Gola e lussuria: ma chi l’ha detto che sono peccati capitali? Scevri da ogni malvagità, sono forse quelli che si perdonano più volentieri.
Lo stesso Dante colloca i mangioni e gli amanti appassionati nei primi cerchi dell’Inferno, dove non è che si stia proprio benissimo ma, visto quel che viene dopo, pare quasi un lusso. È evidente che il Sommo Poeta chiuderebbe volentieri un occhio sulle loro colpe, e come dargli torto?
Non a caso, quella mattacchiona di Susy May ha pensato bene di riunire gola e passione in una sola sfida, perché chi ama mangiare è in genere anche un vorace amante e non si è mai visto un inappetente che facesse scintille tra le lenzuola. Del resto, per certe cose ci vuole energia. Servono cibi nutrienti, sensuali, evocativi, ma che non appesantiscano, come quelli che imbandisce Isabel Allende nel suo gustosissimo manuale, Afrodita, piccolo bignami dei cibi che aiutano l’amore.
Signora (all’epoca) cinquantenne, la Allende affronta il tema all’insegna della giocosità e dell’ammiccamento birichino, a tratti lezioso ma ampiamente perdonabile ad un’autrice dalla simpatia innata, priva di finti pudori e concessioni alla morale di facciata che certe donne della sua età sfoderano compunte.
MTC BOOK CLUB – AFRODITA
Inizialmente il lettore più cauto può restare disorientato davanti alle sue (poco) velate allusioni e a riferimenti ad orge e baccanali, ma tutto avviene con una tale levità scherzosa che non se ne può restare scandalizzati.
A ben pensare, una tale leggerezza sembra quasi un riscatto, una reazione vitale maturata nel tempo, dopo aver vissuto tutte le fasi del dolore legate alla drammatica vicenda della malattia e morte della figlia, descritta in forma diaristica nel libro Paula. È la Allende stessa, ad un certo punto, a fare riferimento a quella esperienza e alle difficoltà incontrate per riuscire a superarla. Le sue parole giocose e leggere, allora, acquistano un senso più importante, sembrano quasi un incitamento a vivere con spirito lieve, godendo dei piaceri laddove si può.
Le pagine scorrono rapide e le divagazioni dell’autrice sembrano quelle di una “vecchia” zia venuta a prendere il tè, che vola da un racconto all’altro perdendosi tra le pieghe di aneddoti e ricordi. Apparentemente svagata, ma in realtà una vera dritta, che sa dove andar a parare. Chi altri, sennò, potrebbe suggerire di servire ai propri ospiti una torta di pasticceria preventivamente agitata e shakerata quel tanto che basta per farla passare come fatta in casa?
I passi più gustosi sono i racconti personali, dove compaiono nonni, cugini e prozii che sembrano usciti da La casa degli spiriti; personaggi trasognati, fluttuanti in quella zona grigia tra concretezza quotidiana e sfera soprannaturale che ha fatto la fortuna di tanta letteratura sudamericana.
Inframmezzati ai racconti e a citazioni letterarie sempre molto evocative (si va dalla Bibbia alle Mille e una notte e passando per Shakespeare e Neruda), ecco l’elenco dei cibi e delle sostanze che hanno la fama di potenziare gli appetiti sessuali. Di ognuno di essi si dice ben poco, ma quel tanto che basta per dare suggerimenti d’uso insoliti e stuzzicare la fantasia del lettore. Non manca nulla all’appello: dagli abusati tartufi e peperoncini, ai costosi caviale e ostriche, fino agli evergreen come caffè e cioccolato che, guarda caso, sono gli ingredienti principali del nostro tiramisù! Mica scemi noi italiani.
Spesso la Allende suscita la meraviglia del lettore con la descrizione delle pietanze più strane, diffuse tra le culture indigene sudamericane e africane: animali in via d’estinzione, porzioni anatomiche e organi senza un posto al sole, umori e secrezioni che ripugna persino citare. Per poi concludere, a scanso di equivoci: “Se sei una di quelle persone che credono ciecamente nelle virtù magiche di qualcosa di orripilante, ti consiglio di mangiare da solo e di non far troppo propaganda”. E ci siamo intesi.
L’elenco poi prosegue con la descrizione di filtri, erbe, polveri e sostanze non meglio identificate che avrebbero effetti potentissimi se non che, se se ne sbaglia anche di poco la dose, possono portare alla pazzia o alla morte. Del resto, non è lo stesso per la passione amorosa? Difficilissima da dosare: se è imbrigliata perde la sua essenza, ma se lasciata libera può diventare parecchio pericolosa. L’impero dei sensi docet.
