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TOMATO DI CLAIRE THOMSON

by Vittoria Traversa

Mentre scrivo questa introduzione, ho una specie di morte nel cuore, piú o meno all’altezza dello stomaco 🙂 al pensiero delle troppe stagioni in cui ho dovuto rinunciare ai pomodori.

Ne sono sempre stata golosissima, sin da bambina, tanto che se devo associare un fotogramma della mia infanzia al puro piacere, torno col pensiero a quando affondavo i denti nella polpa dei pomodori appena raccolti nell’orto di mia nonna.

Erano il mio aperitivo, il mio rompi digiuno e se per tutti i miei compagni di gioco la merenda piú gioiosa era quella con il pane e Nutella, io ero felice con un pomodoro col sale.

Da allora, tanti gusti sono cambiati, per il mio palato, ma la passione per questo frutto é rimasta intatta, anzi: con l’arrivo sul mercato di prodotti di altre regioni, si é allargata ed approfondita in una gamma che contempla forme e colori, in un crescendo di golosità che tocca il suo culmine da maggio a settembre.

O meglio, “toccava”, perché il trasferimento all’estero ha coinciso anche con la fine di questo piacere.

A Singapore, avrei pianto.

A Londra, riesco a sopravvivere, aggrappandomi a qualche illusione, qua e là: ma se prima, quando tornavo a casa dai miei viaggi, la prima richiesta era quella di un bagno bollente, adesso voglio solo immergermi in una insalata di pomodori.

Anche le signore di #cook_my_books, di fronte alla proposta di cucinare da una monografia dedicata proprio a questo ingrediente, non hanno avuto esitazioni, attingendo a mani basse dalle 80 ricette qui raccolte, con i risultati che vedremo da domani in poi.

Per cui, seguiteci anche questa volta e non fatevi sfuggire l’occasione di replicare qualcosa, voi che potete, perché se é vero che il pomodoro é buono anche al naturale, é altrettanto vero che può trasformare anche il piatto piú anonimo in qualcosa di assolutamente fantastico: e le ricette dei prossimi giorni ne sono una prova.


COZZE AL POMODORO CON HARISSA

di Manuela Valentini

Da buona Genovese, ho impiegato i miei primi 40 anni a ritrarmi sdegnata di fronte a ricette di cozze ( da noi, muscoli) che non fossero quelle tipiche della mia città, vale a dire al verde nel 99 % dei casi, ripiene quella volta che proprio ti andava di rovinarle.

Tutto il resto era abominio, almeno fino al famoso viaggio di nozze nelle Fiandre dove il piatto del giorno di tutti i ristoranti veniva festeggiato con proclami che avrebbero fatto onore agli araldi.

Quella volta, la luna era “di miele”, non storta come al solito, per cui mi ero piegata a queste usanze barbare, di cucinarli con salse burrose e di accompagnarli con le patatine fritte e non solo li avevo finiti in un battibaleno ma, da allora, non c’é passaggio da quelle parti che non venga celebrato con una cena a base di moules & frites.

Ci ho iniziato pure la figlia, poche settimane fa, a Lille e devo dire che l’ho convinta facilmente: esistono altre frontiere, insomma, per preparare questi molluschi, oggi all’apice della loro fama perché espressione di una cucina etica e “povera” e quindi oggetto degli esperimenti culinari piú disparati.

Naturalmente, le nostre scelte tengono sempre conto del gusto, come primo parametro, per cui non tutto quello che viene pubblicato passa di necessità qui sopra e questa padellata di cozze al pomodoro, accese dall’aggiunta dell’harissa ha tutte le carte in regola per finire anche sulle vostre tavole, e non per una volta sola!

P.S. Se non trovate l’harissa già pronta, potete prepararla in casa, con la ricetta del libro. Al posto del coriandolo, potete usare una lieve grattugiata di scorza di limone e un po’ di prezzemolo fresco tritato.

📚 TOMATO AND HARISSA MUSSELS da TOMATO di Claire Thomson, dagli scaffali di #cook_my_books alla tavola di @profumicolori

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POMODORI FRITTI E AL FORNO E POLLO FRITTO

di Giuliana Fabris

La ricetta rielabora due pilastri della cucina degli Stati del Sud, i pomodori fritti e il pollo fritto, con l’aggiunta di una cremosa salsa alla senape che fa da trait d’union alle due portate, trasformandole in un piatto unico irresistibile.

