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di Sandra Venturoli Vacchi
Bello !!! Il miele, grazie Eleonora e Michael lo adoro.
In un momento di follia della mia vita mi misi in testa che avrei potuto mettere delle arnie anche nel mio giardino, i fiori non mi mancavano, quelli ideali per avere un buon miele di fiori vari nella regione: lavanda ,timo,pitosforo, mandorlo, ciliegio, fiori di mani di budda, lime, kiwi, borragine spontanea, piscialetti …. acacia del vicino (un altro) insomma non avrebbero avuto che l’imbarazzo della scelta.
Da brava “sientifica”, come mi chiamava il marito accusandomi di non aver fatto il classico, decisi di seguire i vicini ai corsi organizzati nella regione per diventare apicoltori. Peccato, arrivai il giorno in cui la lezione si basava fondamentalmente sui problemi causati dalle punture delle api, due ore di spiegazioni su choc anafilattici, allergia, corse in ospedale, io che non ero mai stata punta né da un’ape né da una vespa decisi che non era il caso… avevo già comperato nell’euforia del momento la dispensa che giace ancora a casa non aperta.
Pazienza, c’era chi comunque mi procurava miele forse dei miei fiori, un contratto silenzioso e di affetto con i vicini/amici che mi offrono tutti gli anni sia il miele di Vence, ovvero delle arnie dietro a casa mia sia quello che producono portando le casette a Saint Martin de Vesubie dove coraggiosissimi, arrampicandosi sulle montagne a piedi, le collocano in posto sicuro, stessa cosa per la discesa con successivo passaggio nel luogo dove recuperano il miele.
Vedere le loro foto in divisa ed ogni tanto incontrare Josette che mi mostra i pizzicotti ed i ponfi mi fa pensare che ho fatto bene a non avventurarmi.
Poi ci sarebbe stato il problema delle bestiacce ovvero i calabroni asiatici, distruggono gli sciami, si mettono davanti alle arnie ed aspettano le api all’uscita uccidendole per rubare il miele. Sembra che uno dei metodi per ucciderli sia mettere delle galline che beccano i calabroni al volo, un po’ complicato per una cittadina esportata in campagna, avevo pensato di allevare anche galline, ma quella è un’altra storia….
La passione della famiglia piccola e grande è il pain d’epices, consumo medio di 500 gr di miele ogni due pani. Quando ho tempo e voglia faccio le nonnettes, deliziosi dolcetti di pain d’epices con il cuore di marmellata di arance o mani di Budda. Le tajine con miele sono un’altra altra passione della famiglia ed amici. Yogurt nature con il miele la mattina, formaggio bianco, agnello, maiale tutte le occasioni sono buone per attingere alla provvista. Questa è una ricetta rapida di un delizioso dessert da consumare sia caldo/tiepido sia freddo.
Una piccola postilla prima di cominciare, il the rosso : un the senza teina che non è un the ma viene prodotto da un piccolo arbusto sudafricano, la sue foglie dopo fermentazione diventano rosso/bruno. Molto profumato e proprio perché senza teina ottima bevanda dissetante anche leggermente dolcificata con un po’ di miele (da non confondersi col karkade)
Pere confites al the rosso miele e spezie
Ingredienti
- 2 pere (per me abate)
- 1/2 litro di acqua
- 60 gr di zucchero di canna
- due cucchiai di the rosso
- un bastoncino di cannella
- un pezzetto di zenzero
- 2 anici stellati
- 1/2 stecca di vaniglia
- un pezzetto di zenzero fresco
- 150 gr di miele millefiori
- 20 gr di burro
- scorza di un’arancia
- succo di un’arancia
Procedimento
Preparare il the, aggiungere lo zucchero, lo zenzero, la 1/2 stecca di vaniglia aperta, gli anici stellati, lasciare in infusione/bollore per almeno 15 minuti.
Pelare un arancio solo la scorza arancione, io uso il pelapatate, tagliarla a fettine sottili, spremere poi l’arancio.
Pelare le pere cercando di conservare i piccioli e tagliarle a metà.
Metterle nello sciroppo di the e profumi e con grande delicatezza girandole ogni tanto lasciatele cuocere circa 15 minuti.
Nel frattempo in una padella mettere a sciogliere il miele nel succo di arancia, aggiungere le scorze di arancia, un pezzetto di cannella sbriciolato ed il burro.
