Home mtc 60 tapas MTC n. 60 – Tema del Mese: Whisky Sour e Quando la moglie è in vacanza

MTC n. 60 – Tema del Mese: Whisky Sour e Quando la moglie è in vacanza

by Redazione

kiltblow

di Roberta Cornali – Vado a vivere in campagna

Su Internet trovi proprio tutto, basta sapere cosa e dove cercare. Mi riferisco a questa foto, che riassume tutto in un solo scatto: il cocktail di cui sto per parlarvi, il famosissimo film al quale è legato e l’innata e insanabile cialtroneria della sottoscritta.

Il malcapitato signore è chiaramente di origine scozzese e non si può pensare alla Scozia senza pensare anche al suo whisky; la gonna svolazzante a causa di un soffio d’aria proveniente da una griglia su un marciapiede, rimanda immediatamente alla scena più famosa di Quando la moglie è in vacanza, ma nella mia avversione per il “giàvistotroppevolte” ho preferito questa foto alla celeberrima icona della biondissima e bellissima Marylin. E poi mi piace pensare di farvi cominciare o continuare o finire la giornata con un sorriso, invece che con l’ansia per la ricrescita, le rughe, la cellulite, i peli sulle gambe, il girovita che aumenta e le tette che calano…

Monroe Photo Sale

Ma torniamo seri: il Whisky Sour. Cocktail classico, caduto nel dimenticatoio per qualche tempo vittima, insieme ad altri celebri compari, di quella moda capricciosa che non risparmia nemmeno cibi e bevande. Invece ora pare ci sia un ritorno di interesse per questi drinks semplici, onesti, privi di inutili orpelli.

Appartiene, come dice il nome, alla categoria dei sour cocktails, cioè quei cocktail con una nota di acidità. Alcuni esperti ritengono che i sour siano una versione in scala ridotta dei classici punch, dato che presentano gli stessi elementi di “acido, dolce, forte e debole”, anche se in proporzioni totalmente differenti. In questi cocktails, al contrario che nei punch, predomina la percentuale alcolica mentre la parte debole, acqua o succo, deve essere appena sufficiente per sciogliere lo zucchero e l’acidità, solitamente data da un qualche agrume, deve essere giusto quel tanto da contrastare la dolcezza dello zucchero, che negli ultimi tempi viene spesso sostituito con uno sciroppo semplice, cioè una soluzione che prevede due parti di zucchero sciolte a freddo in una parte di acqua e poi filtrata.

La prima ricetta scritta di questo cocktail la troviamo in un libro del 1862, The bartender guide di Jerry Thomas, ma la bevanda era molto conosciuta fin da un secolo prima. All’epoca, come sappiamo, viaggiare era un affare molto più complicato di quanto non lo sia ai giorni nostri e gli spostamenti duravano tempi lunghissimi. Per i viaggi su terra non c’erano troppi problemi: si poteva far sosta per fare rifornimento, al limite andare a caccia o raccogliere cibo selvatico. I viaggi in mare, invece, soprattutto le traversate oceaniche che duravano mesi, presentavano parecchi svantaggi in più: non c’era refrigerazione e la cognizione delle contaminazioni batteriche era  praticamente inesistente.

Cibo e acqua si deterioravano durante quei lunghi viaggi. Frutta e ortaggi non potevano essere conservati così a lungo ed i marinai soffrivano di scorbuto, per la mancanza di vitamine, e di altri disturbi dovuti alla malnutrizione. Questo fino a quando il Vice Ammiraglio della Reale Marina Britannica, nonché eroe dei moderni bartender, Edward Vernon non ebbe la felice intuizione di distribuire ai suoi marinai una miscela di rum, succo di lime o limone, sempre presenti a bordo per sconfiggere lo scorbuto, e acqua per diluire l’alcool, perché va bene la salute, ma non una nave piena di marinai ubriachi.

La ricetta poi sbarcò nei vari porti toccati dalle navi inglesi e se in Inghilterra il rum fu sostituito con il Brandy o il Gin, gli americani gli preferirono  il loro caro vecchio Whiskey. Quindi Jerry Thomas non fece altro che mettere nero su bianco un’antica ricetta marinara.

Eccola qui. Direttamente dal libro del 1862:

Whisky Sour

Usate un piccolo bicchiere da bar

Prendete un cucchiaino di zucchero sciolto in poco Seltzer o acqua Apollinaris

Il succo di mezzo limone piccolo

Un bicchiere da vino di Bourbon o whisky di segale

Riempite il bicchiere da bar di ghiaccio tritato, agitate e filtrate in un bicchiere a calice. Decorate con frutti rossi.

A volte si aggiungeva della soda, acqua effervescente, ma col tempo fu abbandonata dato che l’effervescenza si perdeva agitando il cocktail. Notate che manchi qualcosa nella ricetta, oltre a indicazioni precise sulle quantità? L’uovo. Né albume, né rosso. Nulla.