Però, sfatiamo il mito della frittura che rende buona qualsiasi cosa: nella mia ultra decennale carriera di assaggiatrice della qualunque, ho accumulato tante di quelle esperienze, in materia, da potermi permettere qualche obiezione.

Un buon fritto richiede tempo, abilità, conoscenza, tutte cose che si acquisiscono con la pratica e anche con qualche ricetta “furba”, come quella che vi proponiamo, in cui alla sapienza della tradizione si uniscono alcuni stratagemmi, su tutti il passaggio finale in forno, per assicurare una panatura croccante e leggera.

Se dunque volete togliervi la voglia di fritto senza impuzzolentire troppo la casa e con la certezza di “cadere in piedi”, il nostro consiglio é quello di cimentarvi in questo piatto : vi sporcherete un po’ le mani (ach, la doppia panatura), dovrete stare un po’piú di tempo in cucina.

Ma la soddisfazione di tutti i commensali vi ricompenserà di tutti gli sforzi.

📚 BREADCRUMBES TOMATO BAKED IN CREAM WITH FRIED CHICKEN WHOLE TOMATO KOFTE da TOMATO di Claire Thomson, dagli scaffali di #cook_my_books alla tavola di @giuliffa

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POLPETTE DI CARNE E BULGUR NEI POMODORI

di Vittoria Traversa

Delle 80 ricette raccolte in questo libro, quelle che trovo banali o non rientrano nei miei gusti si contano sulle dita di una mano: per contro, tutte le altre sono in cima alla to do list, proprio perché originali, gustose e capaci di riscattare il pomodoro dal suo ruolo di “semplice” contorno, per trasformarlo in un protagonista a tutto tondo.

Prendete questa ricetta, per esempio: sono delle polpettine di bulgur e di agnello (o manzo), aromatizzate con aglio e cipolla e poi infilate fra le due metà di un pomodorino, pronte per essere cotte nel sugo di pomodoro.

Sarebbero bellissime già così, a casa mia, magari accompagnate da un riso pilaf o da un cous cous.

E invece, ecco la genialata finale, quella di usarle come golosa farcitura di un flat bread, assieme allo yogurt, al sumac, al limone.

Un piatto insolito, appetitoso, che convincerà i palati piú titubanti e farà breccia nel cuore dei piú avventurosi.

📚 WHOLE TOMATO KOFTE da TOMATO di Claire Thomson, dagli scaffali di #cook_my_books alla tavola di @vittoriatraversa

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ZUPPA DEI PESCATORI

di Giuliana Fabris

Il nome di questa zuppa, ci dice l’autrice, ci riporta alle origini del piatto: é probabile che venisse infatti preparato con gli scarti dei pesci, le rimanenze del mercato, quelli di qualità piú scarsa o quelli troppo piccoli per essere venduti.

Con tutta la quantità di pesce che arriva oggi sui banchi dei nostri pescivendoli, una ricetta del genere potrebbe essere un invito a ripensare la zuppa di pesce, riportandola alla sua natura di piatto povero, come escamotage per cibare piú bocche con quantità altrimenti risibili di pescato, dal gusto quanto meno discutibile.

Cucinati in questo modo, invece, gli scarti diventano protagonisti di un piatto nobile che questa ricetta ammanta dell’inebriante profumo delle spezie “calde”, in un sapiente equilibrio con l’acidità del pomodoro e della spolverata finale di scorza di limone.

📚 FISHERMAN’S SOUP da TOMATO di Claire Thomson, dagli scaffali di #cook_my_books alla tavola di @giuliffa

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SODA BREAD CON POMODORI E CHEDDAR

di Susy May

Sono alla ricerca di una buona ricetta di Soda Bread da quando l’ho assaggiato per la prima volta, in Irlanda, alla fine degli anni Ottanta.

A quei tempi, ovviamente, tornare a casa e dire che il pane piú buono del mondo era fatto con il bicarbonato e non aveva praticamente lievitazione ti assicurava, come minimo, una serie di smoccolamenti in tutti i dialetti conosciuti, dall’Alpe alle Piramidi.

Ma tant’é: se é fatto bene, il soda bread é una validissima alternativa al pane classico, specie se si é del partito che ama la mollica e detesta quelle voragini che oggi vengono chiamate “alveolature”.

E se, da quando abito qui, ho trovato rimedio dal fornaio irlandese di Shepherd’s Bush, le variazioni sul tema di questi ultimi anni si sono rivelate tutte piú che soddisfacenti.

