Diciamocelo: patata è una parola simpatica. Per il suono scorrevole e rassicurante; per l’immagine che richiama, quella di un tubero rotondotto e bitorzoluto. E per i doppi sensi un po’ triti che si porta dietro, innegabile.
Eppure, c’è stato un tempo in cui la carenza di patate ha generato morte e sofferenza. E non parlo di quella patata lì (il doppio senso trito non ce lo facciamo mancare neanche noi).
In Irlanda, la coltivazione di patate ha preso piede a partire dal 1600 ed è presto diventata l’unica fonte di sostentamento della povera gente. Ma basare la propria sussistenza su unico genere alimentare è molto rischioso: viene a mancare quello, e si muore di fame. È accaduto più volte nella storia irlandese che avverse condizioni climatiche o infestanti particolarmente agguerriti abbiano causato scarsi raccolti e la denutrizione di migliaia di persone.
Ma nulla a che vedere con la Grande Carestia del 1845-1847, un fenomeno ricordato nei libri di storia per la sua ampia portata e per la scia di morte e disaperazione che lasciò dietro di sé. Imputato principale fu il fungo velenoso che fece marcire tutte le patate dell’isola, ma una grave responsabilità, riconosciuta solo in studi recenti (vedi qui), pesa sul governo inglese del tempo.
Morirono oltre un milione di persone. Alcuni fortunati – amara ironia – si salvarono emigrando, barattando tutto ciò che avevano per accaparrarsi un passaggio transoceanico, stretti tra topi e flutti, non sapendo se mai sarebbero arrivati nel Nuovo Mondo.
Forse vi ricorda qualcosa? A me, le immagini quotidiane di qualsiasi telegiornale. Ma esistono tanti modi per raccontare drammi di questo tipo. Alle scene di incommensurabile violenza visiva e alle chiose giornalistiche, idiote nella loro impotenza, preferisco sempre la parola scritta. Se romanzata, ancora meglio.
MTC BOOK CLUB 1 – STELLA DEL MARE
In Stella del mare, Joseph O’Connor racconta la vicenda di un pugno di irlandesi – nobili e contadini – le cui origini si intrecciano nella terra di Erin e si concludono con la visione di una nuova alba nel porto di New York. Ma sarà un’alba plumbea e mortifera, perché quando si è in troppi a fuggire dalla disperazione non c’è porto sicuro in cui approdare.
Stella del mare è il nome della nave cui è affidata la loro traversata atlantica: una Prima Classe, con tutti i comfort per pochi ricchi, e una Terza, dove la scommessa è riuscire a sopravvivere tra malattie, sporcizia e denutrizione.
C’è un uomo che deve essere assassinato e uno che deve compiere l’omicidio, ma l’assassino è già stato ucciso tante volte. C’è una donna senza ormai possibilità di riscatto: spezza il cuore scoprire che ad annientarla è stato il presunto amore. Ci sono un giornalista in cerca di una storia ed un capitano leale, la cui umanità è l’ultimo baluardo in un mondo di belve.
La vicenda, dove non mancano i colpi di scena, si sviluppa su un doppio binario, tra flashback e contemporaneità, e anche la narrazione è spezzata, divisa tra il diario di bordo del capitano e il racconto del giornalista Grantley Dixon.
Il Connemara aspro e selvaggio e il Galway delle leggende e delle ballate popolari sono la fibra interna dei personaggi, che aleggia nell’aria e riappare ad ogni svolta della narrazione. Il vento e la pioggia ricorrono costanti, stingono e inzuppano gli animi già fiaccati dalle dispute umane e dalle ingiustizie sociali, a riprova che la rovina dell’Irlanda non è il clima, ma lo spietato dominio britannico.
Costretti a fuggire dalla loro terra, tanto amata e sacra da portarne con sé una manciata in segno di benedizione, i diseredati si imbarcano sul ventre di una nave ormai vecchia che li porta verso un futuro ignoto, probabilmente intessuto di altrettanta miseria.
La profonda religiosità irlandese, che si avvicina pericolosamente alla superstizione, il rispetto di leggi non scritte e inviolabili, la fierezza, l’attaccamento pervicace alla propria terra: questa è l’Irlanda che vorrebbe celebrare O’Connor, insieme alla denuncia di un liberismo sfrenato di recente affermazione, preso a pretesto dall’avidità del governo inglese.
L’esito, a mio parere, non è sfavillante e in più punti scade in una retorica che non posso far a meno di avvertire insincera. I protagonisti, che dovrebbero rappresentare i destini dei diversi ceti, rappresentano essenzialmente se stessi, casi limite del dolore e della sfortuna, incapaci di riscatto. Il clima è cupo e pesante, ai drammi sociali si sommano quelli individuali, senza che un raggio di luce riesca a filtrare nell’animo dei personaggi.
