendidi Fabio e Annalu’, alla vulcanica banditrice d’asta e a tutte le splendide persone che ho potuto conoscere o riabbracciare
GRAZIE!
Comments are closed.