La seconda parte del libro, invece, è dedicata alle ricette vere e proprie, sperimentate da una cuoca d’eccezione: la madre della scrittrice. Ovunque abbondano crostacei, spezie, erbe e discrete quantità di panna da cucina, ma la stessa autrice le propone più come suggestioni dalle quali farsi ispirare che come precetti da seguire alla lettera. Tra l’altro, chi l’ha detto che aglio e cipolla sono antierotici? Qui proliferano come funghi (anche quelli afrodisiaci, tra l’altro) a patto che li consumi anche l’amante. Così l’effetto si annulla e si può andare a letto ispirati e rinvigoriti.
Una lettura da fare senza pregiudizi, con il sorriso sulle labbra e una buona dose di ironia. Del resto, la conclusione della Allende è questa: “dopo un paio di giri del completi del mondo degli afrodisiaci, scopro che l’unica cosa che davvero mi eccita è l’amore”. Quindi, si torna al punto di partenza. Lasciatevi ispirare dalle sue ricette, ma se manca tutto il resto, non aspettatevi miracoli!
15 comments
Concordo con Alessandra, e come non si potrebbe ?sono rimasta affascinata da Afrodita fin da subito, appena ricevuto in dono dal maritino. Ma sono passati un po’ di anni, e davvero “vien voglia di riprenderlo in mano”, come dice la van Pelt…Sei stata bravissima !
ho letto il post in anteprima, senza le immagini- e gia’ allora avevo colto questa sintonia piena, fra lo spirito lieve del libro e quello altrettanto lieve della recensione (cosa difficilissima, quasi che la qualita’ di una recensione si misuri dalla sua gravita’ e dalla sua serieta’) ora me lo godo anche con le immagini e confermo tutto quanto. Vien voglia di riprenderlo in mano, questo Afrodita .. e per molti di noi, basta solo allungare il braccio verso il comodino 🙂
bravissima!
Un libro che non può mancare nelle nostre librerie, anche per me è stato “Amore A prima vista “! Eccellente e coinvolgente la tua recensione, complimenti!
condivido il tuo pensiero alice, un libro gustoso, narrato con sapienza, leggerezza ed ironia, gradevolissimo e a tratti piacevolmente sorprendente ma i passi migliori sono dove ritrovi la Allende piu’ autentica, nella sua natura profondamente sudamericana
Ma come mi era potuto sfuggire questo articolo??? Una recensione scritta divinamente, complimenti alice! E poi vogliamo parlare di afrodita, che è anche il nome del mio blog? Non l’ho scelto mica a caso eh! Adoro Isabel allende da quando ho 15 anni, e questo libro è da tempo nella mia libreria. Mi piace l’idea di una cucina con un pizzico di passione, cucinare è anche un modo di prendere per la gola 😉
e ti aspettavo, infatti!!!
Alice! Bellissimo articolo, che quasi non sembra scritto da te, visto come eri contenuta e pudica nel post sul tuo tiramisU! Grazie anche di avErmi fatto conoscere il blog stupendo di cleo buttera, insomma, complimenti per l’accUratezza e la bellezza, hai fatto centro come sempre!
Grazie CARA CECILIA, PER ME è UN GRAN COMPLIMENTO. MI SONO SFORZATA MOLTO PER CERCARE DI RiCHIAMARE I TONI E LO SPIRITO DEL LIBRO perché IL MIO registro IDEALE SAREBBE invece QUELLO DEL tiramisù vittoriano ; -)
Cecilia, la stiamo corrompendo, l’alice 🙂
Bravissima Alice, ottimo pezzo … sai che non ho mai letto il libro, che a questo punto è il prossimo nella lista 🙂
Grazie FABIO! IL LIBRO È DIVERTENTE…MERITA 😉
Quanto mi piace questa rubrica! ho adorato questo libro e l’articolo gli rende perfettamente giustizia, complimenti!
MI FA piacere! È UN peccato quando LEGGIAMO UNA RECENSIONE CHE CI “sciupa” UN LIBRO CHE AMIAMO 🙂
GRAZIE Valentina!
Adoro questo libro e adoro Lei…bellissimo articolo, complimenti!!!!
LEI è DAVVERO UNA DONNA FUORI DEL COMUNE… grazie!
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