Fate cuocere finché le scorse saranno traslucide. Aggiungete anche due cucchiai dello sciroppo di cottura delle pere. Lasciate addensare e mettete poi le mezze pere. A fiamma bassissima giratele ed irroratele di salsa ancora per una decine di minuti e servitele poi o tiepide o fredde.
Riservate un po’ di salsa/miele perché ognuno possa a piacimento aggiungerne un po’.
9 comments
Qui c'è tutta la sandra che amiamo
Una bravura sperticata
Una cultura così sconfinata, eclettica e versatile, che si fa perdonare di essere "sientifica"
Una classe- che solo tu.
E una ricetta che si imprime in tutti i sensi e nel cuore.
Saresti l'unico vitalizio che il popolo dei contribuenti pagherebbe volentieri, per il centuplo che ci dai in cambio.
torna più spesso, ti prego:non possiamo fare a meno di te.
Commossa 🙂 Sei un tesoro grande Donna !!!
Grazie a voi ed al Doc , mi diverto a partecipare ed a far riaffiorare anche i miei ricordi e raccontare le mie piccole esperienze 🙂
Grazie Sandra non conoscevo il the rosso e mi hai messo una gran curiosità di assaggiarlo in up adoro le pere cotte! Flaminia
Adoro tutto.
Il roiboos,
quello di Damman da bere freddo d'estate è una goduria,
Le nonnettes,
dio cosa sono e me le hai fatte assaggiare tu la prima volta,
La tajine con il miele,
me la fai???,
l'idea di mettere delle arnie in giardino,
anche io quando abitavo a Fontanelice avevo pensato di metterle sotto i castagni e nell'acaciaia,
ma più di tutto adoro te,
donna generosa e piena di charme, una vera amica. Je t'aime Dada Sandra.
Ecco. Non mi piace passare a commentare dopo di lui che poi non so più che dire.
Il roiboos l'ho scoperto in Marocco, quando in realtà ho scoperto il té in generale perchè prima non ne bevevo del tutto. Mi piace questa ricetta perchè qui questo té prende quasi e sottolineo quasi, le sembianze di un vin chaud per convertirsi poi in uno sciroppo al miele. Io la trovo una ricetta ricercata il giusto, e molto fine.
Grazie Sandra. 🙂
Adesso capisco perché lo hai mangiato tiepido all'una di notte.
Se ti dicono qualcosa, dì che te lo ha detto il dottore 😉
Però non capisco, ho visto le prove che manipolavi gabbie di topi, e le apine no?
Cerco di immaginarmi queste pere, morbidissime, profumatissime, con il rooibos che già da solo ha un gusto dolce e fruttato e si presta perfettamente a ricevere tutto il calore delle spezie e del miele. Le mangerei anche adesso, tiepide.
grazie
Galline che beccano i calabroni in volo…questa è davvero un' immagine divertentissima e super curiosa!!!
L'idea mi affascina, come tutte le migliaia di cose che ancora non ho visto e che amo sentir raccontare.
Esiste forse qualcosa di più ammaliante di qualcuno che ti regala un ricordo??
Certo che no!
Una ricetta tanto semplice quanto raffinata, giocata sull' intensità e leggerezza dei profumi che diciamocelo, nella vita e pure in cucina fanno proprio la differenza!!!
Uh mamma Sandra, che ridere le tue avventure di aspirante apicultrice, con allevamento di galline incluso!!! 😀
Mi hai ricordato che anche la mia amata nonnina allevava le api: lo ha fatto fino intorno ai 98 anni, poi ha smesso perché cominciava ad avere problemi di deambulazione, ma io me la ricordo nel suo "scafandro" bianco, come lo chiamavamo, quando lavorava intorno alle arnie. Lei non aveva bisogno delle galline (che comunque avevamo): afferrava i fuchi al volo con le mani e li spezzava in due, oppure li tagliava al volo con le forbici. E ricordo ancora la disperazione di mia zia, per come le conciava la casa quando doveva estrarre il miele. 😀
Il tè rooibos lo conosco ed è la mia passione: mi dispiace solo di averlo scoperto di recente. Devo infatti evitare la teina a tutti i costi e aver scoperto che non ne contiene perché non è un vero tè, e che è squisito, me lo ha fatto amare fin da subito.
Ho anche delle belle pere Decana in casa, come dire che… 😉
Un abbraccio, carissima!!!
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