della premiata ditta Cristiana di Paola – Beuf à la mode & Giulia Robert – Alterkitchen
La fonte più famosa che attesta questo spettacolare piatto è il Satyricon di Petronio, nel quale possiamo leggere questo brano:
«Ancora non aveva tutto effuso, che un’alzata con un maiale gigantesco si insediò sulla tavola. Noi ci mettemmo a far le meraviglie per la sveltezza, ché nemmeno un pollo, giuravamo, si sarebbe potuto cucinare così in fretta, tanto più che nella fattispecie quel maiale ci sembrava molto più grosso del cinghiale di poco prima. Ma Trimalcione, dopo che l’ebbe esaminato ben bene, “o come? Come? – sbottò. – Questo porco non è stato sventrato? Proprio no, per dio! Qui, qui il cuoco nel mezzo”.Il cuoco con aria afflitta si ferma davanti alla tavola ed ammette che di sventrarlo lui se n’è dimenticato. “Come dimenticato? – Trimalcione esclama. – Pare quasi che non ci abbia messo pepe e comino. Spogliarlo!”. Non si perde un momento: il cuoco viene spogliato e se ne sta lì contrito in mezzo a due aguzzini, però tutti incominciano a intercedere e dire: “Son cose che càpitano. Ti preghiamo, lascialo andare! Se gli càpita di nuovo, più nessuno di noi pregherà per lui”.Io invece, di una severità veramente spietata, non riesco a trattenermi, ma, chinato all’orecchio di Agamennone, “Proprio un bel fannullone – gli sussurro – ha da essere questo schiavo. Chi andava a dimenticarsi di sventrare un maiale? No, per dio, non gli perdonerei, avesse avuto l’amnesia con un pesce”. Ma non Trimalcione, che, spianato il volto a un sorriso, “Avanti, – disse, – poiché hai la memoria così corta, sventralo davanti a noi”.Ricuperata la tunica, il cuoco afferra un coltello e con mano guardinga incide qua e là il ventre del maiale. Sul momento dai tagli che via via si allargano sotto la spinta del ripieno traboccano salsicciotti e ventresche»
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La voglia di stupire si realizza pienamente nell’invenzione degli entremets, creazioni fatte per divertire gli ospiti. Potevano presentarsi sotto forma di riempitivi semplici da inserire tra una portata e l’altra o sotto forma di animali serviti come fossero vivi.
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La selvaggina e gli animali da piuma in generale vengono messi da parte a favore degli animali d’allevamento. Ritornano le bestie farcite di altri animali come nel caso del banchetto tenutosi a Tortona in occasione delle nozze fra il duca di Milano Gian Galeazzo Maria Sforza e Isabella d’Aragona nel 1489.
Baldassare Taccone, poeta della corte sforzesca così lo descrive:
“…triumpho
uno vitello inargentato
qual serà
pieno de ucelli vivi
con duy vitelli cocti pieni
de pernice e fasani cocti
donato da Mercurio…”
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Dentro l’otarda si mette un tacchino.
Dentro il tacchino un’oca.
Il ripieno dell’oca è un fagiano.
Dentro il fagiano si mette un pollo.
E dentro il pollo? Un germano reale.
Poi è una faraona che finisce dentro il germano reale.
Faraona: ripiena di alzavola, che è un tipo di anatra.
Nell’alzavola? Una beccaccia.
Quindi una pernice dentro la beccaccia.
Dentro la beccaccia un piviere.
E nel piviere si mette una bella pavoncella.
Che conterrà una quaglia.
Ripiena con un tordo.
Nel tordo? Un’allodola.
E quindi un ortolano – una specie di passerotto – che finisce dentro l’allodola.
Nell’ortolano, infine, un canapino, altro passeriforme.
A questo punto c’è solo più lo spazio per un’oliva e due capperi.
Immagine ed elenco dei volatili da qui |
Fonti:
Petronio, Satyricon
M. Montanari, I racconti della tavola, p. 9
M. Montanari, Storia dell’alimentazione, Editori LaterzaS. Masci, Leonardo da Vinci e la cucina rinascimentale. Scenografia, invenzioni, ricette, la Feltrinelli
http://www.castellarquato.com/cucina/medioevo.php
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/usi—costumi/Figure-di-Servitori-Storia-della-gastronomia.html
https://lauramalinverni.wordpress.com/category/cucina-del-rinascimento/
http://www.slideshare.net/CaterinaBonaiti/rinascimento-a-tavola
http://ontanomagico.altervista.org/entremets.html
http://www.godecookery.com/cocken/cocken02.html
20 comments
Brava, bellissimo articolo. Una vera goduria per una come me appassionata di storia del cibo!!!
Grazie! Siamo contente di aver scritto qualcosa di interessante!
Bellissima lettura e soprattutto divertente!! Bravissime!!
Grazie bella gioia!!
È stata una lettura entusiasmante. Adoro la storia della gastronomia e tu l'hai resa appetibile come un dolce. Mi andrò a spulciare anche i link che hai postato. Complimenti. Sai la cosa più bella è che mi sono divertita. Ciao
Tra monti, mari e gravine
Grazie, sono contenta che il nostro articolo ti sia piaciuto e che non sia stata una lettura noiosa 🙂
il post che avrei voluto scrivere io… E' bbbbbbellisssssssssimo!!!
Grazie Annalena 🙂
Detto da te mi riempie di gioia!
A procurare tutte queste cose per preparare un piatto proprio come quello mi sembra impossibile non solo per gli ingredienti ma anche per il lavoro che c'è da fare, o almeno sembra. Magari se si ha tutto davanti e il foglio scritto con le sequenze, si può fare, forse, comunque è molto interessante. Molto volentieri mi ci metterei a mangiarlo che non a preparalo !
La mia era una battuta… è assai improponibile da riproporre, anche perché credo mancherebbero le occasioni per poter mangiare un piatto simile 😉
Ma ci si può avvicinare!
E da voi me lo aspettavo, anzi….ci contavo proprio!!!
Povero ortolano, come lo metti lo metti sto poveretto fa sempre una brutta fine, se penso che li annegavano nel cognac belli che vivi:(((((
Un perfetto lavoro di indagine e di squadra, brave bravissime!!
Quella dell'annegamento nel cognac mi mancava O__O
Ma ne abbiamo lette di atroci, in effetti..
Fabiana vedo che hai studiato! Ci manca il velo sulla testa!
Esatto Cri…..finchè tu mi regali sti libri io li leggo concentratissima!!!:))))
Favoloso ed interessante conoscere da dove nascono i piatti
e dopo questa meraviglia prevedo nuovi disossi ……………… però non così estremi !!!
Bravissime
Non volevamo portarvi ulteriormente sulla cattiva strada, lo giuriamo! 😀
Prometti che non andrai a cacciare una ventina di animali diversi per fare una matrioska riveduta e corretta 😉
Bravissime, è davvero interessante!
Grazie cara! 🙂
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