Prima di Dio, il riso. Non voglio essere blasfema, semplicemente chiarire l’importanza di un cereale che per millenni ha caratterizzato la cultura dei paesi in cui veniva coltivato, tanto da sviluppare una vera e propria religione del riso, con i rituali e la mitologia a lei propri. Simbolo di vita e fertilità, rappresentato sotto forma di divinità in molteplici culture. Stesso ruolo svolto dal grano in Occidente: un mondo diviso in due dal punto di vista alimentare, unito da una simbologia comune, simbologia con effetti “civilizzatori”, capace di fornire un’identità al popolo che vi si riconosce.
Non dico nulla di nuovo nel ricordare che inizialmente l’anno era regolato da un calendario agricolo. Ogni stagione legata ai cambiamenti dei campi, ogni passaggio sottolineato da una ricorrenza.
Rituali trasmigrati nelle religioni tanto per semplificare la vita al popolo: troppe novità sarebbero state difficili da digerire!
Le origini del riso sono legate a temi ben precisi, che ricorrono in diverse culture.
Origini legate alla morte. Dalla morte scaturisce la vita, in una visione ciclica dell’esistenza tipica delle culture orientali. Ne troviamo testimonianza in Giappone nelle “Cronache dei Tempi Antichi”, testo risalente al 712 d.C., in cui viene descritta l’uccisione della dea del nutrimento Uke mochi da parte della divinità lunare Susenowo. Una volta uccisa dalla testa uscirono i bachi da seta, dagli occhi i semi di riso, dalle orecchie il miglio, dal naso i fagioli, dalla vagina il grano e dall’ano la soia.
Tematica della morte presente nei sacrifici di animali che venivano compiuti nel momento della semina per rendere la terra fertile e pronta ad essere coltivata.
Interessante scoprire che la stessa ritualità è presente sia in Oriente che in Occidente. In Italia ne troviamo testimonianza nelle diverse feste popolari del vercellese-alessandrino che, al giorno d’oggi, non sono altro che una traccia edulcorata di quello che succedeva in realtà.
Gli animali, spesso le oche, vittime del sacrificio, venivano decapitate affinché il sangue, una volta versato sulla terra, favorisse il raccolto dell’anno successivo.
La ritualità del gesto viene ripresa in maniera meno cruenta col il taglio dell’ultimo mazzo di spighe di riso del raccolto, il collo del papero.
Oltre ad essere legata alla morte e all’uccisione l’origine del riso è legata a quella del furto.
Riso rubato agli dei o…rubato agli altri!
Inari (fotografia presa da qui) |
Leggenda vuole che originariamente in Giappone non ci fosse il riso, fu grazie ad Inari (rappresentato anche sotto forma di volpe, a sottolineare la sua furbizia) e al furto che compì in Cina che arrivò.
Ne nascose i semi all’interno di una canna e tradizione vuole che nel punto dove andrà coltivato il riso venga posta una canna a testa in giù.
In molte culture il riso stesso viene fornito di un’anima. E l’anima del riso va rispettata ed onorata, altrimenti si rischia un raccolto scarso.
Va protetta e custodita, lo si può fare conservando i chicchi dell’ultimo raccolto o quelli dei campi considerati sacri o, ancora, possono essere costruiti dei cestini con gli steli del riso in cui viene conservata e protetta.
Anche in Italia si ritrovano gli stessi cesti, trasformati in manufatti “antropomorfi” a forma di bambola. L’anima trova una sua collocazione più idonea e la bambola viene conservata in casa fino alla semina successiva.
Vi sono culture, come quella indiana, in cui ogni momento della vita viene scandito dalla presenza del riso. Il primo giorno di scuola viene offerto del riso a Saraswati, della della sapienza; alle spose novelle vengono regalate ciotole di riso per augurare ricchezza e fertilità; la morte viene celebrata attraverso la cerimonia dello Shradh, in cui vengono offerte polpette di riso.
Fotografia presa da qu
I tempi sono cambiati, la coltivazione del riso, come quella degli altri cereali, non dipende più dal lavoro dell’uomo, dalle sue braccia. La comparsa dei mezzi meccanici, dei pesticidi, dei canali di irrigazione fanno si che la presenza della ritualità legata al riso vada a scemare, anche se il ricordo persiste in alcuni gesti, come il semplice lancio del riso il giorno del matrimonio ad indicare l’augurio di fertilità e ricchezza alla coppia.
Cristiana Di Paola- Beufalamode
Fonti.
– http://www.colturaecultura.it/riso
– http://asianroar.altervista.org/blog/category/cultura/riti-e-cerimonie/
– http://ecomuseo.schole.it/index.php?option=com_content&task=view&id=310&Itemid=44
– Le Courrier – Unesco- dicembre 1984
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8 comments
Sei stata bravissima Cri! hai saputo scrivere un articolo interessantissimo su un argomento che magari può essere considerato "difficile" e di scarso interesse. Io arrivo tardi, ma contentissima di essermi fatta un'ulteriore cultura grazie a te! condivido subito perchè merita!! baci Francy
bello e interessante, grazie!
Interessantissimo! Grazie Cristiana!! 🙂
lettura interessantissima, grazie!!!
Grazie a tutte e tre, la difficoltà vera è che c'è un tale mondo che questo non è assolutamente nulla…avrei voluto scrivere di tutto di più, ma va bene così: personalmente ho scoperto un sacco di cose!
Finalmente sono riuscita a ritagliarmi il tempo per gustare con calma questo capolavoro di post come merita.
Grazie per le preziose informazioni!
ommammma che meraviglia!
Troppo interessante! Brava al l'autrice 😋
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