L’uovo venne aggiunto più tardi, per dare cremosità e aggiungere un elemento arioso al cocktail. Lo rende più gradevole al palato e più carino da guardare. C’è chi è sempre un po’ nervoso nell’assumere uova crude, ma un mio amico barman dice che al bar ci sono più probabilità di soffocarsi con una nocciolina che di contrarre la salmonella con un cocktail. Se l’uovo è fresco ed è stato ben conservato e se si è avuta l’accortezza di non far entrare in contatto il guscio con il suo contenuto, i 7/15 millilitri di uovo contenuti nella ricetta sono assolutamente innocui per la salute.

In ogni caso gli anziani e le persone con un sistema immunitario compromesso, dovrebbero astenersi dal consumare uova crude, anche nelle bevande, così come i bambini al di sotto dei cinque anni, i quali, a mio avviso, dovrebbero astenersi anche dal consumo di cocktails….

Alcuni baristi o barman o bartender o mixologist o bar chef, o come cavolo vogliono essere chiamati adesso, sostengono che se si aggiunge l’albume al Whiskey Sour si ottiene un Boston Sour, ma questo è un argomento del quale non ci occuperemo qui oggi.

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Quindi, finalmente, la ricetta moderna con le quantità precise è la seguente:

  • Da 45 a 60 ml di Bourbon Whisky
  • 30 ml di succo di limone
  • 15 ml di sciroppo semplice
  • 7/15 ml di albume
  • Ciliegia e fetta di agrume per guarnire

Mettete l’albume nello shaker, potete aggiungerne fino ad uno intero, dipende dai gusti. Agitate vigorosamente per rompere l’albume e renderlo spumoso. Questa operazione va fatta prima di aggiungere il resto, altrimenti l’albume non si monta. Unite il ghiaccio e gli altri ingredienti, agitate ancora e versate in bicchieri da whisky o da cocktail se avete aggiunto più albume. Decorate con ciliegie candite o sciroppate e una fetta di limone o arancia.

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E Marilyn Monroe? Non l’ho dimenticata. Il collegamento con la bella e sfortunata attrice e con uno dei suoi film più famosi, sta tutto in una battuta fatta dal protagonista maschile, Tom Ewell:

“Signorina Morris, sono perfettamente in grado di prepararmi la colazione da solo. Infatti questa mattina ho mangiato un panino al burro di arachidi e due Whisky Sour!”

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E se può farlo lui, figuratevi io!

28 comments

Debora 22 Ottobre 2016 - 12:15

La prima foto è simpaticissima ma per reggere meglio il confronto con marilyn avresti dovuto sceglierne un’altra… magari sean connery 😉
Anche in questo caso passo… se solo odoro il whisky, mi stendo al suolo da sour… ehm da sola 🙂

Francesca lanuova 21 Ottobre 2016 - 17:12

Favolosa Roberta!

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 17:54

Ma grazie assai Francesca! Un abbraccione, a presto!

FedeB 21 Ottobre 2016 - 17:03

Ma è stupenda la storia del whisky & sour!!! Sai che non l’ho mai provato??? E poi non sapevo neanche dell’albume nel cocktail! Insomma mi hai aperto un mondo!

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 17:21

Sì, sì ok…dai pure la colpa a me alla prima sbronza da Whiskey Sour…per il resto ti arrangi, però…:) 🙂 🙂

Marina 21 Ottobre 2016 - 14:22

Il whisky l’ho conosciuto tardi per via di mio padre (sempre ‘sti padri) nel senso che ho dovuto aspettare di allontanarmi proprio da lui oper scoprirlo…a lui non piaceva. Mi piace liscissimo, a tempertura ambienteper giunta e di quelli che escono dalle varie botti di cherry o porto- da signore in poche parole ! Vorrei anche offrire una cena al tuo amico barista…uomo saggio!

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 16:23

Vero? Penso anch’io che sia un uomo saggio, soprattutto perché si rifiuta di servire alcolici ai bambini sotto i cinque anni…:) 🙂 🙂 gli comunicherò il tuo invito, intanto io ti ringrazio di cuore per il commento Marina.

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:55

Vorrà dire che brinderemo al nostro incontro con un bel paio di Whiskey sour ben fatti mapi, che te ne pare dell’idea?