Il finale, tuttavia, è sorprendente e la conclusione getta una nuova luce sulla vicenda, che se non aumenta di molto la quota dovuta alla storia irlandese, di certo favorisce ampie riflessioni sull’animo umano.
Tra parti ben riuscite ed altre che sembrano aver bisogno di una netta revisione è un libro che si legge volentieri, che non annoia e ha l’indiscutibile pregio di portare alla luce uno dei tanti drammi dimenticati della storia.
40 comments
[…] Book club, per un pugno di patate […]
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Bellissima iniziativa è un piacere leggerti. Gli scrittori Irlandesi si amano o si odiano secondo me, alcuni sono fantastici altri pesanti… adoro lo spaccato della vita irlandese ritratta da Brendan O’Carroll nella SERIE DI AGNES BROWNE !
bravissima
Sono molto contenta di trovare una rubrica come questa all’interno dell’MTC, complimenti alice per questo inizio e grazie per condividere con noi un’altra delle tue passioni. Sono sicura che alla fine avrò una bella lista di libri da leggere!un bacio, chiara
wow, spin off…suona proprio figo 😀
Grazie Angela!
Evviva! Adoro di già questo nuovo spin-off del MTC!
Lieta di rileggerti, alice e bellissima recensione!
Felice di leggerti anche qui. gli spunti per nuove letture non finiscono mai! grazie.
Grazie a te silvana 🙂
Che bell’inaugurazione!
sono sempre tanto curiosa di conoscere nuovi libri (o semplicemente nuovi per me) e soprattutto i pareri di chi li ha letti.
brava alice,hai avuto un’ottima idea DA condividere e divulgare !
Grazie Gaia, per me è sempre un piacere parlare di libri e ogni suggerimento e scambio di opinioni è sempre fecondo!
Bellissimo, grazie, devo ricominciare a ritagliarmi i miei momenti di lettura.
Grazie Anna Laura, MI farebbe piacere se QUESTO TI SERVISSE DA SPUNTO 🙂
Che articolo stupendo, Alice! E’ così avvincente da invogliare alla lettura del libro. Una lettura critica, come è giusto che sia, ma piena di curiosità e di attesa.
Grazie!
P.S.: Un paio di anni fa mi sono liberata di circa 220 libri, mettendoli a disposizione grazie al circuito BookCrossing.
Vero che non mi banni dalle tue amicizie? 🙂
AHAHAH!! MA figurati! APPREZZO CHI I LIBRI SA ANCHE LASCIARLI ANDARE, QUELLO CHE DAVVERO RIMANE NON è NELLA.CARTA. E IL BOOK CROSSING è UNA splendida INIZIATIVA, OLTRE CHE UTILE PER RICAVARSI UN PO’ DI SPAZIO IN LIBRERIA. PER NUOVI LIBRI, ovviamente 😀
GRAZIE DI CUORE DELLE TUE PAROLE!!
Questa rubrica è davvero bella, leggere questo post è stato un vero piacere. Brava Alice!!
MA CHE BELLO SENTIRTELO DIRE! GRAZIE 😀
Che bello leggerti anche qua Alice !!! sarai la nostra sentinellia ! Irlanda è un posto magnificoma bisogna capirne il passato fatto non solo di povertà ma anche di tanto sangue versato e tanta sofferenza che non si riesce a cancellare ancora adseso. Grazie !
VERO MARINA. UN PAESE CHE HA MOLTO SUBITO E MOLTO sofferto. E QUESTO libro MI è servito anche PER METTERE A FUOCO UN ASPETTO DELLA SUA STORIA, SINGOLO MA MOLTO RAPPRESENTATIVO. Grazie, UN abbraccio 🙂
Questa rubrica mi piace da impazzire e finalmente si parla di romanzi anche all’mtc. sarebbe bello prendere spunto da questo tuo post per parlare anche di altri romanzi che trattano il tema, qualora qualcuno li dovesse conoscere.
la tua recensione è sicuramente Obbiettiva e interessante. ti leggo volentieri
Grazie CHIARA! BE’, IL BELLO è proprio QUESTO, CHE OGNUNO può DIRE LA SUA OPINIONE SE HA LETTO IL LIBRO O SUGGERIRE AUTORI IN TEMA…CONNESSIONI CHE chiamano connessioni 🙂
Alice, post meraviglioso, leggerti e’ un piacere ed e’ bello dare piu’ spazio alla letteratura.
grazie
GRAZIE! E VIVA I libri 😉
Ho l’irlanda nel cuore così come molti dei suoi grandi autori. l’anno scorso ho potuto esaudire il mio sogno di visitare una parte di questa isola in un tour che ha avuto il suo focus proprio nel connemara e a galway. mentre giravamo quella terra così aspra divisa tra rocce, il verde dell’erba magica ed il nero della torba, ci venivano indicati i resti della casette della “famine”, la carestia di cui parla il libro che ci consigli oggi. Questo aspetto di un passato così doloroso dell’isola del mio cuore, e’ ciò che maggiormente mi ha colpita e che mi spinge puntualmente a saperne di più. Leggere la tua analisi così ben fatta, mi invita a prendere in mano questo libro, che sicuramente finirà col lasciarmi una pena in più nel cuore.