Non so se é perché l’aggiunta di ingredienti attenua il retrogusto di bicarbonato o se alleggerisce la compattezza finale del mattonazzo che di solito esce dal mio forno, ma sta di fatto che queste versioni farcite sono una migliore dell’altra.

Vi lascio immaginare, allora, che cosa potrà essere questa, che unisce alla naturale umidità del pomodoro la pastosità del Cheddar (che é molto meglio di quanto si immagini-e comunque, nell’incertezza, usate del Parmigiano poco stagionato o del Grana Padano).

Unica controindicazione: non si riesce a smettere.

Ma vale la pena rischiare…

📚 TOMATO AND CHEDDAR SODA BREAD da TOMATO di Claire Thomson, dagli scaffali di #cook_my_books alla tavola di @coscina_di_pollo

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RICETTA di Manuela Valentini QUI


Butter chicken

di Tina Tarabelli

Il butter chicken è uno dei piatti indiani più conosciuti.
Tradizionalmente viene preparato facendo arrostire il pollo in un forno Tandoori  per poi continuare la cottura in una salsa dal sapore intenso a base di pomodori, aglio, zenzero e altre spezie, di cui le foglie secche di fieno greco sono fondamentali .  Altri ingredienti fondamentali  sono il ghee (burro chiarificato) e la panna che rendono il piatto cremoso e molto gustoso sia per cucinare che per mangiare
La ricetta che segue è quella di Claire Thomson dal libro Tomato, che leggiamo in settimana con Cook_my_books.
La sua versione usa la coscia di pollo  disossata anche se l’autrice lascia piena libertà ad utilizzare lacottura tradizionale o ad usare il petto.
Il suo suggerimento è  di aggiungere le foglie secche di fieno greco, che con il suo sapore dolcemente nocciolato completa in maniera perfetta il piatto.
Non fatevi ingannare il butter chicken è poco fotogenico, un brutto ma buono.Ma buono buono.

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Vinaigrette di pomodorini e capperi saltati in padella per sgombro e skordalia

di Tina Tarabelli

Da Tomato di Claire Thomson vi propongo una seconda ricetta che ho scelto per il dal gusto mediterraneo, perfetto per l’estate.
Infatti questa volta l’ispirazione viene dalla Grecia.
A una base di skordalia, un meze a base di patate schiacciate, olio,limone ed aglio,si accompagnano agli sgombri fritti  con la vinaigrette di  pomodorini  e capperi che fa da condimento  al tutto.
Le ricette realizzate da noi  di Cook_my_books  sono solo una piccola parte delle ottanta  contenute nel libro, ma sufficienti ad illustrare quanto sia irresistibile il fascino del pomodoro nella cucina di  tutto il mondo.

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Tart ai pomodori arrostiti e polpa di granchio

di Valeria Caracciolo

Forse Tomato é la prima monografia che affrontiamo da quando é iniziata l’avventura con Cook my Books.

E, a pensarci bene, non poteva essere altrimenti. Intendo, iniziare proprio da questo ingrediente, simbolo della cucina mediterranea e dell’estate.

Ho letto l’introduzione che Alessandra fa del libro qui , e mi trova assolutamente d’accordo.

Da quando vivo all’estero, il pomodoro é una delle cose che mi manca di piú.

Come dice spesso il mio consorte, qui il pomodoro sa di rosso.

E di che sa il rosso?

Di niente, ecco di cosa sa.

Diciamo che é piú decorativo che altro, fa colore nel piatto e poco piú.

Ci accontentiamo comunque e cerchiamo di cucinarlo in modo da valorizzarlo il piú possibile, come in questa tart, compagno perfetto del granchio, entrambi dal sapore dolce e delicato ma leggermente acidulo il primo, piú sapido il secondo, si compensano a vicenda.

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ZUPPA DI POMODORO ARROSTO E YOGURT CON PINOLI E MENTA

di Susy May

Per la settimana “rosso pomodoro” di @cook_my_books dedicata al libro “TOMATO” di Claire Thomson @5oclockapron ho scelto una zuppa, originale e deliziosa che affonda le sue radici nella cucina turca quanto in quella cipriota e che non smette di sorprendere ad ogni boccone.
Un mix sapiente di uovo, yogurt e farina per addensare con gentilezza ed armonia i pomodori arrostiti, il riso e condire il tutto con un profumatissimo burro alla menta e peperoncino.
Per certi versi mi ricorda un po’ la pappa al pomodoro ed il Gazpacho spagnolo, ma in sostanza, c’è solo una parola per questa zuppa ed è ✨S T R E P I T O S A✨

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