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Frittelle di vento…perché dentro sono vuote, o “faccia girata” perché in cottura si girano da soli!
Non si devono confondere però, con le frittelle di Quaresima o con quelli della regione dell’Empordà, ne anche con i “brunyols”, perché tutti questi hanno il lievito come ingrediente.
Esiste un legame molto evidente tra questi dolci e quelli elaborati, già nel X secolo dagli ebrei sefarditi, per celebrare la Januca. Consisteva in friggere dei piccoli panini a base di farina, che venivano chiamati “bimuelos”, da qui la parola bunyols (in catala) e buñuelos (in castigliano). I cristiani introducono questi piccoli panini fritti per la festa di tutti i santi, probabilmente per la sua prossimità alla Januca ebraica. Con il passare del tempo diventarono molto apprezzati e famosi a Madrid, dove furono quasi alla pari dei popolari “churros”!
Queste frittelle tonde, mi ricordano l’infanzia a Barcelona, quando ogni 19 marzo (il giorno del papà) mio nonno Josep, andava in panificio e ci portava i bunyols. Erano avvolti in una carta marrone a forma di cono, che a me pareva brutta, ma non importava perché già sapevo cosa c’era dentro! Delle tonde bontà, ricoperte di zucchero a velo.
Ci piacevano assai questi bunyols de vent, tanto che insieme a mia mamma imparai a farli!
La ricetta che segue, è quella che facciamo noi a casa, ma ci sono tante varianti. Alcuni usano l’acqua al posto del latte e altri fanno metà latte metà acqua. Poi c’è chi aggiunge a l’impasto la buccia di limone grattugiata, e chi lo aromatizza con l’anice.
Con il passare del tempo queste frittelle hanno preso piede, sempre di più, e li potete trovare anche ripieni di crema pasticciera o anche al cioccolato. Ma io le preferisco così, semplici.
Per una quarantina di bunyols:
125 ml di latte intero
75 g di farina (setacciata)
60 g di burro
3 uova (di galline senza gabbia)
un pizzico di sale
1 cucchiaio, scarso di zucchero
olio di oliva q.b. per friggere
zucchero a velo a piacere
In un pentolino versate il latte, il burro, lo zucchero e il sale e portate al punto di ebollizione. Versate la farina e cominciate a mescolare senza smettere, per un paio di minuti, vedrete che l’impasto si stacca dai bordi. A questo punto togliete dal fuoco e aggiungete un uovo minimamente sbattuto e amalgamatelo all’impasto. Vedrete che inizialmente la pasta si divide ma abbiate fede, mescolate con tenacia e l’uovo verrà assortivo. Incorporate in questo modo il secondo uovo e poi il terzo, sempre aspettando di amalgamare bene l’uno prima di versare l’altro.
A parte, avrete messo un altro pentolino con dell’olio sul fuoco e quando questo è ben caldo, attenzione a non farlo fumare, versate delle piccole palline d’impasto aiutandovi con due cucchiaini.
Provate prima con un piccolo pezzettino d’impasto, per regolarvi con l’olio che sia caldo al punto giusto. Per il resto si fanno da soli e se siete fortunati queste palline si gireranno da sole, in modo di cuocersi da ambi lati, ma vi consiglio comunque di prendere una paletta per aiutarli a girarsi.
Una volta fritti trasferiteli su della carta assorbente e spolverate con dello zucchero a velo quando sono ancora caldi in modo che ne assorbano di più!
Attenzione creano dipendenza! E il fatto che dentro siano vuoti, invoglia di più ad addentarli… tanto, se non c’é nulla dentro mica possono ingrassare, giusto??
12 comments
ecco perchè tu sei magra e io no: tu pensi che se dentro non c'è niente non fanno ingrassare e te li mangi così. io penso che se dentro non c'è niente è perchè bisogna riempirli!
Grazie!
come avevo fatto a perdermeli? mi segno subito la ricetta, bravissima Mai per avermi riportato a Barcellona. Un bacione.
Davvero una ricetta che mi costringe alla prova, nonostante sia fritta, inizio ad apprezzare questo genere di preparazioni e poi saranno sicuramente una tira l'altra.
Grazie per la condivisione!!! 😀
E ci credo che creano dipendenza!!! Ma non è che me ne hai lasciato un paio? 🙂
Aaah che meraviglia!!!
Hai fatto venire voglia di friggere anche a me!!! Belli gonfi e dorati, perfettamente cavi e quindi con un ripieno assolutamente privo di calorie: chissenefrega dell'involucro, io li addento per il ripieno! 😀
Besos!
che belli, Mai!
Appena ho letto "bunyols" ho pensato ai bimuelos, e poi infatti ho visto la tua spiegazione. L'ultima foto, in particolare, fa venire l'acquolina…
—Ann
Che buoni!!! 🙂
Giusto…se son vuoti dentro non fanno ingrassare, parola di nutrizionista! 😛
E poco importa se mio marito si è messo a dieta (e anche seriamente visto che ha deciso di venire a correre con me, al momento un giorno sì ed uno no, ma è già tanto!!) … uso la scusa del "vuoto" e glieli faccio mangiare!!!
Sono meravigliosi Mai, li ho assaggiati una volta quando sono andata a trovare mia sorella a Mallorca… spettacolari! E ti dirò di più, mi piacciono molto di più della sua cugina italiana, la castagnola.
Mi segno subito la ricetta, muchas gracias guapa!!!
E no, Francy! Se li riempi non sono più "dietetici"……. Grande Mai, grazie di questa piccola golosità, assolutamente da provare!
Cristina stai tranquilla, secondo me non ce la fa riempirli… se li mangia prima! Questi sono come le cigliege uno tira l'altro!!! Besos!
Ma che meraviglia!! datemi tutto il cono!! ovviamente non li conoscevo e quindi libidine doppia per aver imparato una ricetta della tradizione spagnola. Il procedimento dell'impasto assomiglia a quello per la pasta choux, però poi questi si friggono… doppia libidinee!! basta, li provo! magari li riempio con della crema pasticcera?? 😉 grande Mai!!
Proprio così Francy, come la pasta Choux! Ma lo sai che sarei capace di mangiarmi tutti da sola? Per fortuna da me aviata un cozzaro che non scherza mica quando si parla di cibo…!
besitos
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