UFF. Questo ho pensato dopo le prime pagine de I vacanzieri, best seller di Emma Straub, newyorchese con all’attivo diversi libri di narrativa di intrattenimento. In realtà, il titolo suonava abbastanza infelice, ma la trama sembrava feconda di spunti divertenti.
MTC BOOK CLUB 2 – I VACANZIERI!
Una famiglia di Manhattan, condita con crisi personali e di coppia, vola a Maiorca per trascorrere due settimane di totale relax e vedere che ne sarà di loro. Il marito fedifrago e cacciato dal lavoro, la brillante moglie ferita, la figlia introversa in procinto di approdare al college. Li raggiungeranno il figlio maggiore con l’imbarazzante fidanzata mal sopportata da tutti (il personaggio che ho trovato più simpatico in assoluto) e una coppia di amici di vecchia data, gay, in attesa di adottare un figlio.
L’isola li accoglie con il suo calore e diventa incubatrice dei loro destini, che al momento del ritorno avranno ricevuto un deciso cambio di rotta.
L’abbrivio, dicevo, mi è sembrato banale e forzato, ma se proseguite, lottando contro le prime impressioni, migliora. O forse, semplicemente, ci si abitua.
Man a mano che compaiono nuovi personaggi il ritmo si fa più brioso, i rapporti reciproci si definiscono e si arricchiscono, spuntano nuovi particolari, le situazioni si dipanano o si ingarbugliano, ma sempre con un tono leggero da gossip distratto.
Nell’attesa che i nodi si sciolgano, la vita sull’isola scorre tra bagni in piscina, escursioni al mare e cene in ristoranti tipici che servono tapas come se non ci fosse un domani. Baccalà mantecato e spiedini di polpo, peperoni verdi arrostiti e gamberi in salsa all’aglio, patatas bravas e pa amb oli ruotano tra i commensali insieme a stoccate velenose, risate forzate e tensioni emotive che si intrecciano sopra e sotto il tavolo.
Non mancano episodi divertenti, così come tematiche complesse che si affacciano in superficie, ma sembra che l’autrice non sappia sfruttare al meglio né gli uni né le altre. Il libro è piacevole, scorre veloce per linguaggio e dialoghi e suscita qualche risata, ma non ho potuto fare a meno, più volte, di alzare gli occhi al cielo e sentirmi infastidita. Dagli stereotipi, da situazioni viste e riviste nelle commedie romantiche americane, da banalità che si potevano evitare con poco.
Sembra quasi di leggere una sceneggiatura pronta per il ciak: l’azione che scorre rapida, molti dialoghi e poco approfondimento. Dovete solo scegliere gli attori più adatti per ogni ruolo, e ora che ci penso sarebbe un gioco divertente.
La Straub butta sul tappeto questioni importanti senza affrontarne nessuna. Il tradimento. Il rapporto di coppia e quello con i propri figli. L’adolescenza. La gelosia per l’amico gay. Temi che vengono lambiti dalla leggerezza della trama come le onde leggerissime lambiscono le spiagge bianche di Maiorca, senza modificarle di un millimetro. Lo definirei uno di quei libri indolori, che passano in un soffio e non lasciano traccia.
Ma io sono snob (mi dicono), siete avvertiti. Se volete qualcosa di semplice da leggere, scorrevole e che non richiede particolare concentrazione, I vacanzieri fa al caso vostro.
Anche se le vacanze sono finite, è sempre bello sognare il blu di un’isola del Mediterraneo e sbirciare nelle vite altrui, nelle piccolezze tra marito e moglie, nelle paure di un’adolescente, nei desideri delle coppie – gay o etero che siano.
Ecco, forse uno dei punti di forza del libro è proprio questo: la capacità di mettere in scena debolezze e piccole meschinità nelle quali è impossibile non riconoscere noi stessi e i nostri cari, e strapparci una risata su quello che nella quotidianità ci manderebbe fuori dai gangheri.
6 comments
Io sono una snob letteraria tanto quanto te, mi sa, e mi sa che questo libro farebbe lo stesso effetto orticaria a me 🙂
non conosco emma straub quindi non so come scrive, basandomi solo sulla trama direi che non è il mio genere o, meglio, la storia che ci descrivi è stata ed è ampiamente sfruttata. potrebbe incuriosire se la scrittura fosse veramente buona…
Anch’io lo leggerei solo per capire se sono snob come te oppure o no, ma ho deciso che mi fido della tua opinione e, sentendomi comunque molto snob, lo salto a piè pari, ahahahahahah!
Beh cara Alice, non l’ho letto…. ma la tua ” critica” mi ha incuriosita…. sara quel tuo esserti ” infastidita” che mi ha messo la pulce nell’orecchio e devo scoprire se fa lo stesso effetto a me
ma io sono snob…
“chiamato”?
non ho letto questo libro, ma mi basta la tua recensione per intuire che ha tutto quello che serve per farmi venire l’orticaria. temi forti, per accalappiare il lettore, scrittura come una sceneggiatura da film, per accalappiare gli unici diritti che al giorno d’oggi ti permettono di trasformare la scrittura in una professione.
gli spunti sembrano buoni, perche’ le vacanze sono da sempre un topos letterario, per tirar fuori le peggio cose (esistono anche un filone giallo e uno horror, e questo la dice lunga): pero’, se non sei convinta tu, non lo sono nemmeno io.
anche se susan sarandon sarebbe capace di nobilitare tutto quanto… alla faccia delle snobbone de noartri 🙂
NOn l’ho letto ma ovviamente me ne hai fatto venire la voglia.
Tu dici che l’autrice tocca tanti temi senza approfondirne nessuno ma forse è proprio quello il suo scopo: evidenziare come spesso, in molte famiglie, e’ piu’ facile sorvolare il problema che affrontarlo.
Trovo inoltre che il momento delle vacanze sia quello che meglio sappia catalizzare le crisi quando queste sono in atto. Perche’ il tempo che si trascorre insieme e’ definitivamente tanto, troppo tutto insieme. E’ inevitabile che un oggetto incendiabile, prenda fuoco prima o poi.
Ecco, adesso mi e’ venuta definitivamente la curiosità di leggerlo.
E tu non smettere di scrivere recensioni, perché e’ un piacere perdercisi.
Un abbraccio mia cara.
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