Ma come sono felice di questa rubrica, tu non puoi capire.
Grazie mia cara, e complimenti sinceri.
IO CI SONO STATA DA PICCOLA CON I MIEI E HO SEMPRE DESIDERATO TORNARE, E SEMPRE RIMANDATO. SPERO DI POTERLO FARE PRESTO perché è UNA TERRA MAGICA E BELLISSIMA, NON MI MERAVIGLIA CHE IN TANTI NE SIANO AMMALIATI.
GRAZIE DI CUORE PER LE TUE PAROLE PATTY, PER ME SONO MOLTO importanti.
UN abbraccio
Grazie Alice e complimenti per questa rubrica che seguirò con interesse. La premessa è notevole, mi piace molto il tuo stile narrativo così garbato come il tuo acume e profondità d’analisi.
Ma grazie Cristina! Le tue parole mi rendono davvero orgogliosa e mi incoraggiano. Spero di non deluderti in futuro 😀
Un abbraccio
Grazie Alice!!!
MA GRAZIE A VOI! NON SPERAVO IN TUTTO QUESTO INTERESSE 🙂
LIBRI! Giusto ieri una mia cara amica sosteneva che ogni tanto bisogna far repulisti in casa e buttarne un pò. Ma siamo impazziti??? I libri sono la nostra finestra verso la libertà più assoluta, non si butta la libertà anzi la si amplia con altrettanti libri. Bemvenga questa rubrica è assolutamente apprezzata!
SONO D’ACCORDO IN tutto E PER TUTTO ROSSELLA! I LIBRI PER ME SONO ARIA E MI TROVO BENE OVUNQUE CI SIA SCAMBIO E CONFRONTO SULLE LETTURE…LA LISTA DEI LIBRI DA LEGGERE NON è MAI TROPPO LUNGA 😀
Esiste il BookCrossing, per liberare gli scaffali dai libri che non leggiamo più, mettendoli a disposizione di altri, e per far spazio a libri nuovi. 😉
Alice grazie! Non mancherò di seguire i tuoi consigli di lettura. Questa nuova rubrica mancava davvero all’MTC e la attenderò con ansia! Baci
GRAZIE A TE ELISA 🙂 QUANDO SI PARLA DI LIBRI IO SONO SEMPRE felice
Grazie alice per questa rubrica interessante ed utilissima, è un piacere leggerti! <3
Grazie A TE CARA Cecilia 🙂
UN abbraccio.
Di O’Connor , fratello di Sinead , cantante, ho letto solo “il maschio irlandese in patria e all’estero” che traccia la figura del maschio irlandese con i suoi stereotipi , vizì e virtù. Un libro sicuramente più scanzonato di questo che però mi attrae molto data la tematica. Ho letto tanto sull’Irlanda perchè la adoro ma questo non è una novità e ho trovato che tra tutti gli autori O’Connor fosse un pò pesante. McCourt o Doyle o altri minori fossero più credibili. Grazie Alice.
Ecco, PESANTE DIREI CHE è UN aggettivo CHE TROVO ADATTO. MA NON NOIOSO, IL LIBRO SI LEGGE DAVVERO BENE. GLI AUTORI CHE HAI CITATO non LI CONOSCO, ME LI ANNOTO. Grazie A TE! 🙂
Grazie Alice
Hai inaugurato questa rubrica d’approfondimento in modo impeccabile
Bellissimo poter approfondire la cucina o il tema del mese anche dal punto di vista letterario, io purtroppo non riesco a ritagliarmi il tempo per leggere come vorrei sarò quindi felicissima di seguiti in questo bellissimo percorso e ti posso assicurare che la voglia d’aprire quel libro l’hai stimolata
Un abbraccio Manu
GRAZIE MANUELA, SONO FELICE che TI ABBIA INTERESSATO 🙂 HO LA FORTUNA DI POTER LEGGERE TANTO MA POI SONO PIGRA NEL RIVERSARE LE MIE impressioni SULLA PAGINA…SPERO che QUESTA RUBRICA AIUTI ANCHE ME 😉
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