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Testo e foto di Arianna Mazzetta- Saparunda Kitchen
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Il
cibo è sinonimo del senso di appartenenza alla famiglia, a una
identità culturale, ed è anche espressione di unità nazionale. E’
chiaro naturalmente che è impossibile racchiudere l’identità di
un popolo in un solo piatto, ma esistono comunque delle specialità
che fanno da marchio per un paese.
cibo è sinonimo del senso di appartenenza alla famiglia, a una
identità culturale, ed è anche espressione di unità nazionale. E’
chiaro naturalmente che è impossibile racchiudere l’identità di
un popolo in un solo piatto, ma esistono comunque delle specialità
che fanno da marchio per un paese.
E così
La Linzer Torte è per gli austriaci quello che la pizza e la pasta
sono per noi italiani.
La Linzer Torte è per gli austriaci quello che la pizza e la pasta
sono per noi italiani.
E’
una torta inossidabile, che resiste alle mode e stupisce ogni volta
che la si assaggia. E’ bassa, molto friabile ed a volte viene
decorata da mandorle a lamelle. Il suo “marchio di fabbrica” è
il disegno a forma di reticolo, mentre gli ingredienti principe sono
le mandorle e la confettura di mirtilli rossi che dà acidità e
colore, e con la dolcezza speziata dell’impasto dona alla torta un
profumo ed un sapore meraviglioso.
una torta inossidabile, che resiste alle mode e stupisce ogni volta
che la si assaggia. E’ bassa, molto friabile ed a volte viene
decorata da mandorle a lamelle. Il suo “marchio di fabbrica” è
il disegno a forma di reticolo, mentre gli ingredienti principe sono
le mandorle e la confettura di mirtilli rossi che dà acidità e
colore, e con la dolcezza speziata dell’impasto dona alla torta un
profumo ed un sapore meraviglioso.
E’
probabilmente la ricetta più antica mai conosciuta, risale infatti
al 1696 quella della Stadt-und Landesbibliothek di Vienna.
Tuttavia nel 2005 Waltraud Faißner autore del libro “Wie mann
die Linzer Dortten macht” (“Come fare la Linzer Torte”)
e direttore della biblioteca, trovò nel Codex 35/31 nell’archivio
dell’Abbazia benedettina di Admont, una ricetta addirittura
veronese risalente a quarantatre anni prima (1653).
probabilmente la ricetta più antica mai conosciuta, risale infatti
al 1696 quella della Stadt-und Landesbibliothek di Vienna.
Tuttavia nel 2005 Waltraud Faißner autore del libro “Wie mann
die Linzer Dortten macht” (“Come fare la Linzer Torte”)
e direttore della biblioteca, trovò nel Codex 35/31 nell’archivio
dell’Abbazia benedettina di Admont, una ricetta addirittura
veronese risalente a quarantatre anni prima (1653).
Sembrerebbe
quindi che la Linzer Torte sia nata oltre i confini
austriaci.
quindi che la Linzer Torte sia nata oltre i confini
austriaci.
Il
nome tuttavia, deriva dal capoluogo dell’Austria superiore, Linz
appunto, che si trova lungo il Danubio.
nome tuttavia, deriva dal capoluogo dell’Austria superiore, Linz
appunto, che si trova lungo il Danubio.
La sua
fama è merito di Johann Konrad Vogel che nel 1822 iniziò a
lavorare per la vedova di un pasticcere di Linz, Katherina Kreß che
a quanto pare sposò anche. Non è però l’inventore della torta
(che rimane a tutt’oggi sconosciuto), Johann contribuì solamente
alla sua produzione in massa.
fama è merito di Johann Konrad Vogel che nel 1822 iniziò a
lavorare per la vedova di un pasticcere di Linz, Katherina Kreß che
a quanto pare sposò anche. Non è però l’inventore della torta
(che rimane a tutt’oggi sconosciuto), Johann contribuì solamente
alla sua produzione in massa.
Piccola
curiosità:: la pasticceria Jindrak di Linz entrò nel
guinness dei primati per aver sfornato l’11 settembre 1999 la
Linzer torte più grande del mondo: quattro metri diametro e 650
kg di peso!
curiosità:: la pasticceria Jindrak di Linz entrò nel
guinness dei primati per aver sfornato l’11 settembre 1999 la
Linzer torte più grande del mondo: quattro metri diametro e 650
kg di peso!
