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Se avete sognato un calamaro, stanotte, è perchè vi sentite stanchi. Oppure, perchè ieri siete stati turbati, da qualcosa o da qualcuno. Oppure perchè prima di chiudere gli occhi, avete letto i racconti fantastici sul Kraken, il calamaro gigante dellamitologia finnica; oppure ancora, perchè avete aiutato vostra figlia a tradurre quel brano della Naturalis Historia, in cui questi molluschi vengono descritti come creature mostruose, dai tentagoli lunghi più di dieci metri e dalla testa grande come 15 anfore romane messe insieme.
Sia come sia, se state leggendo questo blog, ora siete svegli: e forse vale lapena di ripeterlo perchè no, non state sognando: questa meraviglia di ricetta, sotto i vostri occhi, è tutta vera. Ed è tanto gustosa quanto antica, visto che ci riporta dritti alla dominazione romana della Spagna, nel corso del III secolo. Erano i tempi delle guerre puniche (lo ricordate, l’assedio di Sagunto?) e per consolidare il dominio sui mari il controllo della Penisola Iberica era essenziale. E così, lo scontro fra i due titani di questo periodo, la potente Cartagine e la sempre più emergente Roma, si spostò dalla Sicilia alla Spagna, con gli esiti che tutti conosciamo: la regione divenne Provincia Romana ed assorbì tutti gli usi e i costumi dei dominatori che si estesero ben presto anche in campo culinario, specialmente in quelle zone dove riuscirono a calcare meglio la loro impronta- vale a dire le coste mediterranee, fra cui, appunto, la Catalogna.
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Arrivarono quindi non già materie prime nuove- che quelle sempre erano, in una zona geograficamente circoscritta quale era il raggio d’azione delle espansioni romane in quel periodo- ma gli incroci e gli innesti, di cui i Romani erano maestri. Adoravano le salse, erano pazzi per le spezie, usavano con prodigalità il tuorlo d’uovo per addensare e non amavano i grassi, meno che mai se sotto forma di unto. Col loro arrivo, sparì dalle tavole iberiche l’amatissimo grasso di maiale, sia sotto forma di strutto che di pancetta, e stessa sorte fecero i rognoni, specie quello di vitello: al loro posto olio, qualche volta burro, e tanta creatività e fantasia.
Lo dimostra questa ricetta, di cui essite anche una versione più recente, che prevede il cioccolato al’interno del ripieno: la stiamo cercando e se la si trova per tempo, promettiamo di proporvela. Ma per ora, gustatevi questa…
CALAMARI AL RIPIENO DI CARNE
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per 4 persone
12- 16 calamaretti ( a seconda delle dimensioni)
150-175 g di carne di maiale macinata
1 uovo piccolo
sale
macis o noce moscata, un pizzico
pepe fresco, un pizzico
chiodi di garofano, un pizzico
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
4-5 cucchiai di olio EVO
75 ml di vino bianco secco (tipo Jerez fino)
100-125 ml di brodo di carne
qualche seme di finocchio
qualche seme di cumino
sale
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Pulite i calamari, asportando i tentacoli e le alette e mettendoli da parte.
Rivoltate le sacche senza romperle
Tritate i tentacoli e le alette, mescolateli alla carne macinata e all’uovo e conditeli con il sale, le spezie e il prezzemolo. Regolate di sale
Riempite le sacche dei calamari, senza premere troppo il ripieno.
Scaldate l’olio in una casseruola capiente, meglio se di terracotta, abbastanza grande da contenere tutti i calamari senza che si sovrappongano. Friggeteli da tutti i lati e sfumate con il vino.
Lasciate evaporare un po’ e aggiungete il brodo, un po’ di semi di finocchio e di cumino pestati fini. Aggiustate di sale, se è il caso.
Cuocete i calamari, a fuoco basso e coperti, finchè non saranno teenri (15-20 minuti circa). Quest’ultima cottura può anche essere fatta al forno, cosa che dona al piatto un colore dorato molto stuzzicante.
Servite subito
Loredana- La cucina di mamma Loredana
6 comments
Gulp,stavo per perdermi questo post.Mai visti I calamari ripieni di carne,mi intrigano assai.Anzi,mi hai fatto venire un'idea "fiuscion" da spavento…
Bacioni.
Per me cucinare il pesce è sempre un'avventura, nel senso che so da dove parto ma non so con che cosa arrivo :-). Con questa versione mare-terra mi lancerei volentieri! grande Loredana! e lodi sperticate come sempre alla Dott.ssa Gennaro!
Ma certo che esiste il calamaro gigante: appartiene al genere Architeuthis ed è a lui che si riferisce propriamente il termine "piovra" e non ad un grosso polpo, come si ritiene comunemente.
benchè in grecia i calamari ripieni siano imprescindibili da una tavolata di pesce come si deve, mai visti ripieni, con carne di maiale per giunta. curiosa ma interessante.
irene
Sono con il tablet di mio marito,gentilmente concessomi dato che rimandando a Pisa per la visita anestesiologica della preospedalizzazione…. Ho letto il titolo della ricetta appena pubblicata, ed avevo intenzione di leggerla mentre mi avviavo a piedi verso la stazione. Ma… una lente a contatto mi è partita per andare no dove, naturalmente gli occhiali sono casa…ora sono per metà orba ma almeno sono seduta ad aspettare il treno, e soprattutto ho letto questa meraviglia!! IO ADORO I CALAMARI tanto da pensare di proporli come ricetta del mese in quel lontanissimo futuro in cui vincerò l'mtc … ora che ho fatto outing cambierò ricetta!
Per quanto riguarda i sogni non avrò sognato un calamaro, però mio marito che mi svegliava di notte per farmi vedere cosa aveva pescato e vedere nella cesta, oltre ai soliti pesci, uno che prima assomigliava alle mie scarpe da ginnastica nere e dopo ad un cane con i piedi palmati, quello si….e proprio questa notte!! Ho bisogno seriamente di un aiuto…..
🙂
Ecco…vi saluto dopo il mio soliloquio…il treno è arrivato… XD
ERRATA CORRIGE:
* "rimandando" sta per "sto andando"
* "no dove" per "non so dove"
Maledetto tablet!!! 🙂
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