Mapi 21 Ottobre 2016 - 13:00

Uno splendido post in perfetto Stile Cornali, che mi lascia un solo rimpianto: quello di non aver mai assaggiato un Whisky Sour!
Ma rimedierò, ah se rimedierò!!! 😀

Mai 21 Ottobre 2016 - 12:27

Caramia… tu puoi fare tutto basta che te lo proponi!!!
riusciresti a farmi bere pure due di questi whisky sour, anche se sono cresciuta a whiskyasciuto e basta (dai 18 in poi s’intende…)
Che post!!!!

besos

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:54

Ma non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello che tu possa aver toccato alcool prima dei 18 anni, guarda!! 🙂
…e non dirmi “caramia” con quell’accento catalano che hai, che mi fa lo stesso effetto che faceva a Morticia Addams e poi siamo rovinate….:) 🙂 🙂

alessandra 21 Ottobre 2016 - 11:41

cornali, ma quanto bene scrivi??????
mio papa’ era un patito di whisky e quando ero piccina la trasgressione piu’ estrema era farmi annusare il suo bicchiere. poi la punta della lingua. e poi, puntualmente, arrivava mia madre ad interrompere tutto quanto 🙂
ma la passione e’ rimasta- ed e’ ovviamente per quello puro. neanche lo concepisco col ghiaccio, figuriamoci con il limone o con l’uovo. pero’, da ora in poi assocero’ il whisky sour a questo tuo post
e la riconciliazione e’ ufficialmente in atto 🙂

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:47

Anche mio padre amava il whisky. Scozzese. Liscio. Una roba così l’avrebbe indignato e disgustato. invece io, che non amo i liquori ad alta gradazione, l’ho trovato molto gradevole.
Grazie infinite per il commento lusinghiero, che accetterò senza minimamente sentirmi presa per i fondelli ….:)

Susy may 21 Ottobre 2016 - 10:21

Splendido post ricco di notizie su questo drink che non conoscevo.
Ma Marilyn, quella è la mia passione anzi osseSsione Sono una collezionista accanita e questo film È il mio preferito, il filo conduttore tra il drink Ed il film è tutto in quella battuta che come altre ha reso ironico e divertente Il film.
Io vado a bermi questo drink sulle note delle “tagliatelle” suonate da Marilyn al pianoforte!.

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:43

Anche per me è stata una prima volta. Con il Whiskey sour, dico, non con il film….a proposito di collezioni, sai che per tutto il tempo mentre scrivevo, ho ripensato ad una statuina in biscotto che aveva una mia prozia che riproduceva una bimba bionda con la gonna svolazzante stile marilyn?…chissà se riesco a recuperarla….:)

FranciCarloni 21 Ottobre 2016 - 10:16

Stupendo cara cornali, stupendo!
adoro questi tipi di cocktail, la nota acida aiuta secondo me a sopportare la gradazione alcolica. ma l’uovo no, please! sto con la versione dell’ottocento!
marilyn è sempre marilyn .. 🙂

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:39

Un solo consiglio Carloni: give it a go, trust me….poi mi dirai…Grazie mille per il commento Franci, un abbraccione

Flavia 21 Ottobre 2016 - 9:38

La cosa seria sta tutta nella prima foto, mi spiego: hai saputo esattamente unire l’utile di un post del genere con spiegazioni scorrevoli e piacevolissime da imparare e il dilettevole che di prima mattina fa sempre un gran piacere!!! Nota personale..credo che per il Christmas pudding dovremmo indossare tutte un kilt come quello di MAriolino dalla Scozia qua sopra…ahahah, grandissima Roberta

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:37

Mariolino dalla Scozia!!! ahahahahahahahah…fantastica Fla! Grazie di cuore per il commento e per la risata….l’idea del kilt per Stir Up Sunday non mi dispiace… non mi dispiace affatto….:) Teniamola presente!

Ilaria 21 Ottobre 2016 - 13:54

Mi fate paura!

perladarsella 21 Ottobre 2016 - 9:32

Ma bellissimo post, a cominciare dalla foto dello scozzese a cosce all’aria e a finire con le considerazioni su uovo, alcolici e bambini… 🙂
gRAZIE Roberta!

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:34

Sai, sempre meglio precisare per non correre il rischio di venire fraintesi….già mi vedevo biberon pieni di whiskey sour senza albume….:)

Ilaria 21 Ottobre 2016 - 9:24

Io che l’ho messa su mi sono fatta un gran ridere, anche se devo dire che il tuo post è molto serio e dettagliato eh 🙂 il film è un cult e potrei rivederlo anche 2000 volte e mi piacerebbe sempre. La scena al piano è una vera chicca. Grazie Roby!

perladarsella 21 Ottobre 2016 - 9:33

Beh, perché la battuta sugli intimi tenuti in frigo?

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:50

…io l’ho sempre preso come un prezioso consiglio, che infatti metto in pratica ogni estate da allora…… 🙂

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:32

Ma grazie a te per tutto il lavoro e la pazienza!!

dani 21 Ottobre 2016 - 9:16

Per colazione è un po’ IMPEGNATivo 😛 se volevi farci sorridere ci sei riuscita in pieno 🙂 bellissimo post, grazie per averci raccontato questa storia, l’ho letta tutta in un sorso!

Roberta Cornali 21 Ottobre 2016 - 13:31

E se la colazione non fosse altro che il bicchiere della staffa dopo una notte di follie? 🙂 Grazie a te per il commento Dani!

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