Ma ora
passiamo alla ricetta, che mi sono fatta passare da Alessandra e che
penso di non mollare più. Nemmeno per le mie future “classiche”
crostate.
passiamo alla ricetta, che mi sono fatta passare da Alessandra e che
penso di non mollare più. Nemmeno per le mie future “classiche”
crostate.
Ingredienti:
-
250 farina
-
250 g di farina
di mandorle -
250 zucchero
-
250 g di burro
-
2 uova medie
-
1 uovo per
spennellare -
1 cucchiaino di
cannella in polvere -
1 pizzico sale
-
semi di un
baccello di vaniglia -
la punta di un
coltello di chiodi di garofano in polvere -
scorza di
limone grattugiata -
marmellata di
mirtilli rossi
Setacciare
la farina sulla spianatoia, fare un incavo e aggiungere le spezie, il
sale, lo zucchero e le uova e iniziare ad amalgamare il tutto. Circa
a metà della lavorazione (la farina non deve essere ancora
completamente amalgamata) aggiungere la farina di mandorle e il burro
freddo a pezzetti. Lavorare con la punta delle dita, come per la
frolla. Amalgamare il tutto, fare un panetto, e avvolgerlo nella
pellicola trasparente o nell’alluminio. Mettere in frigo e far
riposare per almeno un’ora.
la farina sulla spianatoia, fare un incavo e aggiungere le spezie, il
sale, lo zucchero e le uova e iniziare ad amalgamare il tutto. Circa
a metà della lavorazione (la farina non deve essere ancora
completamente amalgamata) aggiungere la farina di mandorle e il burro
freddo a pezzetti. Lavorare con la punta delle dita, come per la
frolla. Amalgamare il tutto, fare un panetto, e avvolgerlo nella
pellicola trasparente o nell’alluminio. Mettere in frigo e far
riposare per almeno un’ora.
Imburrare
e infarinare uno stampo da crostate e rivestire il fondo e i bordi
con 2/3 dell’impasto.
e infarinare uno stampo da crostate e rivestire il fondo e i bordi
con 2/3 dell’impasto.
Versare
uno strato di marmellata di mirtilli rossi (circa un cm) e col resto
della pasta fare la grata.
uno strato di marmellata di mirtilli rossi (circa un cm) e col resto
della pasta fare la grata.
Spennellare
con l’uovo sbattuto e mettere in forno a 180 gradi per 40-45
minuti.
con l’uovo sbattuto e mettere in forno a 180 gradi per 40-45
minuti.
Note:
-
Sbadataggine 1.0:
non mi ero accorta che il mio vasetto di confettura di mirtilli
rossi fosse praticamente alla metà, quindi lo strato mi è venuto
più sottile rispetto alla base. -
Sbafataggine 2.0:
e mi sono scordata di spennellarla con l’uovo prima di cuocerla. -
L’ho fatta
stare una mezz’oretta in frigorifero prima di infornarla, in modo
da evitare una deformazione delle grata, come è accaduto alla mia
ultima crostata. -
E’ decisamente
paradisiaca! -
Il giorno dopo è
ancora meglio!
8 comments
Appena uscita di forno….domattina avrò una colazione paradisiaca!
bellissima e buonissima, mi piace tanto quando la trovo in montagna!
questa crea davvero dipendenza e quel passaggio in frigorifero è un accorgimento "santo" …grande!
Fratella e se ti dico che per me è perfetta? Che quella punta di chiodi di garofano in polvere ce la meto anche io?
Credo sia l'unica torta (simile alla crostata) che faccio e assaggio più volentieri.
Besos
Lamiatortalamiatortalamiatorta 😉
Interessante… ricette da salvare tra quelle "da provare" presto!
Mai mangiata, lette però mille ricette e varianti.. questa mi convince se non altro la "faccia" della torta non mente, è perfetta!
Ma ci arriva, al giorno dopo? A casa mia non credo….
WOW! che meraviglia!! la Linzer è nella lista da un sacco, ci dovevo pure fare un post circa un anno fa.. 🙂 vabbè, ora non ho più scuse!!!!! bravissima Arianna!
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