Che questo fine settimana la sottoscritta, assieme alla Redazione, fosse impegnata altrove, si è capito dalla rocambolesca edizione del Regolamento che ho postato ieri.
Che gli “impegni altrove” fossero legati alla parte migliore dell’MTC, quello che vive di persone, abbracci, risate, sguardi e pensieri a chi non c’è, lo capirete fra poco.
In mezzo, abbiamo un mtchallenge fenomenale da costruire e lo facciamo riprendendo il filo da dove ieri l’ho interrotto, vale a dire dalla spiegazione degli indizi, che stavolta erano particolarmente difficili.
D’altronde, ultimamente avevate tutti indovinato, e quindi…
1. Il primo indizio vleva depistarvi sulla libertà e finalmente ci siete cascati. In realtà, il riferimento era al 1863, l’anno della proclamazione della legge contro la schiavitù dei neri, firmata da Abramo Lincoln il 1 gennaio, quello della morte di Delacroix e quello della nascita ufficiale della lasagna al forno bolognese, così come è stato ricordato da Sabrina nel suo post.
2. Il secondo indizio si rifà alla peste nera del 1348, quando a Firenze non solo venne imposta una normativa igienica severissima sulla vendita delle lasagne cotte, per limitare i rischi del contagio, ma i cadaveri degli appestati venivano sepolti a strati, a tre a tre, inframmezzati da poca terra “come si ministrasse lasagne a fornire di formaggio”, così come annota un cronista dell’epoca, tal Marchionno di Coppo Stefani.
3. il terzo indizio, che non è partito (ach, la programmazione nel Masonshire) sarebbe dovuto essere questo
in riferimento all’origine etimologica oggi più accreditata del termine “lasagna” che pare nasca dal francese “losange”, usato in araldica per indicare le forme romboidali a cui vennero evidentemente associate anche quelle della protagonista della nostra sfida.
Ma di questo e di mille altre cose parleremo nei prossimi giorni…
Buono studio- e buona sfida!
2 comments
Sull'origine del termine Lasagna io resto partigiano di "Lagana", anche se su quale sia stato il primo in ordine di tempo e' un po' come decidere tra l'uovo e la gallina.
Riporto comunque uno scritto di Tommaso Esposito…..
"" In principio fu la lagana, una larga sfoglia di pasta di farina ed acqua, ora tonda ora squadrata, tutta sottile e tirata a mano con il laganaturo, strumento di legno antenato del nostro matterello.
E poi venne la lasagna, quella corta a cartolina e quella lunga, riccia da un lato o da tutte e due, oppure rigata oppure liscia,larga tre dita, forgiata così, nell’impasto di semola di grano duro, dalla trafila di bronzo e lasciata seccare lentamente sulle canne stese al sole dai maccaronari napoletani.
Alla lasagna, come metafora per mortificare la vacua apparenza degli umani, dedica una quartina già nel 1200 il mesto Jacopone da Todi:”Chi guarda a maggioranza spesse volte si inganna. Granel di pepe vince per virtù la lasagna”.
Eppure il nome lasagna, a detta di qualche sapiente studioso degli etimi,sembra essere tutto straniero, addirittura arabo-persiano. Lawsinag, infatti, era, ed ancora è, quel dolce orientale di sottile pasta di mandorle cotto in grandi teglie rotonde e poi tagliato a losanga per essere mangiato.
Manufatto assai simile proprio a quel laganon greco, di cui parla Ateneo nel Convivio dei Sapienti, o al laganum, che l’antico gastronomo romano Apicio cucinava infarcito di carni, mentre il poeta Orazio mangiava cotto nel brodo con porri e ceci.
Lasagna, che nell’ Inghilterra del 1300 venne chiamata loscyns o losyngys e nella Francia del 1600 losans, resta comunque, come descritto anche in alcuni trattati di cucina provenzale del XV secolo, “quella pasta che si taglia a losanghe per farla seccare """
Ah ecco… meno male che il terzo indizio non sia partito altrimenti diventava tutto più semplice :-)))
Come no?!
Grazie, nonostante i mille impegni sei sempre carina e tempestiva.
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